giovedì 13 novembre 2008

Morte per fame?

È necessario, di fronte a commenti poco informati sulla sorte di Eluana Englaro, che minacciano di diventare valanga nelle prossime ore e nei prossimi giorni, fare chiarezza su un aspetto della vicenda. Lo facciamo ricorrendo alle parole del senatore Ignazio Marino, medico e cattolico:
Si discute inoltre sulla possibilità che la donna possa soffrire a causa della sospensione del trattamento che le fornisce idratazione e alimentazione.
Su questo punto Ignazio Marino ci tiene a fare chiarezza: «Al di là delle legittime posizioni personali in proposito e del valore simbolico che la nutrizione (mangiare e bere) hanno nell’immaginario collettivo, vorrei che il dibattito sulla fine della vita si basasse su informazioni scientificamente esatte, in modo che i cittadini possano consapevolmente formarsi un’opinione».
«Mi preme sottolineare che la letteratura scientifica, peraltro facilmente reperibile nell’archivio pubblico del National Institutes of Health, che come si sa è il più grande istituto governativo di ricerca clinica di tutto il pianeta, è chiara: non solo la sospensione dell’idratazione non comporta sofferenze per il paziente, ma può stimolare il rilascio di endorfine e composti biologici dall’effetto anestetico che favoriscono un senso di benessere nel paziente. Questa è l’opinione dell’autorevolissimo NIH e delle grandi riviste internazionali di medicina, e contraddice chiaramente ciò che sostengono alcuni giornalisti e politici poco informati».

7 commenti:

  1. ma si sa che il NIH è un covo di comunisti laicisti e relativisti... e poi vuoi mettere alle fonti del cardinale barragan?

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  2. fu così anche per Terry Schiavo?

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  3. Nel caso di Terri Schiavo il danno cerebrale era così profondo da rendere impossibile qualsiasi sensazione, come poi ha confermato l'autopsia. E' molto probabile che le cose stiano in questo modo anche per Eluana; ma anche se così non fosse, e se esistesse una residua capacità di sensazione, varrebbe comunque ciò che dice Ignazio Marino.

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  4. Ma non era fuor di dubbio che Eluana non "provasse" niente?

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  5. Ripeto: è molto probabile che Eluana non provi assolutamente nulla, come una persona in anestesia (e per lei questa è una condizione definitiva). Se il suo cervello alberga ancora delle sensazioni, si tratta comunque certamente di qualcosa completamente slegato da una coscienza unitaria: non c'è più niente che possa provare angoscia o speranza assieme a quelle. Infine, come dimostra Marino, quelle sensazioni, anche se ci fossero, non sarebbero sicuramente di fame o di sete.

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  6. Mi sembra poi che a chi è in quello stato vengono verificate le reazioni. Per esempio viene verificato se ad un'azione che di norma provoca la sensazione di dolore nelle persone corrisponda una risposta neurale allo stesso stimolo (oppure calma piatta): e mi pare che in questo caso si sia verificato che non ci sia, cioè se voi date un pizzicotto ad Eluana non vi è una risposta neuronale che nelle persone comuni ingenera la sensazione di dolore.
    Ricordo ai meno informati, perché comincio a pensare che da queste parti si affaccino di tanto in tanto persone indottrinate che hanno delle vere e proprie voragini per quel che riguarda la conoscenza di come è fatto il mondo naturale, ricordo - dicevo - che la sensazione di dolore alberga nella materia grigia degli uomini e non è altro che una particolare attività neuronale che si svolge nel nostro cervello. Sono impulsi elettrici che seguono a determinate sollecitazioni del sistema nervoso periferico. Quindi se manca la possibilità di generare quegli impulsi, o manca il collegamento ponte tra il sistema nervoso e quell'area del cervello, non esiste assoluutamente nessuna sensazione di sofferenza fisica, e non può esistere.
    Casomai l'unica cosa che può cambiare (ma non sono un esperto) credo che siano le concentrazioni ioniche nell'organismo, e quindi eventualmente la chimica anche del cervello e quindi la conduttività elettrica eccetera. Ma che questa attività (prevedibilmente semplicemente rallentata) possa corrispondere nel caso di Eluana a quella che comunemente noi chiamiamo "sofferenza" (nell'accezione che ne diamo) è privo di fondamento scientifico, e vale qualunque cosa si intenda per "forse sente qualcosa".

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  7. Barragan è un ipocrita.

    Con Giovanni Nuvoli, fu impedito il distacco del respiratore, contestuale alla sedazione, ma il procuratore di Sassari non si oppose al suo "rifiuto" di bere e nutrirsi.
    Giovanni scelse con determinazione di lasciarsi morire così, piuttosto che "vivere" nella sua condizione.

    L'asl locale praticò una sedazione, dalla quale Giovanni si risvegliò più volte.
    Giovanni è morto di fame e di sete, sotto gli occhi dei suoi cari, con il benestare delle autorità e delle istituzioni mediche preposte.
    Le stesse che ipocritamente gli rifiutarono la civiltà ed il rispetto che lui chiedeva.

    Ora invece, si vorrebbe negare ad Eluana, il rispetto delle sue volontà, proprio nelle stesse modalità praticate con Giovanni, adducendo l'inumanità della situazione.

    Sono molti gli ipocriti di questa vicenda, troppi.
    Tutti pronti ad interrogarsi su come il malato percepisca la sofferenza, quando si devono eseguire le sue richieste, sordi e con lo sguardo altrove, quando il paziente vive il dolore che ha scelto di rifiutare.

    Il rispetto della vita è altro, e comincia proprio da quello delle idee dei vivi, diverse, controverse, personali, umane e perché no, cristiane.

    Lozano Barragan, è lo stesso che qualche giorno fa commentava le decisioni Obama, sull'estensione dei finanziamenti alla ricerca sulle staminali embrionali, facendo finta di dimenticare che negli usa, con Bush presidente, il nodo non fu se permettere o meno questo tipo di ricerche, ma se finanzarle con denaro pubblico.

    Non l'ho sentito dichiarare la stessa contrarietà quando i soldi dei contrinuenti americani sono stati spesi per aiutare le banche in difficoltà.

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