venerdì 13 aprile 2007

Emigrante?


Sono ancora le staminali embrionali a turbare i sonni dei difensori della “vita”. Il pretesto viene dagli Stati Uniti. Francesco Ognibene (Embrioni ora condannati a morte impossibile, Avvenire, 13 aprile 2007) ci ricorda il veto posto da Bush
sin dall’inizio della sua presidenza a sperimentazioni che comportassero la distruzione di embrioni ha chiuso un rubinetto decisivo. Semplicissima la motivazione del presidente: «Quegli embrioni potrebbero diventare bambini».
Il rubinetto chiuso, forse è bene ricordarlo, è quello dei finanziamenti federali. La ricerca non è vietata, ma non finanziata (che è diverso). Inoltre la motivazione di Bush sarà semplice, ma del tutto insensata. Tanto semplice da essere stupida. Che cosa vuol dire che potrebbero diventare bambini? O meglio, che cosa dovrebbe implicare? Potrebbero, e potrebbero non. E comunque oggi non sono bambini. Potrei diventare Capo di Stato: che faccio, chiedo da oggi l’auto blu e la guardia del corpo?

“Tanta disarmante chiarezza” la chiama Ognibene, e forse letteralmente ha ragione: disarmante nel senso che ti cascano le braccia, che ti rassegni, che smetti di provare a contestare o a controbattere.
Il prosieguo dell’articolo mi ha fatto venire il mal di testa. È stato disarmante al punto da non aggiungere altro. Soltanto che anche Ognibene è tra quanti si aggrappano al fallace entusiasmo delle 73: “mentre le cellule adulte sono arrivate a 73 terapie documentate”, dice.

(Il pretesto: Senate Approves Embryonic Stem Cell Bill, The Guardian, 12 aprile 2007.)

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