Si legge infatti nel documento 11 Regole nel Manifesto dei Medici Cattolici (Ansa, 16 giugno 2006):
Difesa della vita sempre e comunque, dalla vita dell’embrione, che è al concepimento, fino alla morte naturale. Quindi no a qualunque ipotesi di interruzione di questa vita: ribadiamo la nostra contrarietà alla legge 194, a qualunque altro strumento abortivo.E ancora:
Diciamo no a qualunque ipotesi di eutanasia, e c’è qualche tentativo strisciante di introdurla attraverso il testamento biologico. Come medici cattolici sappiamo che che non ci dobbiamo accanire sui pazienti quando la vita invece si sta spegnendo, quindi diciamo no anche all’accanimento terapeutico.Quando interrompere i trattamenti medici è in accordo con il rifiuto dell’accanimento terapeutico? Quando diventa eutanasia?
Forse è insensato fare domande sensate a chi antepone una ideologia alla scienza. E maltratta la morale trasformandola in dogma.
(Libertà, Davide Danti © 1999 Tempo Medico n. 622)
come sono noiosi: ancora con la vecchia disistinzione tra atti e omissioni...
RispondiEliminaPer chi non è credente certamente si percepisce distinzione netta tra "ideologia" (ho letto bene?)e pratica professionale. Per chi è credente non c'è questa distinzione.
RispondiEliminaSe qualcuno desidera giustamente acquisire pari dignità e diritti rispetto a chiccessia credo debba offrire la stessa merce che vuole ottenere.