lunedì 27 novembre 2006

Volontari del Movimento per la Vita entrano alla Mangiagalli di Milano

“Il Centro di aiuto alla vita sarà ospitato all’interno del reparto di interruzione volontaria della gravidanza della clinica Mangiagalli di Milano e tutti i medici del reparto, prima di eseguire l’intervento, suggeriranno alle donne di incontrare gli operatori del Cav per tentare di rimuovere le cause dell’aborto”. È l’annuncio dato nei giorni scorsi, in occasione del XXVI Convegno nazionale dei Centri di aiuto alla vita (CAV) svolto a Bari, da Giorgio Pardi, primario della “Mangiagalli” di Milano, la prima clinica ad effettuare aborti in Italia e quella dove se ne praticano di più ogni anno. L’annuncio rappresenta un risultato dell’impegno da parte del Movimento per la vita (Mpv) per trovare – come ha detto il suo presidente Carlo Casini – “possibilità vecchie e nuove di collaborazione tra istituzioni e società civile nella difesa del diritto alla vita e, in particolare, la presenza dei volontari pro life nei consultori familiari”. L’accordo di Milano non è il primo del genere in Italia e – secondo Casini – dovrebbe far riflettere sulla riforma della legge che regola i consultori per tentare di rendere pienamente libera la donna di non abortire”.
Aborto: i volontari Pro Life alla Clinica “Mangiagalli” di Milano, Servizio di Informazione Religiosa, 27 novembre 2006.

Tentare di rimuovere le cause dell’aborto partendo dalle seguenti premesse (da parte del Movimento per la Vita): “molte donne ricorrono all’aborto per motivi di solitudine, di incomprensioni parentali e di povertà” e che “la vita è un dono irrepetibile di Dio, che ogni concepito è unico e fratello di Cristo ed è destinato all’eterna visione di Dio, e che, quindi, l’aborto è un crimine che ammorba l’intera società”.

Mi è oscuro il passaggio che la riforma (quella del Movimento per la Vita) della legge che regola i consultori familiari renderebbe pienamente libera la donna di non abortire.
Renderebbe la donna pienamente libera (punto). Perché solo di non abortire? Anche libera di abortire.
No, certo che no. Perché l’aborto è una forma di costrizione (determinata dalle condizioni economiche o dalla paura o dall’egoismo), e basta rimuovere gli impedimenti materiali con una chiacchierata e qualche dollaro e il problema è risolto.

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