La superiora della casa generalizia di Lucca giudica inaccettabile la richiesta; le 3 suore sono rispedite da dove venivano.
I parrocchiani si indignano e scrivono una lettera al vescovo (sottoscritta da 1.500 fedeli):
Non le nascondiamo la nostra amarezza e incredulità, poiché siamo consapevoli che le suore costituiscono una presenza evangelizzatrice importante, di cui la nostra realtà ha potuto beneficiare largamente nel cammino di fede intrapreso negli ultimi anni.Niente da fare, le suore sono liquidate.
Noi fedeli speriamo vivamente che Sua Eccellenza non sia realmente convinto che l’assunzione di un siffatto impegno costituisca una condizione perché le suore possano permanere nella nostra Comunità e continuare così a collaborare con i sacerdoti ed i laici nella missione di evangelizzazione del territorio. Tanto più se si considera che gli attuali sacerdoti della parrocchia, interpellati da noi, hanno affermato di non aver richiesto tale servizio, preferendo la loro condizione attuale e la loro indipendenza.
E i fedeli dichiarano in un comunicato:
Le suore sono state cacciate. È un’affermazione dura e scomoda, che infastidisce il vescovo Semeraro, ma noi sappiamo che è l’unica che descrive esattamente quanto è accaduto ed è inutile affannarsi a dire o ripetere meccanicamente, come fa il vicario foraneo, don Giuseppe Billi, che le suore hanno scelto di andarsene.Io non sono molto preparata in materia divina, però mi vengono in mente parole e concetti di provenienza cattolica, come: accidia, carità cristiana, guida spirituale, conforto, rispetto.
Nessuno in Curia sembra aver considerato che le suore rappresentano un punto di riferimento spirituale per la vita delle persone. La loro presenza è un completamento della testimonianza del Vangelo, che viene portata avanti in comunione da sacerdoti, religiose, laici nel pieno rispetto di quanto disposto nel Concilio Vaticano II. Abbiamo avuto di fronte una gerarchia ecclesiastica che riconosce un ruolo all’interno della comunità alle donne consacrate se queste prima passano per la casa del parroco e fanno le casalinghe; poi possono finalmente permettersi di scendere e prestare il loro servizio a favore del popolo di Cristo.
(Nella foto il vescovo Marcello Semeraro e Padre Carlo Fioravanti con le autorità militari: scopri qual è).
Brava Chiara. Questa è la via. Magari parliamone così, per caso s'intende, dal parrucchiere o in panetteria! ;)
RispondiEliminaPS "questa è la via" è un po' forte, pardon.
RispondiEliminama visto che se uno dice beh, gridano all'attacco alla chiesa credo che possiamo passare al piano B: sputtanamente costante sottoforma di pettegolezzo.
Non è che ci voglia un fatto di cronaca per accorgersi che all'interno della Chiesa le donne non contano un c...
RispondiEliminaSam, dovremmo stilare un elenco (anche in base ai luoghi che si frequentano) di pettegolezzi anticlericali... Pensiamoci.
RispondiEliminaJoe Silver, senza dubbio. Quello che mi colpisce (non solo in questo caso) è la sfacciataggine. Ma forse anche questa non è una gran novità.
stavo cercando un'immagine per un calendario e guarda un po cosa ti becco, il blog di chiara!!carina questa notiziola!! aggiunge ridicolo al ridicolo....!detto ciò però direi che purtroppo se ti fai suora è una di quelle cose che tocca che prendi in considerazione che ti potrebbero capitare....e cioè: hai fatto voto di obbedienza a santa madre chiesa!!! hai cioè deciso che se ti viene voglia di farti una passeggiata,devi chiedere il permesso alla madre superiora....idem se ti serve un litro di latte al bar sotto il convento!e questo tanto per lasciare da pare questioni più serie!! figuriamoci se faccio il tifo per il vescovo e i suoi degni compari....però certo che se tu suora lavori per anni all'interno della chiesa aiutando quindi il sistema a mantenersi nei secoli....ora voglio dire: gli hai detto che gli obbedirai, gli hai riempito le chiese....forse forse però sarebbe proprio il caso che riesaminassi le tue scelte pregresse!!
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RispondiEliminaChiara, sei la "Chiara" conosciuta a Nettuno?
RispondiEliminaMandamo una mail con i tuoi recapiti.
A presto, l'altra Chiara