mercoledì 10 ottobre 2007

Una mamma chiede isterectomia per la figlia disabile

La notizia deve essere passata inosservata perché ancora non si sono scatenate le solite reazioni. Una donna inglese ha chiesto l’isterectomia per la figlia quindicenne Katie, gravemente disabile (paralisi cerebrale). Per evitarle il dolore e lo stress psicofisico delle mestruazioni. Le associazioni dei disabili hanno manifestato assoluta contrarietà. Il direttore di Scope (associazione di disabili con paralisi cerebrale), Andy Rickell, ha dichiarato lo scorso 8 ottobre:
it is very difficult to see how this kind of invasive surgery, which is not medically necessary and which will be very painful and traumatic, can be in Katie’s best interests. This case raises fundamental ethical issues about the way our society treats disabled people and the respect we have for disabled people’s human and reproductive rights. Scope is concerned that doctors are supporting parents in this case. If this enforced sterilization is approved it will have disturbing implications for young disabled girls across Britain.
C’è da aggiungere, al di là delle considerazioni simili a quelle fatte per Ashley, che i minori e le persone gravemente disabili non hanno il diretto esercizio dei propri diritti. E forse le ragioni della mamma andrebbero ascoltate con attenzione prima di essere condannate senza appello in nome del “rispetto per i disabili”.
La madre sostiene di agire nel migliore interesse della figlia e di non avere alcuna intenzione di rendere la sua scelta una condotta generale (Mother defends hysterectomy for disabled daughter, Guardian, 8 ottobre 2007):
I am looking at the interests of an individual, my daughter. I am not suggesting that disabled children as a whole are given this operation.

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