Abbiamo bucato una ricorrenza, di pochi giorni, ma l’abbiamo pur sempre bucata: 2 ottobre. La Festa dei Nonni. Giovane ricorrenza, è motivata dalla necessità di un riconoscimento ufficiale del loro valore sociale, ma soprattutto educativo, affettivo, culturale e personale nei confronti dei nipoti, che in poco tempo ha riscosso un unanime consenso (dal sito Festa dei Nonni). E ancora: è una occasione per manifestare attraverso una grande Festa dei Nonni tutta la sincerità dei sentimenti di amore, affetto, riconoscenza, tenerezza, che riescono a suscitare in nipoti e bambini. La Festa è addirittura resa istituzionale da una legge (n. 159, del 31 luglio 2005). Niente più dubbi, prosegue il sito della Festa dei Nonni, sulla dovuta importanza al ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale.
E serviva una legge per affermarlo? O una ricorrenza annuale, come monito verso le memorie deboli?
Queste giornate di celebrazione (dei nonni, delle donne, dei papà e così via enumerando tutte le possibili categorie in cui può essere incasellato il genere umano) mi fanno sempre domandare: e gli altri 364 giorni? E a quando la festa dei biondi, dei fedifraghi, dei ballerini zoppi? Perché no? Non hanno forse diritto di avere almeno 24 ore all’anno una celebrazione?
Nessun commento:
Posta un commento