Il 1962 è l’anno in cui Edward Kienholz fece The Illegal Operation (nella foto). È anche l’anno in cui Sherri Finkbine ha un terribile mal di testa e prende un farmaco contenente Thalidomide. Sherri è incinta (del suo quinto figlio). Il Thalidomide è sospettato di essere causa di gravi malformazioni fetali. Sherri chiede di poter abortire, ma in Arizona l’aborto è illegale e nonostante le indicazioni dei medici non viene permesso nemmeno in questa estrema circostanza.
Sherri e il marito devono andare in Svezia per interrompere lo sviluppo di quel feto senza gambe e senza un braccio. I due sono oggetto di una vera e propria campagna denigratoria da parte dei media e di radio vaticana. Ricevono minacce di morte per telefono e vengono licenziati (lei dalla tv, lui dalla scuola).
Nell’ennesima occasione in cui la 194 è sotto tiro, è forse utile ricordare storie come questa. E ricordare l’intento della scultura di Kienholz, in nome delle migliaia di donne americane che ogni anno (prima di Roe vs. Wade) si sono sottoposte a aborti illegali, alcune pagando con la morte, molte con danni permanenti, tutte l’umiliazione e il pericolo di affidarsi alle mammane.
(LACMA’s ‘SoCal’ dreaming, Los Angeles Time, 28 agosto 2007).
Nel mondo, ovviamente, le donne che ricorrono agli aborti clandestini sono molte, molte di più.
Ma secondo voi una persona senza gambe e senza un braccio deve essere eliminata?
RispondiEliminaMarco
Stai confondendo la vicenda di un feto malformato con "E Johnny prese il fucile"?
RispondiEliminaMarcoz, dubito che Marco arrivi a tali elevati livelli di confusione...
RispondiEliminaSi potrebbe sentire un'altra artista:
RispondiEliminahttp://jekyll.sissa.it/box.php?id=108
http://media.matteorenzi.it/200601/633.pdf?ver=1
Non è tanto questione di sentire artisti: Kienholz rappresenta un problema di sanità pubblica e di diritti individuali (impedire per legge di interrompere una gravidanza).
RispondiEliminaAlison Lapper che cosa dovrebbe rappresentare? Il diritto dei disabili di vivere? Io (parlo per me, ovviamente) non l'ho mai messo in dubbio. Ma una persona disabile è qualcosa di profondamente diverso da un embrione che si scopre affetto da trisomia del 21. Torniamo sempre lì, Annarosa. E io non ho ancora sentito un argomento decente a favore del fatto che un embrione di 3 o 4 mesi si possa considerare una persona (con diritti, con desideri, con una esistenza non meramente biologica).
Sul secondo link non saprei che dire: avrei dovuto scaricare un pdf e non ho voglia di farlo, ma non credo che ci allontaremmo di molto da Alison Lapper - di nuovo: una persona disabile che sarei pronta a difendere strenuamente insieme alla sua libertà (se Alison Lapper avesse voluto abortirte, l'avresti costretta a portare avanti la gravidanza?).
Scientificamente l'identità biologica individuale di una persona è la stessa sia quando era un embrione che quando ha messo i denti da latte o quelli del giudizio.
RispondiEliminaIo ritengo che la soppressione di un essere umano sia un crimine, qualunque sia l'età di quell'essere umano vivo, unico e irripetibile.
Noi riteniamo un crimine imporre ex lege ad una donna una gravidanza indesiderata. E riteniamo che nessuno sia qualificato per giudicare quando una gravidanza sia indesiderata al di fuori della donna stessa. Perchè è del suo corpo e della sua vita che si parla. Oggi questo non è più possibile. Oggi la donna può gestire la sua sfera riproduttiva in libertà ed in responsabilità. Oggi la donna non è più un'incubatrice al servizio di altri. E non saranno i latrati della feccia clericale a riportare indietro l'orologio della storia.
RispondiElimina"Scientificamente l'identità biologica individuale di una persona "
RispondiEliminaAl che, a una verrebbe in mente di fare quella domanda che girava ai tempi del referendum:
SE Annarosa si trovassa in una stanza in cui sta divampando un incendio e nella stanza ci fossero un bambino e , diciamo, un bidone con 1000 embrioni dentro e potesse prendere o i bambini o gli embrioni, cosa " sceglierebbe" ?
Io invece commento come ho fatto con Gennaro nella discussione sulle ultimissime dello UAAR (Gennaro è una specie di pappagallo di quanto dice qui Annarosa):
RispondiEliminal’identità personale non è una questione scientifica. L’identità biologica è ben altro, e non basta a fondare la personalità morale di un individuo (anche una mosca ha una unica irripetibile e inimitabile identità biologica: è forse una persona?). Se continui con questo giochetto è inutile che continuiamo a “parlare”. Non ricominciare con i controfattuali per favore (Del tipo: chiedi a X se sarebbe contento - o meglio, che ne sarebbe stato di lui - se sua madre avesse abortito), perché pure quelli non dimostrano granché.
Quello che dovresti dirmi è perché un organismo senza coscienza né autocoscienza è una persona (e già che ci sie dammi la tua definizione di persone) e cosa distingue un embrione da un deflino adulto, ad esempio (risparmiandomi lo specismo, grazie).
Dimenticavo, Gennaro non ha risposto...
RispondiEliminaCarissima Chiara, nessuno di loro risponde mai, solo religioso silenzio.
RispondiEliminaEppure è una domanda così semplice. E da gente sostenuta da certezze così granitiche, ci aspetteremmo qualcosa di più intelligente dell'immancabile riferimento al DNA unico e irripetibile su cui gli integralisti si sono appiattiti, creandosi una sorta di contraltare moderno e tangibile dell'anima.
Ridicolo. A pensarci bene, è forse più onesto, da parte loro, limitarsi ad un religioso silenzio.
Filippo, uno degli aspetti più sconcertanti è il modo di esprimersi per cantilene: sulla vita non si vota, l'identità biologica non si tocca, etc. etc. Minchiate, ma purtroppo entrano facilmente nei cervelli (magari non quelli più attrezzati, ma in molti anzichenò).
RispondiEliminaSarebbe più onesto che parlassero sempre e comunque di ANIMA.
RispondiEliminaMa a quel punto dovrebbero dimostrare che:
1. l'anima esiste, e questa realtà deve essere accettata da tutti;
2. l'anima viene infusa nel corpo al concepimento, e non più tardi.
Posta così la questione si evidenzia come legata alla fede personale, non a una realtà oggettiva uguale per tutti.
Da notare che il punto 2 non è così scontato nemmeno se si resta in una stretta tradizione cattolica.
Ma chemmelodicoaffare?