Le ragioni sono esplicitate nel documento che segue:
Gli operatori della Legge 194 sulla interruzione volontaria della gravidanza della Regione Lazio, riuniti in data 30 Maggio 2006 presso l’Ospedale S. Camillo di Roma, di fronte al crescente disagio denunciato in quella sede, all’unanimità dei presenti, per quanto riguarda l’applicazione della suddetta legge nelle diverse province laziali, chiedono un incontro urgente con l’Assessore alla Sanità Augusto Battaglia.
Informano al riguardo di aver preso un’iniziativa collegiale, comunicata in data 9 Giugno 2006 nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso l’Ordine dei Medici di Roma in Via G.B. Rossi 9 a Roma alle ore 12.00.
I punti che vengono sottoposti all’attenzione dell’Assessore sono i seguenti:
1) Problema delle LISTE DI ATTESA che si sono aggravate negli ultimi tempi dappertutto: esame dei motivi e provvedimenti conseguenti.
2) Ricognizione, da parte della Regione, delle strutture ospedaliere ed extra ospedaliere implicate nell’applicazione della legge 194.
In particolare: individuazione delle strutture che non effettuano il servizio e non propongono nessuna soluzione (in palese contrasto con l’art. 9 della legge); e ricognizione dei numeri di posti letto dedicati e del numero di interventi effettuati nelle strutture attive.
3) Centro di Coordinamento regionale per l’applicazione della Legge 194; definizione della struttura e chiarimento dei suoi compiti e degli strumenti per attuarli.
4) Proposta di incentivi economici per gli operatori, sia medici che non medici, sul modello già in atto in alcune sedi (es. per gli anestesisti al S. Giovanni, per le infermiere all’Ospedale di Ostia).
5) Introduzione dell’aborto farmacologico con Mifepristone (RU486) nella Regione Lazio sul modello di altre regioni italiane.
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