Segue poi la rituale considerazione scandalizzata per il cinismo dei medici, che sempre più numerosi praticano l’aborto farmacologico: «Il medico non si sporca le mani e i 400-500 dollari si incassano lo stesso». Ma se ci si prende la briga di leggersi l’articolo del Post si scopre che il motivo del successo crescente della pillola abortiva è tutt’altro: una clinica dove si pratica l’aborto chirurgico è un bersaglio facile per la violenza dei fanatici anti-abortisti. L’aborto con la Ru-486 è invece un evento che è facile nascondere ad occhi malevoli, e che non mette quindi a repentaglio l’incolumità del medico che lo pratica. Nessuna parola di questo, naturalmente, sul Foglio.
Infine non può mancare la descrizione grandguignolesca dello svolgimento dell’aborto, in solitudine, tra spasmi atroci ed emorragie violente. Ma qui la Tiliacos inciampa malamente. Dopo aver scelto il caso peggiore tra quelli presentati nel Post, e ignorando gli altri, ecco infatti cosa scrive:
Alla fine anche l’elogio della Ru486 confezionato dal Washington Post mostra qualche crepa. “È stata una delle esperienze più dolorose che mi sia mai capitata”, dice Victoria Reyes, che ha dovuto completare l’aborto in modo chirurgico, perché la Ru486 (succede frequentemente) non era stata sufficiente.Andiamo a vedere l’originale:
“È stata una delle esperienze più dolorose che mi sia mai capitata”, afferma. “Non solo i crampi erando davvero brutti, stavo anche sudando e avevo un’emicrania. A un certo punto ho vomitato. È stato molto brutto”.Dov’è l’intervento chirurgico di cui parla la Tiliacos? Nel testo originale non ve n’è traccia. Questo potrebbe essere dovuto a una distrazione – qui a Bioetica siamo comprensivi; un po’ più difficile, invece, che la Tiliacos abbia omesso per sbaglio il paragrafo immediatamente successivo dell’articolo del Post:
La Reyes fu costretta inoltre ad assumere una seconda dose quando l’ecografia mostrò che non aveva completato l’aborto, costringendola a tornare in clinica una seconda volta per confermare che il processo fosse completo [corsivo mio].
“Penso di essere ancora contenta di averlo scelto”, dice la Reyes. “Volevo proprio starmene a casa e tenerlo privato”.Qui di seguito l’originale inglese:
“It was one of the most painful experiences I’ve ever had,” she said. “Not only were the cramps really bad, I was sweating and had a headache. I threw up at one point. It was pretty bad.”Ah, dimenticavo: la Tiliacos non manca di criticare il carente «rigore giornalistico» del Post...
Reyes also had to take a second dose when an ultrasound showed she had not completed the abortion, requiring her to return to the clinic for a second time to confirm that the process was complete.
“I think I’m still glad I picked it,” Reyes said. “I just wanted to be home and keep it private.”
Mi pare che Gaber si riferisse proprio ai "giornalisti", quando cantava "...di fronte a tanta deficienza
RispondiEliminanon avrei certo la superstizione della democrazia!".
Un post interessantissimo. Peccato che queste "omissioni" non abbiano un risalto che meriterebbero. Purtroppo non credo che molti lettori del foglio leggano bioetica (certo... dovrebbero!)
RispondiEliminasaluti!
A me pare che la questione della pillola abortiva sia piuttosto strana e ho l'impressione che chi è contro non sia particolarmente interessato al benessere psicofisico della donna. Ora se io ho un problema di salute vado da un medico che si occupa di quella patologia e gli chiedo un consiglio. Il medico secondo scienza e coscienza valuterà i rischi e i benefici di un intervento chirurgico oppure di una terapia farmacologica. Mi sembra piuttosto inquietante che teologi, giornalisti e quant'altro si mettano a discutere di cose che non conoscono portando numeri a caso. Non credo che tutti quelli che pontificano sull'argomento siano mai entrati in una sala operatoria, sappiano cosa è la farmacocinetica ecc. Io se ho un problema di salute vado dal medico, non vado dal prete o dal giornalista.
RispondiEliminaSquallida cosa, ma dal Foglio non mi stupisce. Tutta la loro campagna "pro life" è caratterizzata da disonesta intellettuale.
RispondiEliminaper emmyfinegold: il tuo discorso è completamente razionale e logico, e pertanto inaccettabile qui in vatic... oops, in italia.
RispondiEliminaPiù si sposta l'aborto vicino alla fecondazione e diventa indolore meno hanno agio di spaventare con truculente (quanto false) descrizioni. Inoltre si accorgono del paradosso di considerare un gruppetto informe di cellule una persona, laddove verso il terzo mese una vaga morfologia umana si nota.
RispondiEliminaInsomma: totale malafede, a scopo di sostere una campagna ideologica obsoleta.
Bè di questo si è ampiamente diuscusso anche su questo blog... anche se per le persone normali è cosa semplice discriminare tra una persona e un grumo di cellule, per gli integralisti, che ampiamente popolano questo paese, no
RispondiEliminaL'Etca, soprattutto se "Bio", presuppone una psiche e un corpo uniti.
RispondiEliminaVoi, da bravi schizofrenici, fate pure !!
...comunque, siccome non mi piace essere "anonimo" ma "inabile con il computer" ti lascio l'indirizzo del mio blog
RispondiEliminahttp://blog.libero.it/MjkaCat/
oppure puoi venire sul NG it.cultura.filosofia.moderato (Solania) dove, se vuoi farti spaccare i dentini, sempre a tua disposizione.
Il mio bel ciucchino !!