lunedì 4 dicembre 2006

Stupidario eutanasia 15

Vincenzo Saraceni ai microfoni di Radio Vaticana (Prosegue il dibattito sull’eutanasia: ai nostri microfoni il presidente dell’Associazione medici cattolici, Vincenzo Saraceni, Radio Vaticana, 4 dicembre 2006):
La sofferenza... il problema è di dargli in qualche modo anche un significato, umano ecco, prima che un significato religioso.
Allora io dico che se chi incontra la sofferenza dentro un ospedale, per esempio, e si rende conto che quell’incontro rappresenta anche, diciamo così, la comunanza di un destino proprio, può scattare questo desiderio di essere vicino alla persona che soffre non soltanto con i farmaci ma anche con un tentativo di accogliere una storia una umanità, credo che questo è il grande sforzo culturale che dobbiamo fare.
[Caso Welby e differenza tra eutanasia e accanimento terapeutico]
Non è facile fare chiarezza, anche perché non c’è una definizione convincente di accanimento terapeutico. Certo è che quando la terapia non può far recuperare al paziente una prospettiva di vita può essere omessa, allora in quel caso farla è veramente un accanimento.
Però, nel caso per esempio di Welby io ho l’impressione che è possibile mantenere in vita questo paziente, con la coscienza attiva, con la possibilità anche di relazione con il contesto familiare, e allora qui staccare la spina effettivamente avrebbe più il significato di una interruzione brutale e quindi questo sarebbe forse una eutanasia.
Chi volesse ascoltare per credere...

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