giovedì 5 luglio 2007

Capezzone e la laicità dimenticata

E così alla fine Decidere.net è online: uno dei progetti politici più attesi dell’anno, il network, la rete di Daniele Capezzone, espone il proprio programma. Tredici punti, che ripropongono temi classici del liberalismo (alcuni risalgono alle Prediche inutili di Luigi Einaudi, o anche oltre), tutti o quasi tutti degni di approvazione; ma nessuno – nessuno – che riguardi la laicità e i diritti civili. Niente sul testamento biologico, niente sui Pacs, niente sulla legge 40. Si parla solo ed esclusivamente (a parte il punto 3, sul presidenzialismo) di temi economici. Aveva detto di più Veltroni nel discorso al Lingotto, qualche giorno fa.
L’assenza non poteva passare inosservata: e infatti sono già in tanti ad averla notata e deplorata. Ci si aspettava qualcosa di diverso; molte adesioni al progetto che sarebbero state possibili sono già perdute.

Luigi Castaldi tenta una difesa generosa («Per piacere», Malvino, 4 luglio 2007): la storia personale di Capezzone e dei suoi, dice, fa garanzia del fatto che su quei temi non siano possibili strizzatine d’occhio a Ruini o ai teocon. Senonché dal programma di un movimento politico non ci si aspetta una dichiarazione di identità: altrimenti si sarebbero potuti omettere molti, forse tutti di quei tredici punti. Chi dubita, per esempio, che Capezzone e i suoi siano a favore delle privatizzazioni di Rai, Ferrovie, Alitalia, Poste, servizi pubblici locali? Eppure quel proposito figura nella lista, al punto 5. Il programma di un movimento politico indica piuttosto delle priorità; e non si può non registrare il fatto che la difesa della laicità dello Stato non rientra tra le priorità di Decidere.net.

Che ragione ci può essere, dietro questo vistosissimo atto mancato? Perché Capezzone ha scelto di far nascere un movimento semplicemente liberista e non più compiutamente liberale, in un momento in cui l’emergenza laicità supera persino quella delle libertà economiche? La risposta, credo, può essere una sola: Capezzone ha ritenuto che trascendere i tradizionali schieramenti politici in favore di un liberalismo senza aggettivi (che, come ci insegna lo stesso Castaldi, non è né di destra né di sinistra né di centro) fosse obiettivo troppo ambizioso; e ha scelto di fare apostolato fra la destra, notoriamente assai più sensibile ai temi delle libertà economiche che a quelli delle libertà civili. Personalmente sospetto che il calcolo politico non sia necessariamente il più giusto: conosco bene elettori di destra ed elettori di sinistra, e sono i secondi ad essermi sempre sembrati i più ricettivi alle ragioni delle libertà tout court; ma tant’è: il messaggio è stato inteso e raccolto. Fra i commenti apparsi sul sito qualcuno – sotto la cui buccia sottilissima di libertario puoi distinguere chiaramente la polpa nauseante del clericale – gongola malignamente: «Finalmente niente farloccate sui diritti civili o robe simili. Si bada al sodo!». E non è un caso isolato. Neppure una voce si è levata a dire «mi dispiace, avete capito male».

Castaldi conclude la sua arringa per Capezzone con un appello (da cui – ma forse vedo male – mi sembra trasparire un barlume della mia stessa delusione): «se volete dare forza a ragioni che pensate possano essere trascurate da questa frenesia liberista dei capezzoniani, aderite a Decidere: mettetecela voi, l’anima libertaria che pensate manchi a questo inizio». Mi rivengono in mente le voci di altri amici: «per rendere laico il Partito Democratico devi lottare al suo interno!»; «entra nell’aggregatore tal-dei-tali, per dare più peso alle ragioni dei laici!». Ci fosse una volta, accidenti, che uno si potesse identificare con un programma politico così, senza la prospettiva di dover lottare per aggiungere, emendare, cassare! Ma poi mi dico che questo significa volere la pappa pronta; e torno a rileggere il programma dei capezzoniani. «Chiediamo a tutti […] di aderire da subito […], eventualmente anche selezionando il tema o i temi preferiti». Dice proprio così: selezionando. Non proponendo. I giochi, ho paura, sono fatti.

Tantissimi auguri – sinceri: il paese ha bisogno di iniziative come la sua – a Daniele Capezzone e ai suoi compagni di avventura.

16 commenti:

  1. La cosa clamorosa è che su Capezzone bisogna dare ragione a Pannella.

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  2. Non sono d'accordo e condivido la difesa di Malvino al 100%.

    Da Capezzone io non mi aspetto lo stesso linguaggio, speculare, di un poveraccio come Volontè. I cosiddetti "valori" sono strumenti che servono solo a comandare sulla massa del popolo bue.

    L'emergenza laicità è solo ESPRESSIONE della mancanza di libertà economica. Se non si inizia da lì è inutile anche tentare.

    Ricordiamoci che il referendum riguardo la legge 40 è fallito per causa degli italiani, disinformati, ignoranti come capre, semianalfabeti (ci sono i dati), che non hanno alzato le chiappe per andare a votare, salvo poi lamentarsi e andare a fare turismo procreativo.

    Basta! Diventiamo adulti, direttamente responsabili prima di tutto della nostra vita, del nostro lavoro, dei nostri soldi.

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  3. Che cosa c'entrano i "valori" con tutto questo? E a che mi serve la libertà economica se, per esempio, mi trovo incosciente in un letto d'ospedale, e la legge permette al medico che mi cura di fare di me quello che vuole, senza che le mie volontà precedentemente espresse contino niente? In che senso posso essere definito "responsabile della mia vita", in questa situazione?

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  4. La risposta è facile: questo network, decidere.net, nasce dal primo progetto di Capezzone, I Volenterosi, di cui erano (sono) primi firmatari un certo Savino Pezzotta e un certo Bruno Tabacci. Adesso, nessuno dubita della laicità di Capezzone, ma per non creare imbarazzi ha preferito chinare la testa. Un po' come i Ds con il Partito Democratito. Contenti loro.

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  5. Condivido i tuoi dubbi e le considerazioni di @usbeck, probabilmente la fiaccola della laicità sarà tenuta accesa dai pannelliani, con qualche sostegno a titolo personale di qualche esponente di decidere.net.

    Ma non sottovaluterei l'importanza delle libertà economiche, perché sono tutt'altro che disgiunte da quelle civili.

    Va benissimo quindi che si combatta per la laicità partendo da approcci diversi, l'importante è che si arrivi al traguardo.

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  6. praticamente il post che ho pensato in macchina prima:)

    io mi butto su corona :)
    http://sgembo.blogspot.com/2007/07/corona-presidente.html

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  7. Anch'io faccio un piccolo appunto: queste riforme che si chiedono non sarebbero altro che allineamenti ad altri paesi (europei ed extraeuropei) dove il tema dei diritti civili non è neanche in discussione. In realtà è anche l'annaspamento economico che offre sponda alle pretese di qualche clericarucolo da strapazzo. Per il resto Malvino mi ha tranquillizzato,e comunque avevo già aderito. I matrimoni politici ed ideali comunque, con buona pace dei cattolici integralisti, non sono mai per la vita: se colui o colei al quale ti accompagni mostra poi di aver a sua volta ceduto ad altre logiche, l'impegno si scioglie e così, nel caso, sarà per la sottoscritta. Invece trovo esaltante l'idea di un network che superi il concetto di destra e sinistra.

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  8. Illaicista, Inyqua: io però non ho mai sottovalutato l'importanza delle riforme economiche; tant'è vero che nel post mi dico d'accordo con la maggior parte dei punti di Capezzone, e alla fine, per quel che vale, gli faccio gli auguri. Dico solo che mi aspettavo anche dell'altro, e soprattutto che mi aspettavo qualcosa che superasse le vecchie dicotomie.

    Yoshi: fratello! :-)

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  9. Ragazzi, scusate....ma vedo tutto un rispettoso girarci intorno. Proverò ad essere un po' piu' esplicito io, a costo di semplificare: Daniele sta evidentemente virando verso il centrodestra; il centrodestra, oggi, è compatto soprattutto su un aspetto: l'alleanza con ratzy, bagnasco e co.; è tutto uno straparlare di valori non negoziabili, family day, radici cristiane ecc ecc. Per ha a cuore la laicità è già difficile trovare ospitalità nel centrosinistra, figuriamoci dall'altra parte. Il motivo dell'assenza di certi temi nel programma per me è chiaramente questo.

    Sarò maligno,ma come diceva quello, "a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca"

    Aggiungo anche, da ventennale simpatizzante radicale quale sono, che non credo che sentirò troppo la mancanza di Capezzone.
    E infine: la tesi di Malvino secondo cui la storia personale di Capezzone sarebbe di per se' garanzia di futura laicità è di un'ingenuità disarmante: com'era la storia personale di Rutelli all'età di Capezzone?

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  10. Ale, questo è quello che -- sia pure meno brutalmente :-) -- ho tentato di dire anch'io: "Capezzone [...] ha scelto di fare apostolato fra la destra, notoriamente assai più sensibile ai temi delle libertà economiche che a quelli delle libertà civili".

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  11. Errata corrige: volevo dire

    Per CHI ha a cuore la laicità è già difficile trovare ospitalità nel centrosinistra, figuriamoci dall'altra parte.

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  12. condivido il tuo post e sono profondamente dispiaciuto.
    Credo che anche Malvino comunque sia un pò in imbarazzo in questi giorni.

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  13. Rutelli ha fatto scuola ....

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  14. Come ho scrito ha jimmomo, dell'ennesima toqueville ne ho piene le palle.
    Non piace il metodo, il segreto, il lavorio nell'ombra, il vittimismo. Nonostante questo, per le mozioni contro qualcuno, bastano Beppe Grillo e Marco Travaglio. Non è roba che mi appassioni.

    Daniele, tuttavia, auguri.

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  15. Caro Giuseppe, sto per dire qualcosa di cinico e sgradevole. La domanda che tu fai si potrebbe "rigirare": che me ne faccio di poter decidere quando e come morire se, durante la vita, lo Stato mi espropria più della metà dei soldi che guadagno, per alimentare la macchina inefficiente della burocrazia? le tasse scoraggiano i lavoratori dal lavorare e i datori di lavoro dall'assumere. Quante persone oggi non hanno posto di lavoro a causa della depressione dell'economia dovuta a questo assurda tassazione? Se potessero scegliere, credi che preferirebbero un posto di lavoro, oppure il suicidio assisito? Quali di queste due cose pesa di più sulla sofferenza complessiva degli italiani?

    Sto per dire una cosa molto cinica e molto sgradevole (quasi mi faccio schifo da solo). Welby poteva sempre suicidarsi PRIMA di divenire incapace di farlo. La questione del suicidio assistito è cruciale solo per le pochissime persone che finiscono invalide senza preavviso, ad es. per un improvviso ictus. Ma la quasi totalità delle persone può suicidarsi, a patto che lo faccia finché ne è capace. Mentre le persone condannate alla miseria dall'ingerenza della Stato nell'economia non hanno alcuna alternativa.

    La battaglia contro le tasse è in realtà una battaglia contro il mostro della burocrazia e della partitocrazia. Meno tasse significa meno soldi ai burocrati e ai politici. Ed è una battaglia molto più dura, ed ha un esito molto più incerto, di quella per la libertà individuali. E' praticamente garantito che prima o poi in Italia saranno approvate leggi sul suicidio assistito, eutanasia, ecc: basta aspettare che la cultura degli italiani progredisca al livello degli altri paesi. Invece non è affatto garantito che si vinca la battaglia contro lo Stato. Non è mai avvenuto che un sistema di assistenza sociale di stato venisse ritirato, una volta instaurato. Quanto è probabile che venga abolito quell'imbroglio chiamato "pensioni"? Quanto è probabile che si abolisca il vantaggio iniquo delle scuole pubbliche sulle scuole private, dando ai cittadini davvero la libertà di scegliere? Molto poco. La battaglia contro il mostro dello Stato è molto più difficile.

    Ciao

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  16. Bah, per me bisogna stare attenti a collegare due cose come economia e diritti civili, perchè si rischia di far dipendere i secondi dalla prima a prescindere, ed è sbagliato. Quoto Regalzi "E a che mi serve la libertà economica se, per esempio, mi trovo incosciente in un letto d'ospedale".

    Per il resto, non mi ritrovo molto - uhm, diciamo per niente? Diciamo per niente.- nel progetto nè capisco dove voglia parare, quindi evito di parlarne, o perlomeno aspetto qualche dato tangibile prima di farlo :)

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