Milano, 26 nov. (Apcom) - L’81 per cento degli italiani non vorrebbe essere tenuto in vita qualora si trovasse nelle condizioni di Eluana Englaro. È questo il risultato che emerge da un sondaggio condotto dal settimanale Donna Moderna, che sarà in edicola domani. Solo il 19% degli intervistati invece direbbe sì alla vita anche in quelle condizioni.
Già, l'81 %. Degli italiani.
RispondiEliminaRiflettevo ieri, parlando e consolando una cara amica sterile alle prese con le difficoltà del primo anno di vita del piccolo figlio adottato, che solo vivendo certe esperienze si possono capirne le difficoltà, le meraviglie, l'essenza.
Non è possibile capire le diverse esperienze di vita senza viverle. Non esiste un solo libro che prepari a viverle. Prima di viverle ci si può fare un'idea generale, ci sentiamo forti di tutte le nostre certezze teoriche, ma poi quello che conta davvero, quello che da forma al nostro pensiero definitivo su un certo tema è l'esperienza vissuta.
Questo vale per la maternità, per la genitorialità in generale, per l'amore, per la malattia. Riflettevo sul fastidio che mi davano i discorsi delle mie amiche, quando, ormai 20 anni fa, aspettavo il primo dei miei figli, 'vedrai, dopo sarà diverso', 'la vita cambia, e non solo la vita, anche tu'.... Avevano ragione loro, finchè non vivi non sai. Studiare e immaginare non basta.
Tornando all'81%, è dato interessante ma teorico e privo di senso reale perchè la gran parte di chi ha risposto alle domande non vive davvero l'esperienza di una vita condizionata dall'infernità.
Mettiamolo a confronto con le risposte che vengono date da coloro che, invece, vivono sulla loro pelle queste condizioni: 'solo' il 1% dei grandi infermi con varie sindromi collegate a danni neurologici e gravi limitazioni motorie chiede di morire. Il 99% vuole VIVERE. Anche attaccato/a ad un respiratore, come Borgonovo malato di SLA, o fermo/a in un letto parlando con chi si ama e ci ama con una palpebra come Emanuela Lia, come Totò Crisafulli etc, etc, etc,.... tanti, troppi, per elencarli, ma gli unici autorizzati dalla loro esperienza di vita a rispondere al sondaggio.
Gli altri sono solo dei sani che hanno paura, paura del dolore, della solitudine, dell'abbandono, dell'invalidità del corpo, della fine dell'amore. Ma in realtà non sanno niente.
AnnaMaria
AnnaMaria, temo che in casi come quello di Eluana non ci si potrà aspettare "le risposte che vengono date da coloro che, invece, vivono sulla loro pelle queste condizioni"...
RispondiEliminaHai ragione Giuseppe, ma tanta sai?
RispondiEliminaQuesto è il motivo principale per cui i cattolici si dichiarano contrari alla sopressione di Eluana.
Proprio questo.
Lei non può opporsi, non può dire 'no, guardate, ora che ci sono, che lo vivo, ho cambiato idea. Quelle cose le ho dette da sana, non sapevo, non immaginavo. Voglio vivere, anche così'
Proprio questo.
AnnaMaria
No. Non è che Eluana non può dire quelle cose; non le può proprio pensare. Non può aver cambiato idea, perché non ha più idee. L'ultima sua opinione - l'unica valida - è quella che aveva espresso prima dell'incidente.
RispondiEliminaAnnaMaria, chi è in quelle condizioni non può volere niente, non ha coscienza. Lo stato vegetativo persistente non è un'esperienza vissuta, non esperisci proprio nulla (non a livello di percezione cosciente), non vivi lo SVP.
RispondiEliminaChi invece è sano può volere che il proprio corpo definitivamente incosciente abbia, nel caso, una sorte piuttosto che un'altra.
Eluana Englaro aveva una volontà precisa, a tal riguardo.
Magar
@ AnnaMaria
RispondiEliminaSe anche solo l'1% (fonti? riferimenti?) delle persone che si trovano in condizioni di grave malattia o infermità volesse porre fine alle proprie sofferenze, sarebbe degno della peggiore dittatura impedire a quell'1% di vedere rispettata la propria volontà. Secondo me, che l'81% delle persone preferirebbe che si staccasse la spina se si trovasse in quella condizione è abbastanza irrilevante. Se anche fossero solo l'1%, avrebbero il diritto di poter scegliere.
"Se anche fossero solo l'1%, avrebbero il diritto di poter scegliere". Certo. Il significato dell'81% è politico, non morale. Un certo signore, che tutti dicono molto attento ai sondaggi d'opinione, potrebbe forse avere qualche ripensamento...
RispondiEliminaIl senso di quell'81% infatti non è che il restante 19% debba adeguarsi e fare lo stesso. Il senso è che le leggi illiberali propugnate da qualcuno andrebbero a colpire non già i diritti di una minoranza degli italiani (che pure sarebbero comunque da ritenere sacrosanti), ma quelli di una sorta di "maggioranza bulgara". Insomma, il fronte pro-life vuole addirittura una dittatura della minoranza.
RispondiEliminaMagar
Annamaria:
RispondiElimina"Gli altri sono solo dei sani che hanno paura, paura del dolore, della solitudine, dell'abbandono, dell'invalidità del corpo, della fine dell'amore. Ma in realtà non sanno niente."
Con tutto il rispetto, in realtà tu sembri voler farci intendere che l'unica a sapere tutto qui dentro sei tu....non come quell'81 per cento di persone, che evidentemente ritieni essere tutti sani, tutti poco informati o molto insensibili; tutte persone che non hanno vissuto l'esperienza di un parente, un amico, un compagno/a o un figlio gravemente malati e gravemente sofferenti. Gli italiani, gente sana.
Quanto al discorso che "'solo' il 1% dei grandi infermi" non vuole morire, al di là del fatto che è un dato falso (infatti non riporti fonti), trovo che non sia pertinente. Fosse anche uno su 1000: perchè condannarlo due volte, alla sofferenza estrema e all'umiliazione della propria volontà?
Molto interessante che un giornale letto soprattutto da persone molto informate dal punto di vista medico (immagino quanti abbiano consultato anche solo il proprio medico di famiglia prima di rispondere a una domanda così difficile) pubblichi un sondaggio del genere. Mi ricorda qualcosa...a sì il referendum sulla legge 40. Tutti i giornali, le riviste e le trasmissioni tv (da Buona Domenica a Report) ci hanno spiegato come nessuno in Italia volesse quella legge tranne i Vaticani-Talebani. Però - al momento della verità - è venuto fuori che si erano sbagliati: la maggioranza degli italiani ha deciso che la legge poteva benissimo rimanere com'era
RispondiElimina.
Quante di quelle persone SANNO di cosa stanno parlando?
Ma già a Regalzi non sembra un fatto importante SAPERE, basta esprimere una parere, informato o meno non è fondamentale. "un diritto all’informazione, non un dovere di informarsi".(15 novembre)
Ecco cosa ne pensa, invece, qualcuno che non solo è ben informato (2 sono medici) ma ha toccato con mano la malattia e DOPO essersi ammalato ha pensato che l'idea che si era fatto PRIMA di cosa significa essere malati era da rivedere. Per fortuna il terzo non aveva scritto "DNR" sulla piastrina....
"Ho pensato al suicidio assistito, ho anche telefonato alla Dignitas in Svizzera per informarmi sulle modalità. Ma poi mi sono detto: uè, Mela, e questo il messaggio che vuoi lasciare a chi ti ama, un gesto d'egoismo?"
Mario Melazzini - malato di SLA e medico
“Io vi posso dire – ha aggiunto – che da sano uno non sa come reagirà in caso di malattia, per questo il testamento biologico scritto da una persona sana non ha senso”. La Menard si è detta quindi “contraria all’eutanasia, perché il diritto alla morte in quel caso rischia di diventare un dovere”
Silvie Menard - malata oncologica e allieva di Veronesi
"Ero cosciente che di lì a poco sarei morto, ma non me ne importava un fico secco: la mia era una forma di suicidio in totale regime di privacy, tra le proprie mura. Mi sono lasciato morire rifiutando ogni cura, fino al 2005. (finchè)Ho avuto una crisi respiratoria, poi un’altra... Mi salvarono per un soffio, portandomi al pronto soccorso, ma il giorno seguente una crisi ancora più forte mi fece andare in coma, e in rianimazione per dieci giorni. Feci appena in tempo ad acconsentire alla tracheotomia: avevo già toccato la morte con un dito in giorno prima, e non avevo nessuna intenzione di ripetere l’esperienza."
Michele Riva - malato di SLA
Annarosa, ancora con "la maggioranza degli italiani"? Guarda che una menzogna non diventa più vera ripetendola ad nauseam...
RispondiEliminaIo non lo so che cosa sa quell'81%. Spero solo che qualche politico ci pensi due volte prima di approvare una legge che a quell'81% non piacerà. Ma se tu o Mario Melazzini o qualcun altro pensate di riuscire a spiegare le gioie dello stato vegetativo e convincerli, prego, fate pure...
"l'esperienza di una vita condizionata dall'infernità"
RispondiEliminaAnnaMaria, ed ora questo refuso noi come lo interpretiamo?
Veramente, Annarosa, nel 2004 la maggioranza degli italiani ha solo scelto di non scegliere, tra il mantenimento e l'abolizione della legge 40. Quando hanno deciso di non andare a votare non sapevano se il quorum sarebbe stato raggiunto.
RispondiEliminaQuanto ai casi che tu porti: le preoccupazioni di Melazzini sul gesto di egoismo (?) sono nobili, ma riguardano il suo personalissimo punto di vista; Sylvie Menard straparla, l'eutanasia non comporta alcun dovere di morire; Michele Riva confonde la propria malattia, la SLA, con la condizione di Eluana Englaro, che è totalmente differente: del resto, se lui, in piena coscienza, non aveva chiesto la non-rianimazione, evidentemente aveva in realtà tutte le intenzioni di vivere. Sono felice per lui, ma non vedo perché debba prestarsi a questo gioco al massacro contro una persona che non ha mai conosciuto, e la cui condizione non c'entra nulla con la sua.
Ribadiamolo, Eluana Englaro non può aver cambiato idea sullo stato vegetativo persistente dopo averlo vissuto da dentro, perché non ha più idee, né esperienze coscienti.
O forse vuoi abolire anche il testamento patrimoniale? In fondo,
pure quello è fatto PRIMA di sapere cosa significa essere morti...
Magar
“Io vi posso dire – ha aggiunto – che da sano uno non sa come reagirà in caso di malattia, per questo il testamento biologico scritto da una persona sana non ha senso”
RispondiEliminaSottoscrivere un testamento biologico ha senso.
La questione è relativamente semplice, se diamo per buone le capacità di un individuo di fare previsioni ragionevoli.
Ma vediamo.
Io sono, attualmente, in ottime condizioni fisiche (psichiche, mah!), e so che potrei ammalarmi gravemente (sto scrivendo solo con una mano, in questo momento).
So pure che non conosco i miei limiti con esattezza, ovviamente.
Al tempo stesso, so, per esperienze indirette, che è possibile trovare risorse inaspettate anche di fronte alle condizioni più estreme che oggi, con la pancia piena, posso reputare insopportabili (tanto per dirne una, è sufficiente leggersi "Il sergente nella neve").
Ora, nell'eventualità di una grave malattia (idem come sopra), posso ritrovarmi cosciente o incosciente.
Nel primo caso, non ci sono problemi di sorta nell'aver firmato il testamento biologico: sono sveglio e, se me la sento di tirare avanti, posso continuare a farlo; diversamente, posso chiedere l'interruzione delle cure e arrivederci.
Nel secondo caso, indipendentemente dal grado di consapevolezza attuale riguardo a ipotetici scenari, quanto verrà fatto nei miei confronti - a determinate condizioni - sarà sempre una mia responsabilità, soprattutto nell'ipotesi che io cambi idea ma sia nell'impossibilità di dichiararlo al mondo esterno.
Accetto il rischio.
Tra l'altro lo stesso rischio lo corre chi è di parere opposto per opposti motivi: "Tenetemi vivo il più possibile, finché il fisico non crolla di suo!"; salvo poi accorgersi, magari, che si finisce per impazzire, nel rimanere imprigionato mesi o anni in un corpo paralizzato e che non può comunicare. Così ti maledici perché nessuno ti aiuterà a farla finita nel più breve tempo possibile.
Ma tant'é, e la volontà ultima va rispettata.
Unica cosa da fare, in qualsiasi caso.
DF1989 gli autori del sondaggio che ha dimostrato che il 99% dei grandi invalidi in stato post-comatoso o vegetativo vogliono continuare a vivere, nonostante le assurde difficoltà poste dalla loro strada dalla avara burocrazia statale, sono la famiglia Crisafulli insieme con l'Associazione Uniti per il Risveglio, associazione di persone colpite da stati vegetativi e dei loro familiari. Nel caso di persone non coscienti hanno risposto i familiari.
RispondiEliminaCredo che nessuno più di loro possa essere autorizzato a parlarne.
FABIO penso che le tue riseve ti condizionino nei miei confronti. In nessuna parte del mio ms esprimo quello che tu dici, anzi, sottolineo che gli unici pareri che contano davvero sono quelli delle persone che hanno fatto esperienza delle condizioni di grande infermità.
Il mio pensiero finale era, appunto, un mio pensiero, che sono libera di esprimere come tu i tuoi.
MARCOZ e GIUSEPPE vi lascio parlare con Salvatore, diagnosticato da 22 medici specialisti in Stato Vegetativo Permanente:
Salvatore: 'Nessuno ha il diritto di dire di sapere se Eluana sia in grado di capire o meno. Voglio essere “avvocato” di Eluana, ma anche degli altri 833 italiani - tanti sono i casi che almeno io conosco - che si trovano immersi nel limbo oppure ne sono usciti pur restando inchiodati ad un letto, alle macchine e tuttavia capaci di comunicare. Affermo questo mio diritto, che è anche competenza ed esperienza di un doloroso vissuto, proprio perché io per i medici ero una foglia di insalata. Mentre mi visitavano dicevano che non ero cosciente e che sarei morto. Ma questa “foglia” sentiva fame, aveva sete, provava la paura, piangeva, anche se loro - e cioè la Scienza - ritenevano che le mie lacrime fossero frutto di riflessi solo casuali, incondizionati. No, io c’ero, non solo con il corpo, anche con la mente, anche se non sapevo come reagire, urlando: «Vi sbagliate, io sono vivo!».'
AnnaMaria
Regalzi, rileggi bene: non ho scritto che la maggioranza degli Italiani ha votato a favore della legge ma che non ha ritenuto di doverla cambiare. E' diverso dal "vincere" un referendum, concordo. Ma è pure diverso da quanto avevano ululato tutte le riviste per casalinghe o per intellettuali e che cioè la legge 40 era stata fatta contro il parere degli Italiani. I quali, al momento di doverla cambiare, hanno deciso in maggioranza di non doversi scomodare per cambiarla e, quindi, di lasciarla come era.
RispondiEliminaPer il testamento biologico è lo stesso: l'81% degli Italiani in buona salute intervistato da "Donna Moderna" (non proprio una rivista scientifica di sociologia, mi pare) dicono -oggi che stanno bene- che non vorrebbero essere nella condizione di Eluana e che preferirebbero morire. Le testimonianze che ho riportato servono a chiarire come -chi pensava in un certo modo da sano- quando è malato cambia idea su cosa significa la malattia vissuta e non "vista" negli altri.
Ricordo anche che usare il termine "tenuto in vita" non è corretto: Eluana è viva e non ha macchinari che sostituiscono funzioni vitali. E l'alimentazione con sondino naso-gastrica non la "mantiene in vita" più di quanto non faccia con qualunque altra persona che non è in grado di nutrirsi autonomamente.
E se chiedessimo agli Italiani se, nelle condizioni di Eluana, vorrebbero morire per inedia e disidratazione ("forse" senza provare dolore) in 10-15 giorni, cosa risponderebbero?
Qualche volta le domande hanno già dentro di loro le risposte che vogliamo sentir dare.
Annarosa, avevo letto bene. Chi si astiene non lo fa per non cambiare una legge: lo fa perché non gli importa se la legge cambi o meno. Chi non vuole cambiare la legge vota No. A meno che non ci si trovi in un paese da burletta, dove vige il quorum per i referendum, e dove una minoranza di furbastri può decidere di astenersi per unirsi ai veri astenuti. Ma sempre minoranza rimane.
RispondiEliminaHo la sensazione che le persone interrogate in quel sondaggio sappiano in che modo morirà Eluana - sarebbe difficile non saperlo, per chi abbia acceso anche poche volte la tv in questi giorni. Ma a quanto pare non gliene importa.
Sostenere che "la maggioranza non ha ritenuto di doverla cambiare" non è diverso dal sostenere che la maggioranza si è espressa favorevolmente. Forse che coloro che hanno votato No, non hanno ritenuto che la legge non dovesse essere cambiata? E allora vedi che siamo di nuovo lì: si accorpano ogni volta gli astenuti al fronte del No, arbitrariamente.
RispondiEliminaDopodiché uno va a controllare i referendum abrogativi degli ultimi dieci anni e si accorge che, per qualche bizzarria del caso, tutte le volte la maggioranza degli italiani ha ponderato i quesiti e poi ha ritenuto di non dover cambiare, e lo ha fatto facendo fallire il quorum...
E se chiedessimo agli Italiani se, nelle condizioni di Eluana, vorrebbero morire per inedia e disidratazione ("forse" senza provare dolore) in 10-15 giorni, cosa risponderebbero?
E se chiedessimo agli italiani se volessero porre fine a quello stato con la garanzia di non provare dolore, magari mediante sedazione, magari come è stato per Welby, cosa direbbero?
Se seguiamo i cattolici nella loro razionalità irrazionale, o se seguiamo i laici nella loro razonalità razionale, siamo comunque nella cacca. Due visioni in fondo simili. Ambedue derivano da una matrice borghese-decadente.
RispondiEliminaChe tristezza...
antimoderno
"Voglio essere “avvocato” di Eluana, ma anche degli altri 833 italiani - tanti sono i casi che almeno io conosco - che si trovano immersi nel limbo oppure ne sono usciti pur restando inchiodati ad un letto, alle macchine e tuttavia capaci di comunicare"
RispondiEliminaecco. eluana non è tra coloro che adesso sono capaci di comunicare.
ed eluana ha già un tutore, una persona che si prende cura di lei con affetto. non ha bisogno di persone che si autonominino suoi avvocati.
eluana ha tutto il diritto di non essere "roba" di nessuno.
eluana ha tutto il diritto che gli altri rispettino la sua volontà.
maggioranza o non maggioranza: non esiste nessuna maggioranza abbastanza grande o qualificata da potere essere padrona della vita di un singolo individuo.
e questo vale anche per i cattolici romani più integralisti.
Nel caso di persone non coscienti hanno risposto i familiari.
RispondiEliminaEcco, questo invalida completamente il risultato del sondaggio.
"Ho la sensazione che le persone interrogate in quel sondaggio sappiano in che modo morirà Eluana. Ma a quanto pare non gliene importa."
RispondiEliminaIo non credo proprio che sappiano cos'è la morte per disidratazione. Quanta televisione e quanti giornali hanno raccontato come è morta Terri Schiavo? Quante interviste ai suoi genitori stanno passando sui media in questi giorni?
Spero che queste persone non sappiano perchè se "non gliene importa" siamo davvero un triste mondo.
Annarosa: e c'è bisogno che ce lo spieghi qualcuno com'è la morte per disidratazione? Casomai le spiegazioni tecniche renderebbero la cosa meno truce. Ripeto: quell'81% non ci fa caso (e non ci fa caso per sé, quando dice di preferire quella morte a quella vita, non per Eluana).
RispondiElimina@Annamaria
RispondiEliminaNon vedo come il "parlare" con Salvatore della sua esperienza possa cambiare il mio punto di vista globale sull'argomento.
sinceramente io eviterei di ricordare l'indegno balletto che si è tenuto sulla pelle di terry schiavo.
RispondiEliminaun contrasto tra suoceri e genero, nel quale si sono inserite le sette sedicenti sostenitrici della vita.
spesso costituite dalle stesse persone che inneggiano alla pena di morte.
per correttezza intellettuale, eviterei.
e, sempre per correttezza intellettuale, opererei una semplicissima distinzione.
se io dico che preferirei non subire l'alimentazione forzata qualora mi trovassi in stato vegetativo, non per questo dichiaro che voglio interrompere l'alimentazione forzata a tutti coloro che si trovano in stato vegetativo.
a me sembra un concetto molto semplice.
eluana voleva così: la vogliamo rispettare o no, la sua volontà?
@rikki:
RispondiEliminabella domanda. Se devo fare il riassunto delle posizioni di Annarosa e Annamaria, direi no.
Se la sua volontà è ancora valida ed ella sta maledicendo ogni attimo, no, dato che in ogni caso (dicono) non si può sapere se ha cambiato idea.
Se la sua volontà non esiste più, no, perché comunque non può esprimere dal punto di vista della malattia un parere finalmente informato su come sta. E quindi è condannata a vivere.
Quanto quello stato somigli a vivere, rimane tutto da capire (sperando di non sperimentarlo mai).
Nel complesso, dato che il malato è debole e che le sue scelte potrebbero portarlo a morire, bisogna impedirgli di scegliere di morire. Ho capito bene Annarosa e Annamaria???
a Regalzi
RispondiEliminaBravo, fai un bel post tecnico su come si muore per mancanza di liquidi e alimentazione: non l'ho ancora visto, qui. Probabilmente parlare di mucose che si spaccano e spasmi è truce ma sto aspettando una descrizione migliore.
"L’81 per cento degli italiani non vorrebbe essere tenuto in vita qualora si trovasse nelle condizioni di Eluana Englaro "
RispondiEliminaProbabilmente le ipotesi che si fa l'intervistato "medio" (quale potrei essere io), di fronte alla prospettiva dell'interruzione di alimentazione e idratazione, sono due:
la prima (che poi è quella più probabile, anzi, pressoché certa, direi) è che in quello stato non si sente nulla, quindi non c'è nulla da temere;
la seconda è che ci si affida alla sedazione, che verrà somministrata comunque, nel caso ci possano essere residui di sensibilità (sensibilità, non necessariamente coscienza).
Però forse ce n'è una terza: meglio qualche giorno di sofferenza che altri anni in quelle condizioni.
Alla fine, però, quanto ciascuno di noi può pensare è irrilevante: le singole scelte devono essere rispettate anche se personalmente non le approviamo.
Non abbiamo ancora avuto risposta dai nostri interlocutori se sono disposti a farlo oppure no.
Io continuo a non capire il punto della questione.
RispondiEliminaOggi posso scegliere di donare i miei organi, e ovviamente devo stabirlo PRIMA di trovarmi nella condizioni adatte per donarli. Qualcuno si crea il problema che io possa avere cambiato idea tra la vita e la morte? No.
Se passasse una legge per il testamento biologico, sceglierei di terminare l'accanimento terapeutico che mi tenga in uno stato vegetativo. Posso sceglierlo, anche se Annamaria non lo sceglierebbe?
Oggi no. Perché?
a tycooko
RispondiEliminaNon c'è nessun "accanimento terapeutico" nello stato vegetativo. Lo riconosce anche la sentenza della Cassazione di Milano.
Eddài, Tycooko, cerca di essere più preciso!
RispondiEliminaDovevi scrivere: "di terminare l'accanimento terapeutico e/o l'alimentazione e l'idratazione che mi tenga[no] in uno stato vegetativo".
spiritosissimo, Marcoz!
RispondiEliminaL'idratazione e l'alimentazione non "mantengono in stato vegetativo".
L'idratazione e l'alimentazione permettono di vivere a tutti, in stato vegetativo o no.
Ops, sorry!
RispondiEliminaDovevo scrivere: "di terminare l'accanimento terapeutico e/o l'alimentazione e l'idratazione e/o qualsiasi assistenza che impedisca il passaggio dallo stato vegetativo al decesso".
E adesso fino a che punto arriva l'avere la faccia come il didietro.
Insomma, posso decidere o no che sia così il MIO destino?
"E adesso vediamo fino a che punto arriva l'avere la faccia come il didietro."
RispondiEliminaAnnarosa, a me non interessa la definizione tecnica.
RispondiEliminaIO NON VOGLIO RITROVARMI NELLE CONDIZIONI DI ELUANA. Punto!
Posso????
"Insomma, posso decidere o no che sia così il MIO destino?"
RispondiEliminaNo caro marcoz.
Il tuo destino, se permetti, lo decide dio, e dato che non se ne trova traccia (non ha un recapito, una segreteria, una mail, niente), se ne occupa il signor papa, che dice che è il suo vice qua in terra. Dice che lo ha incaricato questo tal dio in persona.
Aggiungo: è il papa stesso a sostenere che del tuo destino si deve occupare solo dio (e quindi, ripeto, il vaticano ). Il parere diretto del dio vero, se c'è, non è noto: ci dobbiamo accontentare di queste voci di corridoio.
@AleG
RispondiEliminaUffa!
Il sondaggio è idiota.
RispondiEliminaNon si può rispondere con un si o un no su interrogativi che non si conoscono, su esperienze che non si hanno, su temi così sensibili.
Annamaria in parte ha ragione, si può cambiare idea.
Anche Giuseppe ha ragione, Eluana non può cambiare idea, è il suo stato ad impedirglielo.
Ma in tutto questo c'è una piccola differenza.
A quel 9% di persone, nessuno si sognerà mai d'imporre la propria decisione.
Il punto è sempre il solito, un io non lo farei che in questo paese diventa sempre tu non lo puoi fare.
La carità che si trasforma in orrore.
Diciamo che esiste una larga maggioranza di nostri concittadini che, venendosi malauguratamente a trovare in una determinata situazione, preferirebbe comunque avere la possibilità di poter scegliere, in un senso o nell'altro, senza dover subire le imposizioni degli invasati della vita ad ogni costo.
RispondiEliminaPonendo così il sondaggio, andiamo anche oltre l'81%. E il mentecattume catto-integralista ne è perfettamente consapevole, tanto da pensare adesso ad una simpatica leggina ad hoc sul testamento biologico in stile legge 40, con tanto di limiti e proibizioni elencati in bell'ordine.
Giusto per evitare di prendere altre legnate da una magistratura che, evidentemente, non riescono proprio a tenere al guinzaglio.