Il
Corriere della Sera ha ospitato in questi giorni un botta e risposta tra Ernesto Galli della Loggia e Chiara Lalli. Si parte dal
Calendario di Galli della Loggia del 15 aprile, intitolato «Eutanasie»:
«Ai medici non fu mai ordinato di uccidere i pazienti psichiatrici e i bambini handicappati. Furono semplicemente autorizzati a farlo, e svolsero il compito senza protestare, spesso di propria iniziativa. Il memorandum iniziale di Hitler dell’ottobre 1939 non rappresentava un ordine (Befehl) ma un mandato (Vollmacht), che dava ai medici il permesso di agire. Durante il processo di Limberg nel 1964 sull’eutanasia abortiva Hefelmann testimoniò che “nessun dottore ricevette mai l’ordine di partecipare al programma di eutanasia. Lo fecero di loro spontanea, completa volontà”. Himmler in persona osservò che le operazioni intraprese negli ospedali psichiatrici erano gestite esclusivamente da personale medico» (R.N. Proctor, Racial Hygiene. Medicine under the Nazis, Harvard U.P., 1988): un frammento di storia per tutti coloro i quali pensano che in certe materie l’opinione (e la decisione) di chi vanta una formazione scientifica sia perciò stesso saggia e affidabile.
Oggi il commento di Chiara Lalli, con la replica di Galli («
Non tutte le eutanasie sono uguali», 20 aprile, p. 51):
Qual è la differenza tra un dono e un furto? Chi decide. Se è il proprietario dell’oggetto in questione, allora è un dono. Altrimenti è un furto. Qual è la differenza tra la “morte pietosa” del nazionalsocialismo e l’eutanasia di oggi? Chi decide. Se è il proprietario dell’esistenza in questione, allora è una libera scelta (dovrebbe essere superfluo ricordare che è possibile rifiutare trattamenti sanitari anche se questo rifiuto comporta la morte), altrimenti è una terribile violazione. È questa la ragione per cui sarebbe meglio evitare di chiamare allo stesso modo («Eutanasie», come si legge nel calendario di Ernesto Galli della Loggia del 15 aprile scorso) quanto succedeva nel Blocco 10 di Auschwitz e quello di cui si discute oggi.
La «morte pietosa» era una decisione presa a scapito dei singoli individui, in nome di esperimenti deliranti o in nome di un miglioramento della razza che richiedeva il sacrificio di quanti fossero «imperfetti», difettosi. Quella «morte pietosa» spazzava via la libertà individuale insieme all’esistenza stessa degli individui. Era un orrore inammissibile e ingiustificabile.
La possibilità legale, oggi, di fare ricorso all’eutanasia è affidata alle singole volontà.
A nessuno verrebbe imposta una scelta. Ma a ciascuno verrebbe affidata la decisione riguardo alla propria vita, morte compresa (perché, purtroppo, la morte fa parte della nostra vita ed è nostro diritto deciderne). La differenza non potrebbe essere più profonda.
Galli della Loggia:
Sono d’accordo con la professoressa Lalli che non tutte le eutanasie sono eguali. Ma il mio «Calendario» non voleva sostenere questo. Voleva semplicemente richiamare l’attenzione sul come in queste materie il comportamento degli uomini di scienza, per esempio dei medici, possa essere anche lontanissimo da qualsiasi accettabile criterio etico. La scienza in quanto tale, insomma, non è in alcun modo garanzia di saggezza e di umanità.
Da parte mia, reprimendo la sensazione che Galli della Loggia si sia sostanzialmente rimangiato quello che aveva scritto nel primo testo (dal quale in effetti mi pareva di capire che la classe medica pretenderebbe oggi di avocare a sé stessa le decisioni sull’eutanasia, o che qualcuno vorrebbe affidargliele), mi limito a dare il benvenuto al professore tra coloro che pensano che le decisioni di fine vita spettano ai pazienti, e a nessun altro. Spero che sia cosciente che tra quelli con i quali ultimamente fa spesso fronte comune vige l’opinione esattamente contraria.
Brava Chiara!
RispondiEliminaMa chissà se Galli Della Loggia conosce almeno un medico...Perchè forse si renderebbe conto che non c'è niente di più lontano dalla mentalità medica che volersi avocare decisioni su attività eutanasiche. Che pizza con questo 'antiscientismo' da burletta....
RispondiEliminaLa prima perfida reazione a caldo sarebbe: ma perché prendere sul serio il classico intellettuale all'italiana zompafossi come Della Loggia?
RispondiEliminaEpperò della Loggia è un editorialista del Corrierone mega galattico, e poi chiunque è meritevole di risposta.
Splendida la replica di Lalli, davvero ineccepibile