sabato 10 febbraio 2007

Sporco ciccione a chi?

Dare del “ciccione” a uno che in effetti è ciccione non è una offesa. Se a parlare è un medico, si intende. Addirittura sarebbe terapeutico.
A suggerirlo è la decisione della Corte di Cassazione in merito alla condanna del dottor X per ingiuria. La Corte d’Appello di Trieste aveva giudicato offensivi i modi e le parole del suddetto medico nei confronti di Alessandra V.: “Con tutti quei chili di troppo pretende di non avere il mal di schiena. Con lei perdo solo tempo, chi vuole che la guardi, chi vuole che la tocchi, lei deve dimagrire non le è ancora venuto un infarto, ma chi l’ha assunta, ma come può prestare questo servizio … lei è un peso per la società … visitarla è una perdita di soldi per l’Inail” (Ciccione? Se lo dice medico non è offesa, Sky Life, 9 febbraio 2007).

La corte di Cassazione ha stabilito che il medico si è macchiato al più di maleducazione, ma non di un reato penale.
“Un medico – scrive la Quinta sezione penale nella sentenza 4990 – non può porsi il problema dell’offensività della mera constatazione della condizione patologica del paziente”. E ancora : “Per la condanna penale non è sufficiente l’astratta idoneità delle parole a offendere, ma è necessario che esse siano a ciò destinate”.

Condanne penali a parte, le domande che a mio avviso rimangono insoddisfatte sono sostanzialmente due.
La prima è se davvero possa affermarsi che il maltrattamento (in questo caso linguistico) sia terapeutico. Magari per qualcuno sì, ma se a me uno mi dicesse “sporca cicciona” probabilmente mi incarterei ulteriormente e uscita dallo studio medico mi infilerei nel primo bar a ingozzarmi di porcherie.
La seconda è come considerare l’obesità: capriccio o malattia? Dalla vicenda in questione sembra quasi che la patologia sia esclusivamente quanto l’obesità causa (mal di schiena, rischi di problemi circolatori e così via) e non l’obesità stessa. Siamo sicuri che dire ad una anoressica “schifosa scrocchiazeppi” sia un buon modo di aiutarla?

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