In margine a un’altra, ormai lunga,
polemica (sulla quale non tornerò qui), Massimo Introvigne così descriveva questo blog:
Un certo Giuseppe Regalzi è animatore di un blog che un’amica mi ha segnalato – evidentemente esagerando, ma ogni paradosso indica sia pur da lontano una verità – come un luogo dove si consiglierebbe l’eutanasia anche a chi ha preso il raffreddore.
Alle mie proteste – l’esagerazione travalicava di gran lunga il buon gusto, oltretutto riguardo a una questione che comunque la si pensi rimane tragica – risponde adesso così, in un’aggiunta allo stesso
pezzo:
Aggiungo che Regalzi ha letto la frase precedente, e se l’è avuta a male. Tuttavia – nel definire l’accanimento terapeutico che non andrebbe praticato nei confronti dei malati – ha scritto che “l’accanimento terapeutico non è definibile oggettivamente, ma è condizionato dalla volontà (soggettiva) del paziente. Se mi infili una banale aspirina in gola, quello è accanimento terapeutico!”. Una frase che mi fa pensare che il paradosso della mia amica non fosse poi così assurdo.
Tralasciamo pure il fatto che le parole citate non sono mie ma di Chiara Lalli, visto che comunque le sottoscrivo in pieno. Quello che sorprende – e sorprende non poco – è che per Introvigne sia del tutto lecito
costringere qualcuno a inghiottire un’aspirina –
un’aspirina, non un farmaco salvavita! – e che chi la pensa diversamente sia allo stesso livello morale di uno che raccomandi l’eutanasia anche per le piccole indisposizioni. Cosa rimanga dell’art. 32, c. 2, della Costituzione italiana (e del Codice di deontologia medica, art. 35, cc. 1 e 4), in tutto ciò, è un mistero che attende di essere chiarito:
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.
A meno che in realtà l’oggetto dell’obiezione di Introvigne non fosse l’etichetta di «accanimento terapeutico»; che però risulta quasi eufemistica, visto che per il nostro codice penale (art. 610) afferrare qualcuno e cacciargli in gola a forza un’aspirina si definisce propriamente «violenza privata»...
Ma il mio "idolo" Agnoli non lo segui più?
RispondiEliminaSi può almeno rivendicare il diritto a non farsi cacciare in gola Introvigne, o contano di rendere obbligatorio pure quello?
RispondiEliminaMa questo Introvigne è un pazzo furioso...!
RispondiEliminaVabbè, non esageriamo. Ho la sensazione che non si sia interamente reso conto di quello che scriveva.
RispondiEliminaProbabilmente, è il risultato della tendenza a considerare tutti gli individui eterni bambini, incapaci di prendere decisioni autonomamente.
RispondiEliminaintrovigne sarebbe anche buono, come babbo natale, se non esistesse. proprio come babbo natale.
RispondiEliminaforse era solo stanco e ha tirato fuori un'affermazione cosi', senza riflettere.
l'idea che qualcuno possa a buon diritto infilarti un'aspirina in gola, e' agghiacciante.
o forse lo crede davvero.
chissa' cosa ne pensa dell'applicazione del collirio da parte di terzi. una delle operazioni piu' violente mai viste.
Non mi stupisce la miopia di Introvigne: è normale per chi ha una mentalità totalitaria (come è inevitabilmente qualunque mentalità che pensi che la verità sia un concetto certo e immutabile e stia solo da una parte) fare di tutta l'erba un fascio per ciò che esula dalla loro visione del mondo. Anche i discorsi a livello giuridico sull'accanimento terapeutico sono inutili in quanto per queste persone i discorsi giuridici e democratici hanno valore solo sino a quando non entrano in contrasto con la loro Verità.
RispondiEliminaStavo cercando qualche libro da comprare e mi sono imbattuto in questo: http://snipr.com/1nbmj
RispondiElimina(anche questo link dovrebbe funzionare).
La nuova fatica editoriale di Introvigne, uscita a tempo di record, che chissà se contiene le correzioni fatte nel suo articolo.
Io non lo compro, ma mi piacerebbe vederne una recensione.
"Io non lo compro, ma mi piacerebbe vederne una recensione"
RispondiEliminaeh, troppo facile! fallo tu il lavoro sporco! :)
Strano, è un piccolissimo editore non troppo ben distribuito (lo stesso del libro di Francesco Agnoli – facciamo contento Joe Silver! – di cui parlavo qui).
RispondiEliminaIn genere Introvigne – che nel suo genere è un autore di peso – ha accesso ad editori (anche cattolici) un po' più importanti.
Introvigne, autore di circa 40 libri soprattutto di contenuto religioso, soffre di quell'endemica condizione italiana che chiamerei ipertrofia umanistica. La cultura umanistica sclerotizzerebbe la ratio? A quanto pare sì, anche se forse anche la materia base, scevra di ogni sovrastruttura culturale, non è proprio di buona qualità per una persona che si dichiara cristiana, sebbene dal cristianesimo abbia espunto la compassione e trattenuto solo la "legge", divenendo infine una specie di giudeo apostata.
RispondiEliminawww.biovisioni.blogspot.com