The stepwise evolution of these independent signaling pathways through gene duplication and subsequent divergence is consistent with Darwinian theory of selection and adaptationL’articolo originale non mi è purtroppo accessibile, ma la questione dovrebbe essere questa: la storia evolutiva dei mammiferi (ricostruita appunto sulla base del confronto col genoma del platipo) è stata contrassegnata dalla subitanea duplicazione di alcuni geni, che sono serviti da base per l’evoluzione di geni differenti da quelli da cui discendono. Piattelli ne deduce che il darwinismo, che postulava un’evoluzione procedente per piccoli passi cumulativi, ne sarebbe confutato; ma non è così. La duplicazione di un gene, infatti, non è che il primo passo: il gene figlio deve ancora differenziarsi, e questo accade gradualmente, seguendo i meccanismi della selezione naturale; l’acquisizione del nuovo carattere non è insomma affatto subitanea. Il darwinismo non solo non viene messo in crisi dal meccanismo (peraltro già noto da tempo), ma anzi ne esce rafforzato: se prima lo sviluppo di nuovi geni da zero poteva porre in imbarazzo la teoria, ecco che adesso conosciamo un modo plausibile per cui ciò possa avvenire.
All’articolo di Piattelli ha fatto seguito, sempre sul Corriere, un intervento di Giorgio Bertorelle, Presidente della SIBE, Società Italiana di Biologia Evoluzionistica («Ma l’ornitorinco non contraddice le teorie di Darwin», 21 maggio, p. 41); Piattelli ha risposto ribadendo nella sostanza le proprie posizioni («La teoria dell’evoluzione e il (defunto) darwinismo», 23 maggio, p. 57). La SIBE a questo punto ha promosso una petizione, firmata da nomi celebri della biologia evoluzionistica, che afferma:
In un suo articolo sul Corriere della Sera del 23 maggio, Massimo Piattelli Palmarini scrive che “… le scoperte della genetica e della biologia dello sviluppo hanno fatto collassare assolutamente la teoria darwiniana”. Questa è un’opinione personale che non corrisponde ai fatti. Al contrario, la comunità scientifica ritiene, sulla base dei risultati ottenuti in migliaia di studi e ricerche, che il principio darwiniano di selezione e adattamento sia un meccanismo fondamentale per l’evoluzione degli organismi. Charles Darwin scrisse L’origine delle specie 150 anni fa, quasi 100 anni prima della scoperta dalla struttura del DNA. Non possiamo aspettarci che potesse a quel tempo sapere e capire tutto quello che sappiamo e capiamo oggi. Ma confondere il logico aggiornamento e completamento della teoria dell’evoluzione con il collasso della teoria darwiniana è un grave errore sia dal punto di vista storico che scientifico.Il Corriere della Sera non ha purtroppo ritenuto opportuno pubblicare il testo della petizione.
L'articolo del Foglio e' di novembre dello scorso anno, non di maggio. Fa parte di un altro scambio tra evoluzionisti seri e creazionisti, che prese il via da un'altra uscita di Piattelli Palmarini.
RispondiEliminaGiusto, grazie. Ho tolto il riferimento.
RispondiEliminaTalvolta, al solo scopo di "dialogare", ho provato a prendere in seria considerazione le teorie creazioniste, ma è più forte di me: non riesco proprio ad accettare che un cervello minimamente evoluto le possa ritenere meritevoli di credito...
RispondiEliminaMi chiedo: quando Piattelli cita a suo sostegno gente come Lewontin sta forse strumentalizzando le loro opinioni?
RispondiEliminaLe critiche di Lewontin al neodarwinismo, a quanto ho capito, riguardano soprattutto quelle interpretazioni secondo le quali ogni carattere è frutto di un adattamento, o sbaglio?
Joe: diciamo che il dibattito fra Lewontin (e Gould) e i darwinisti 'ortodossi' riguarda più che altro l'ampiezza della selezione rispetto alle altre cause (come la deriva genetica, l'effetto fondatore, gli spandrels, etc.). Nessun evoluzionista serio ha mai pensato che la selezione fosse l'unica.
RispondiEliminaMa siamo sintonizzati o che cosa?
RispondiEliminaStavo scrivendo oggi della diatriba tra SIBE, Corriere, e Palmarini su Progetto Galileo! ;))
Fabristol: sarà un contatto telepatico? :-)
RispondiEliminaIo lessi quell'articolo dell'11 maggio e fui tentato di fermarmi quando notai scritto: "[L'ornitorinco,] anche al livello genetico fine, si identifica in un misto di discendenze, da altri mammiferi certo, ma anche dai rettili e dagli uccelli". Quando uno legge una cosa del genere, che un animale è disceso sia dai rettili che dai mammiferi (che hanno progenitori in comune ma sono sempre stati separati da quando esistono come distinti), capisce che questa persona non ha nemmeno studiato, o capito, i principi più elementari dell'evoluzione di Darwin, o almeno non conosce quasi nulla delle osservazioni sin qui acquisite. Come minimo questo prefigura uno "straw man argument": Piattelli Palmarini crea una sua versione personalizzata dell'evoluzione secondo Darwin e attacca le basi di questa. Che però è una sua teoria, non la teoria vera. L'aver smontato la sua versione personalizzata non comporta ovviamente nessuna intaccatura alla teoria vera.
RispondiEliminaLeggendo poi avevo fatto lo stesso pensiero poi espresso nell'appello: Piattelli Palmarini critica l'evoluzione partendo da Darwin alla stregua di come qualcuno oggi potrebbe criticare la teoria moderna della gravitazione attaccando la formulazione originaria di Newton. È ovvio che le teorie si trasformano e perfezionano. Sarebbe un gioco da ragazzi, oggi come oggi, fare a pezzi le grandi scoperte di Newton osservando (solo per fare un esempio) l'erroneità palese del concetto di azione a distanza e cose simili, in base ad osservazioni sperimentali incontrovertibili. Questo in alcun modo però rende falsa la teoria della gravitazione (né ovviamente rende Newton un babbeo).
Trovo poi veramente disonesto scrivere un articolo di giornale dando ad intendere che l'interpretazione assolutamente personale da parte di chi scrive di uno studio corrisponda all'interpretazione degli autori di quello studio. In nessun punto il Nostro dà la possibilità al lettore di capire che gli autori della ricerca che lui cita si ribellerebbero alle sue parole. Anzi, lascia implicitamente ad intendere il contrario. Questo è il massimo di disonestà intellettuale, ma anche una tattica tipica dei creazionisti (...!).
Non si capisce bene perché tanti personaggi siano così affezionati ad attaccare Darwin usando metodi dialettici che, se solo osassero coerentemente applicare ad altre teorie scientifche, parrebbero ovviamente ridicoli (e nessun direttore di giornale nazionale concederebbe spazio a tali scempiaggini). Mi consolo sempre nell'immaginare tra un paio di secoli un bambino di undici anni prendere in mano questi articoli di giornale e sorridere della credulità popolare di massa dei nostri giorni, ancora diffusa.
Per Regalzi: non credo che esista la figura di "evoluzionista", né la scienza dell'"evoluzionismo". Come non esistono gravitazionisti e gravitazionismo. Sono termini inventati dai creazionisti. Gli "ismi" non appartengono al mondo scientifico per definizione.
Paolo: "evolutionist", evoluzionista, è un termine usato correntemente da Richard Dawkins nei suoi libri con il significato di "biologo evoluzionista". Dawkins usa anche a piene mani "Darwinism", più o meno nel senso che in italiano ha "evoluzionismo". Sarà un creazionista anche lui? :-)
RispondiEliminaNon lo sapevo e mi sorprende scoprire che Dawkins ne faccia uso (sarebbe effettivamente clamoroso scoprire che Dawkins è un creazionista infiltrato). Io personalmente lo trovo improprio, ma è (appunto) una mia personale opinione, a questo punto. Un "Newtonista" a me farebbe molto ridere. D'altronde devo ammettere che esiste la teoria dell'elettro-magnetismo. :-)
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