La storia è fin troppo nota: lo scienziato coreano Woo Suk Hwang, che nel febbraio del 2004 aveva stupito ed entusiasmato l’opinione pubblica mondiale con l’annuncio della clonazione del primo embrione umano e dell’estrazione da esso di cellule staminali (exploit ripetuto apparentemente l’anno dopo, questa volta addirittura con 11 linee di cellule staminali ottenute), veniva raggiunto dopo qualche tempo da una serie di accuse di frode scientifica, che alla fine ne avrebbero distrutto la reputazione, rivelando che nessuno – o quasi – dei risultati da lui proclamati era autentico.
Ma, come ci informa J. R. Minkel su Scientific American («Korean Cloned Human Cells Were Product of “Virgin Birth”», 2 agosto 2007), un articolo uscito oggi sulla rivista Cell Stem Cell getta una luce inattesa sulla vera natura del primo dei risultati di Hwang (anche se qualcuno aveva già in passato intuito la verità). Da un esame delle cellule staminali ottenute attraverso la pretesa clonazione, infatti, un gruppo guidato da George Daley del Children’s Hospital Boston e dello Harvard Stem Cell Institute ha stabilito che Hwang avrebbe in realtà conseguito per la prima volta nella storia la partenogenesi di un embrione umano.
Mentre nella clonazione un ovocita viene svuotato del proprio materiale genetico, al cui posto viene iniettato il nucleo di una cellula somatica dell’adulto da clonare, con la partenogenesi l’ovocita viene indotto a dividersi quando non ha ancora espulso metà dei propri cromosomi (quando cioè è ancora diploide, per usare il linguaggio tecnico), che normalmente con la fecondazione sarebbero sostituiti dai cromosomi dello spermatozoo.
L’embrione così ottenuto non vive però più di alcuni giorni: alcuni dei geni necessari al suo sviluppo vengono attivati infatti solo se provengono dai cromosomi del seme maschile. Da esso si possono comunque estrarre cellule staminali del tutto compatibili con la donatrice dell’ovocita (ma dal potenziale terapeutico ancora del tutto ignoto).
Questo eccezionale risultato era stato ottenuto per la prima volta l'anno scorso da un gruppo italiano, che non ha ancora però pubblicato i propri risultati, e ripetuto lo scorso mese da un’azienda californiana, la International Stem Cell Corporation. Si scopre adesso che entrambi erano stati preceduti – sia pure involontariamente – da Hwang e dal suo gruppo.
Cos’è successo? La spiegazione più probabile è che il nucleo di uno degli ovociti sia rimasto per errore nella cellula, e che il nucleo della cellula somatica che avrebbe dovuto sostituirlo sia stato in qualche modo espulso dall’ovulo. Alcune stimolazioni chimiche praticate alle cellule, molto simili a quelle usate nella partenogenesi, avrebbero poi operato il ‘miracolo’. I controlli non hanno rilevato la cosa (a volte si riesce a vedere solo quello che si spera di vedere...), col risultato che tutti sappiamo. Hwang credeva di essere arrivato nelle terre note della clonazione, e invece aveva raggiunto il nuovo continente della partenogenesi; continente che porterà per sempre, per ironica giustizia, il nome di un altro.
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