Un post divertente ma anche istruttivo pubblicato l’otto marzo sul blog Molly Saves the Day, « Twenty Questions – Baby Killing Edition». Si tratta di un elenco di domande da porre a chiunque sostenga che l’aborto è un omicidio: una reductio ad absurdum che fa vedere, forse più di una dimostrazione logica, tutta l’insostenibilità delle posizioni antiabortiste. Non tutte le domande funzionano nel contesto culturale italiano, che è molto diverso da quello americano; per esempio, alla prima: «Le donne che abortiscono dovrebbero essere condanate all’ergastolo o alla pena capitale?», ogni antiabortista del nostro paese (e forse anche qualcuno favorevole all’aborto...) risponderebbe che una donna che abortisce è chiaramente incapace di intendere e di volere. Ma provate a porgli una variante della domanda numero undici: se qualcuno mette una bomba in un centro di raccolta per embrioni congelati, e ne distrugge qualche migliaio, è colpevole di strage?
(Grazie ad Angela per la segnalazione.)
Aggiornamento: Naturalmente qualcuno che all’ultima domanda risponda «sì!» si troverà sempre: di uno di questi ci parla Azione parallela, in un post datato 6 aprile, «Preghiere».
Ollala.
RispondiEliminaPrego ;)