venerdì 1 febbraio 2008

Mamma, papà e il signor Brambilla

Il Corriere del 30 gennaio lo spara già nel titolo: «Gb: basta dire “mamma e papà”, contro l’omofobia meglio parlare di “genitori”». L’articolo prosegue così:
Nelle scuole elementari britanniche sarà proibito usare l’espressione «mamma e papà» e diventerà obbligatorio utilizzare l’espressione neutra «genitori», in modo particolare nelle comunicazioni a casa. Come scrive mercoledì il popolare quotidiano Daily Mail, il ministro per la Scuola e l’infanzia Ed Balls farà propria la proposta lanciata dall’organizzazione per i diritti degli omosessuali Stonewall, mirante ad abituare i bambini britannici delle elementari all’idea che potrebbero esserci genitori dello stesso sesso.
Secondo gli attivisti di Stonewall, l’espressione «mamma e papà» lede i diritti dei genitori omosessuali e favorirebbe pregiudizi anti-gay.
Il Giornale del giorno dopo, con Michele Brambilla, ha un titolo più contenuto («L’ossessione dell’omofobia»), ma poi ci va giù pesante:
Gilbert Keith Chesterton diceva che «il guaio dell’uomo moderno non è quello di avere perso la fede, ma quello di avere perso la ragione». Basterebbe questa battuta per liquidare l’idiozia di un altro molto meno illustre cittadino inglese, il ministro per la scuola e per l’infanzia Ed Balls (nomen omen) che ha deciso di vietare ai bambini delle elementari l’utilizzo dei termini «mamma» e «papà», i quali sarebbero gravemente offensivi nei confronti degli omosessuali.
Poiché in teoria – ma solo in teoria – dovrebbe esserci un limite all’imbecillità umana, il lettore può pensare che abbiamo capito male, e che le cose non stanno proprio così. E invece stanno proprio così, anzi un po’ peggio. Cito testualmente dall’agenzia: «L’espressione “mamma e papà” lede infatti i diritti dei genitori omosessuali e favorisce le tendenze omofobiche, diffondendo l’idea che esista solo una famiglia tradizionale».
E invece le cose non stanno così: Brambilla e il Corriere hanno effettivamente capito male.
Sono andato a cercarmi le linee guida originali del ministero britannico – cosa che avrebbero potuto fare benissimo prima di me i sullodati giornalisti: si trovano in rete dal settembre 2007. Il documento si intitola Homophobic bullying, e consta di 138 pagine; ma i consigli relativi alle parole «mamma» e «papà» occupano poche righe. A p. 93 si legge:
Tutti i genitori/tutori sentono di essere coinvolti nella vita scolastica? I messaggi per le famiglie sono inclusivi? Parlate di «genitori» invece di presumere che tutti gli studenti abbiano una «mamma o un papà»?
Nell’originale:
Do all parents/carers feel able to be involved in school life? Are messages home inclusive? Do you talk about “parents” instead of assuming all pupils have a “mum or a dad”?
E a p. 99:
Le scuole dovrebbero sforzarsi di parlare inclusivamente dei genitori omosessuali, per esempio evitando di presupporre che tutti gli studenti abbiano una «mamma o un papà».
Nell’originale:
Schools should make efforts to talk inclusively about same-sex parents, for example, avoid assuming all pupils will have a “mum and dad”.
Non c’è, come si vede, nessuna proibizione, solo consigli (e rivolti agli insegnanti, non agli studenti); ma soprattutto non si chiede genericamente di evitare le parole «mamma» e «papà». Il messaggio è chiarissimo: evitare indebiti presupposti quando si parla ai o dei genitori degli studenti, se si ignora la loro realtà familiare, che – piaccia o non piaccia – può essere differente dai modelli tradizionali. L’unica critica sensata che si può rivolgere al documento è di non essere ancora più inclusivo, prendendo in considerazioni i casi di bambini o ragazzi con un solo genitore.

Vorrei poter dire che i blog se la siano cavata meglio dei giornali, e in parte è così: Luca Sofri ha capito subito che la notizia era sostanzialmente falsa («Buttarla in vacca», Wittgenstein, 31 gennaio); Stefano B. di Cadavrexquis fa notare come la fonte invocata dal Corriere, e cioè il Daily Mail, riporti in realtà la notizia correttamente, facendo risaltare ancora di più l’assenza di professionalità di quello che dovrebbe essere il maggiore quotidiano italiano («Cari mamma e papà, basta che non siate giornalisti», 1 febbraio); Emanuela di Céad Míle Fáilte prende per buona la notizia, ma ne trae qualche considerazione non banale («Continuerò a chiamarli così», 31 gennaio). Ma c’è anche chi approfitta di questo falso per costruirci sopra uno squallido apologo: capita, quando l’odio integralista si somma alla credulità.

16 commenti:

  1. molto d'accordo.
    :-)

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  2. Secondo me una prima forzatura l'aveva già fatta il Daily, anche se meno marcata. Poi i giornalisti italiani c'hanno messo del loro, prima nel prendere il giornale inglese come fonte unica senza verificarla (mi chiedo dov'è finito il giornalismo se i "giornalisti" non si prendono la briga di verificare una fonte che anche i comuni blogger sono in grado di rintracciare con solerzia e facilità). Hanno intanto tradotto a modo loro quel "should not", attingendo probabilmente in parte anche a qualche carenza linguistica (che non ci sta mai male quando si fa il giornalista in Italia). Poi hanno disaccoppiato "mamma e papà" per farlo diventare "mamma" e "papà" (come se essere contrari ad un governo di "destra e sinistra" significasse essere contrari tanto a un governo di destra quanto a uno di sinistra). Poi ci hanno messo dentro quel "sarà proibito" che gli avrà fatto vendere una decina di copie in più, che non ci sta mai male.

    Nel merito della notizia vera, anche io trovo l'esortazione, o meglio suggerimento, un po' pedissequi. Tra l'altro si presuppone che gli insegnanti sappiamo gli scolari chi hanno per genitori. La linea guida non poteva semplicemente limitarsi a dire di "non distrarsi" e tenere a mente le condizioni familiari dei ragazzi? (tutte, ovviamente)

    Comunque devo dire che il Corriere sta un po' perdendo la bussola, a quanto pare. Il caso La Sapienza ha avuto del clamoroso per l'eccesso di sensazionalismo e la carenza di precisione nel riportare i fatti come (cronologicamente) veramente accaduti. Ci sono stati anche altri episodii e mi viene il dubbio che la martellante propaganda per-la-famiglia-tradizionale stia sortendoo effetti anche lì, se non altro a livello inconscio e subliminale, come ogni buona propagnda del resto si prefigge di fare.

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  3. perchè viene sempre tutto travisato? grazie di aver chiarito le cose!!! mi sembra tutto molto più logico adesso!! silvia

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  4. Sono grata per tutte queste informazioni e citazioni di fonti, anche perché non ero riuscita ad averne prima. Ma avevo fiutato la falsificazione, che è a volte (molte volte?) più pericolosa e subdola del falso stesso.
    Concordo con tutta l'impostazione del problema e mi complimento per la chiarezza del post. Tra l'altro aver conosciuto "Berlicche" non è da poco.
    Posso citarvi nel mio blog?

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  5. Certo che ci puoi citare Harmonia, grazie a te!

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  6. l’assenza di professionalità di quello che dovrebbe essere il maggiore quotidiano italiano

    Che non mi sembra nemmeno una grande novità...

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  7. Grazie per il tuo commento.
    Sono contrariata soprattutto con me stessa per non aver intuito la bufala celata dietro la notizia e per aver preso per buono come un'allocca le spruzzate d'inchiostro degli scribacchini nostrani.
    Non mi rassegno, evidentemente, ad accettare l'idea che il giornalismo sia sceso così in basso da non essere più una fonte di informazione ma piuttosto di pettegolezzi da cortile.

    Grazie ancora per il prezioso chiarimento

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  8. Di questo argomento nè so qualcosa, non è rari che queste persone stravolgono la verità dei fatti.
    L'ultima cretinata che ho sentito è di accusare le persone GLBT di formare una "setta" che cerca "adepti"....
    Non c'è limite all'assurdità....

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  9. mio dio, come sono caduto in basso!

    disse il corrierone dopo la brutta figura rimediata nella circostanza.

    e berlicche è impagabile: il cielo visto da molto in basso, anzi più giù.
    a volte mi domando se gente così esiste davvero, o sono invenzioni di qualche spirito allegro.

    in realtà lo sgùb del corriere si riduce ad un tizio che asserisce che con i bambini ci vuole un minimo di delicatezza.
    che, a voler ben vedere, è un po' come scoprire l'acqua calda.

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  10. Ho provato a far luce sull'accaduto a un blog di omofobi che pubblicizzavano la notizia falsa... ma niente, continuano a ignorare la realtà.... Come dire "lo so che la terra è tonda ma in realtà è quadrata"...

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  11. Girl: fa troppo comodo alla loro propaganda. E' come l'altra notizia gonfiata ad arte di Zapatero che avrebbe sostituito le parole "padre" e "madre" con "genitore A" e "B"...

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  12. Oh, esisto.
    Innanzi tutto devo ringraziare, perchè è sempre un onore essere accusato di ignoranza e odio integralista da persone così squisitamente gentili e comprensive da chi non la pensa come loro.

    Mi viene un dubbio: come mai l'avete definito squallido?
    Che non abbiate colto l'ironia?
    Che non siate riusciti a cogliere la voluta paradossalità?
    Che vi siate irati perchè ho utilizzato in modo improprio le dolci canzoni dell'infanzia?
    Che abbiate letto orrendi insulti omofobi laddove proprio non ve ne sono? O forse non riuscite proprio a sopportare neanche l'idea di un bambino (bleah!) che pure fa i suoi bisogni (doppio bleah!)?

    Comunque sia, una cosa ve la devo riconoscere: di bullying siete dei veri esperti. Chapeau.

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  13. Lo so Giuseppe. Ma è più forte di me. Una cosa è essere di opinioni diverse, lo accetto. Ma un'altra e strumentalizzare le notizie per difendere la propria morale...

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  14. Oh certo, la squisita ironia, la voluta paradossalità! Come ho fatto a non notarle? E l'amore e la tolleranza che grondano da tutto quello che scrivi! Bisogna essere proprio dei malvagi laicisti per non notarle all'istante... Scusa tanto, la prossima volta starò più attento!

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  15. Non c'è nulla di strano, sono tutte notizie distorte ad arte per far titoli più sensazionalistici e aumentare tirature e Audience; solo in una realtà ottusa e bigotta come quella italiana si ha la sensazione che all'esterno vi sia un mondo comandato dalle famigerate lobbygay.

    Qui dove persino le coppie di fatto eterosessuali non hanno diritti, si pensa che laddove via siano soltanto manifestazioni di civiltà e tolleranza, vi sia in realtà lo zampino di una lunga mano di una lobby di fatto inesistente se non nelle menti di chi la vede.

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