Uno dei tratti distintivi del pontificato di Joseph Ratzinger è l’impressionante riduzione della complessità intellettuale e concettuale operata in un breve arco di tempo: dopo papi di grande levatura intellettuale e/o spirituale, contornati da intellettuali e politici di pari levatura (a titolo di esempio basti pensare all’asse Montini-Maritain-Moro) siamo oggi in presenza di un modesto conoscitore di cose filosofiche, circondato da acritici ripetitori e insipienti politici. Davanti alla pochezza logica e argomentativa di vecchie tesi riproposte senza neanche lo sforzo di un aggiornamento concettuale bisogna però fare molta attenzione a non sottovalutarne l’effetto performativo prodotto.Da leggere tutto.
La riduzione della complessità (lo dimostra l’esperienza governativa dei talebani in Afghanistan) è un’efficace strategia di controllo e disciplinamento delle derive intellettuali e sociali, in grado di fornire un’immagine rassicurante e tranquillizzante della modernità – di solidificare, o quantomeno far apparire consistente, la liquidità sociale, per riferirci ad una pregnante categoria di Bauman. Banalizzazione e semplificazione, insomma, possono essere due categorie funzionali alla proposta di un potere pastorale che, in una società globale che non si lascia governare, e spesso neanche amministrare, piega a proprio vantaggio le passioni tristi offrendo just in time conforto e riparo preconfezionati come i fagioli Campbell.
Il dibattito sulla lex naturalis può esemplificare utilmente questa situazione: dibattito avviato da Ratzinger, pedissequamente ripetuto in primis dagli editorialisti dell’Avvenire, e rilanciato dagli atei devoti del Foglio e del Domenicale, e da una corte dei miracoli che va da Marcello Pera a una lunga schiera di politici che, come cartelli stradali, indicano in direzione di valori naturali e familiari dai quali si tengono a distanza, sino a coccolati ex-nichilisti – da Giovanni Lindo Ferretti a Valter Binaghi – beatificati da un’aura di pentimento ostentata come le stimmate di padre Pio (e come quelle dal vago sentore di acido fenico).
Aggiornamento: sempre su Carmilla è uscita la seconda parte dell’articolo («Si Deus est, unde Ratzinger? – II parte: la favola del diritto naturale», 15 giugno), più specialistica ma, forse per questo, ancora più originale e interessante.
La versione integrale, da cui è tratto il pezzo su Liberazione, è qui:
RispondiEliminahttp://www.carmillaonline.com/archives/2007/06/002270.html#002270
grazie per la segnalazione
girolamo de michele