martedì 27 gennaio 2009

Live free or drown

Bordelli. Conservazione crionica (possibilmente praticata su individui ancora viventi). Terapia genica. Clonazione. Compravendita di organi. Poligamia. Procreazione artificiale. Cliniche abortive. Combattimenti all’ultimo sangue. Tutte attività sulle quali i governi tendono in genere ad avere qualcosa da ridire – in qualche caso giustamente, nella maggior parte no. Dove praticarle allora liberamente? La risposta prova a darla Patri Friedman e il suo Seasteading Institute, fondato appena l’anno scorso: su piattaforme ormeggiate al largo delle acque territoriali (Chris Baker, «Live Free or Drown: Floating Utopias on the Cheap», Wired, 17.02). Lo scopo, naturalmente, è più serio che fornire asilo ad attività illegali: si tratta di sperimentare nuovi sistemi politici e sociali, liberi dalle interferenze dei governi.

Friedman sembra avere le credenziali giuste: nipote di Milton Friedman, figlio di David Friedman, è stato software engineer della Google Inc., è uno dei membri del consiglio direttivo della World Transhumanist Association e vive in una comune.
Come finirà – ammesso che la cosa abbia mai un inizio? Probabilmente, con una salva di avvertimento di una cannoniera della US Navy. Ma sarà stato, si spera, divertente.

Aggiornamento 30/1/2009: dopo Bioetica la storia viene ripresa anche dal FoglioUtopia selvaggia», 29 gennaio, p. 1). Il taglio, ovviamente, è un po’ diverso dal nostro...

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