venerdì 24 agosto 2007

Francesco Agnoli e la clonazione

Francesco Agnoli esercita questa settimana i suoi talenti sulla clonazione («Il trono vacante», Il Foglio, 23 agosto 2007, p. 2), con i risultati che si possono facilmente immaginare:
Dal punto di vista teologico la clonazione è un urlo contro Dio, una bestemmia senza precedenti, dal momento che tenta di negare la creazione dell’uomo da parte di Dio, cioè la dipendenza dell’uomo, e la Trinità, e cioè la relazione come aspetto costitutivo dell’essere... tutto in perfetta sintonia col pensiero panteista e deista.
Bisogna riconoscere che ad Agnoli non difetta l’originalità: che la clonazione tenti di negare la Trinità – e per giunta in «sintonia col pensiero panteista e deista», mica banalmente ateo e materialista! – è un’idea che non mi era mai capitato di incontrare prima, e che qualcosa mi dice non incontrerò mai più in futuro. Ma ho una perplessità: anche la creazione di Eva a partire da una costola di Adamo nega «la relazione come aspetto costitutivo dell’essere»? Scommetto che Agnoli risponderebbe di no, ma il dubbio rimane...
Si tratta però, di un tentativo destinato a fallire. Il fallimento è insito nella speranza, infondata teologicamente, di poter creare, di poter infrangere la morte attraverso un [sic] tecnica di duplicazione di se stessi, che però non è in grado di riprodurre altro che l’aspetto fisico, l’involucro esterno dell’uomo. Come due gemelli sono geneticamente identici, ma rimangono due persone diverse, così accadrebbe qualora arrivassimo veramente a realizzare processi di clonazione. C’è un quid, l’anima, su cui la tecnica non ha alcun potere. È così evidente! Ma non a tutti: i riduzionisti credono che tutto stia nel Dna, e si affannano a ritenere di aver esaurito il mistero della vita tramite la sua decifrazione. Interessante a questo proposito il fatto che il primo manifesto a favore della clonazione, pubblicato nel 1977 e firmato da biologi come Crick e Dawkins e umanisti come Isaiah Berlin, affonda le sue radici nell’evoluzionismo darwiniano, e in particolare nella affermazione riduzionista di Darwin secondo cui non esisterebbe differenza di qualità ma solo di quantità tra l’uomo e l’animale. Recita il manifesto: “Per quel che la scienza può stabilire le capacità umane sembrano diverse per grado, non per tipo, da quelle riscontrabili negli animali superiori. Il ricco repertorio umano di pensieri, sentimenti, aspirazioni sembra derivare da processi elettrochimici del cervello e non da un’anima immateriale …”.
Temo che qui Agnoli stia facendo un po’ di confusione – e non solo sulla data del manifesto a favore della clonazione, che è del 1997, non del 1977 («Declaration in Defense of Cloning and the Integrity of Scientific Research», Free Inquiry 17, n. 3). Che la clonazione possa servire a «infrangere la morte» non è mai stata una pretesa di chi difende questa tecnica ma, semmai, uno spauracchio agitato dai suoi detrattori. Né serve invocare l’anima e le sue proprietà per rendersene conto: basta l’ovvia considerazione che le memorie di una persona, che ne costituiscono l’individualità, sono il prodotto dell’esperienza (e del resto si dimostra facilmente che la stragrande maggioranza delle connessioni cerebrali non possono essere determinate dai geni).
Quanto al riduzionismo del Dna, perché Agnoli non si occupa di quello che succede in casa propria, invece di cercare di attaccare pretestuosamente gli altri? Chi è oggi che decanta in continuazione l’umanità del concepito, solo perché possiede un set completo di certi geni? Qual è l’agenzia che ci martella continuamente con l’appello a considerare un embrione privo di coscienza esattamente uguale a una persona capace di pensiero – in altre parole, uguale a una persona dotata di qualcosa che possiamo metaforicamente chiamare benissimo «anima»? Chi propaganda questo repellente riduzionismo, da cui trae i più orrendi e infami corollari, come l’obbligo per una donna di dare vita alla progenie del suo stupratore? Il vero pericolo per la nostra umanità è qui, non in una tecnica – la clonazione – che se anche fosse un giorno abbastanza sicura per essere applicata agli esseri umani rimarrebbe circoscritta a pochi casi particolari, e che comunque consiste in nient’altro che nella creazione di un gemello quasi identico e più giovane di una persona esistente. Si potrebbe persino clonare Francesco Agnoli e, facendo adottare il bambino da una coppia con i giusti requisiti, si avrebbe la certezza quasi matematica di non ottenere come risultato un altro reazionario poco informato...

5 commenti:

  1. "Si tratta però, di un tentativo destinato a fallire."

    Ma se è destinato a fallire, perché affannarsi così tanto per impedirlo?

    RispondiElimina
  2. @ yupa: perchè sennò Gesù piange

    RispondiElimina
  3. Giuseppe: la conclusione è adorabile...Dimmi però che anche da un clone di Volontè potrebbe risultare un essere normale, se con i giusti genitori... (diamolo ad una coppia gay e che non se ne parli più.... :-))

    RispondiElimina
  4. Inyqua: non ti vorrei deludere, ma nel caso di Volontè non so se basterebbero i genitori giusti... :-)
    Comunque, indubbiamente una coppia gay farebbe un lavoro migliore di quello che ha dato come risultato il nostro Luca.

    RispondiElimina
  5. Agnoli è meglio di Volonté, perché presenta le sue corbellerie come fossero perle di pensiero filosofico-scientifico.

    Oggi ho scoperto che non solo materialismo e naturalismo, ma anche panteismo e deismo sono male.

    In questo caso, però, ha almeno l'onestà di dichiarare che sta facendo un discorso teologico, e siccome "non vi è nulla che non sia riconducibile alla teologia", ecco che si è messo al sicuro. :-)

    Come al solito devo andarmi a cercare le altre perle per conto mio:

    Il Cattolicesimo è l'unica religione sulla terra che ha insegnato alle genti che nessun uomo ha diritto sull'uomo, perché ogni autorità viene da Dio (questa in realtà non è nemmeno sua)

    ...dopodiché il trucco consiste nel pretendere di conoscere la volontà di Dio e di agire in nome della sua autorità :-)

    RispondiElimina