Soile Lautsi ha due figli di 11 e 13 anni. Nelle aule della scuola pubblica che i bambini frequentano è appeso un crocifisso. Come cittadina dello Stato italiano, Lautsi considera l’esposizione del crocifisso contraria alla laicità e alle libertà fondamentali. Prova a farlo presente alla scuola, ma il crocifisso rimane appeso alla parete. Allora si rivolge al tribunale amministrativo, ma si sente rispondere che il crocifisso sarebbe un simbolo della storia e della cultura italiane, dell’identità italiana e dei principi di uguaglianza, di libertà e di tolleranza - addirittura della laicità dello Stato. La controversia arriva fino al Consiglio di Stato, che nel febbraio 2006 rigetta il ricorso in quanto il crocifisso sarebbe diventato uno dei valori laici della Costituzione italiana e rappresenterebbe i valori della vita civile.
Il Mucchio Selvaggio, 669, aprile 2010.
Chissà se ha mai protestato per la croce della bandiera della sua Finlandia.
RispondiElimina"Chissà se ha mai protestato per la croce della bandiera della sua Finlandia."
RispondiEliminaE certo, perchè come ben sappiamo tutte le croci di tutte le bandiere vengono dritte dritte dalla croce cristiana.
Ma diciamo pure che l'araldica tutta non è altro che una delle espressioni più genuine della cristianità europea. (Sì, vabbè, magari quella crocetta sullo scudo ricorda una faida, sangue e sangue a litri, ma detto fra noi: checcefrega?)
E che dire dell'urbanistica? In realtà tutti gli incroci stradali nel mondo non sono altro che devoti omaggi alla passione di Cristo.
Mica è colpa mia se un paese laico come la Finlandia ha la croce sul simbolo nazionale, probabilmente in mostra su tutti gli edifici pubblici scuole comprese.
RispondiEliminaQuando vedi un'automobile con la decalcomania della bandiera finlandese cosa pensi: "Toh, dei Finlandesi cristiani", oppure "Toh, dei Finlandesi"? E se invece la decalcomania è di un crocifisso? Una risposta onesta, per favore.
RispondiEliminaDiciamo pure che per ogni simbolo derivato dalla croce si può aprire una discussione a parte.
RispondiEliminaAd esempio, lo stemma originario della Croce Rossa è avvertito in alcune parti del mondo come un simbolo religioso, tanto è vero che nei paesi islamici viene sostituito dalla mezzaluna, e in Israele dalla stella di David (ma gli operatori israeliani devono usare un simbolo "neutro" per le operazioni all'estero, il "cristallo rosso"). Ciò sebbene il simbolo della Croce Rossa storicamente nasca in realtà dall'inversione dei colori della bandiera svizzera...
Ma tutto questo dibattito riguarda solo i simboli derivati. Nel caso del Crocifisso invece non c'è alcun dubbio sul significato religioso. Quindi, intanto rimuoviamo dalle istituzioni quelli che sono sicuramente marchi religiosi, più avanti ci si potrà occupare, caso per caso, dei simboli di natura dubbia.
(E personalmente mi pare sensatissimo il criterio implicitamente indicato qui da Giuseppe: se il simbolo X viene percepito come manifestazione di un certo credo, non ha posto tra le istituzioni laiche, altrimenti può rimanere. I tifosi che ai mondiali di calcio si dipingono la croce finlandese in faccia non stanno rivendicando la loro fede in Cristo...)
@ Braccio di Ferro
RispondiEliminaPotremmo provare a fare un esperimento: io e te entriamo in una chiesa, togliamo il corcifisso (magari dal tabernacolo) e ci sostituiamo la bandiera finlandese e aspettiamo di vedere come reagorà il prete: se si ingonocchierà di fronte alla bandiera e comincerà a dire messa senza battere ciglio, oppure se ci chiederà cortesemente di rimettere le cose al loro posto. Oppure osiamo di più: la prossima via crucis chiediamo che il papa sventoli la bandiera finlandese invece di ergere il crocifisso. Scommetto che dirai ancora che la banidera finlandese e il corcifisso sono la stessa cosa ...
Se vedo la decalcomania di una bandiera finlandese penso (se mi viene da pensare) "un finlandese". Se vedessi quella del crocifisso (mai vista) penserei "un crocifisso". Dal momento che ne ho visti così tanti in tutti i modi, dalle chiese alle scuole, dalle strade alle catenine al collo delle persone, che sono diventati un rumore di fondo. A quello che avevo in 3a superiore spezzarono le braccia ma non per un sussulto antiqualcosa, semplice vandalismo.
RispondiEliminaNon puoi sostituire il crocifisso con la bandiera finlandese così come non puoi sostituire la bandiera finlandese con quella norvegese, ogni simbolo viene riconosciuto da chi lo ha adottato.
@Magar
Le croci sulle bandiere non sono simboli derivati, chi ce le mette non lo fa certo perché i romani ci ammazzavano i traditori. Che siano bianche, rosse, verdi o arlecchino, le croci sulle bandiere sono simboli religiosi che indicano l'origine cristiana della cultura di quel paese.
In quanto alla rimozione dagli edifici pubblici, mi sa che te e tanti altri laici ve ne dovrete fare una ragione: se si facesse un referendum sull'argomento i crocifissi resterebbero al loro posto perché da secoli sono percepiti parte della cultura di questo paese. A me che non credo in Dio non danno alcun fastidio e penso che le reazioni al limite del fanatismo di certa gente servano solo a far rinverdire certe posizioni oltranziste dell'altra parte che altrimenti col tempo andrebbero lentamente scomparendo.
Mi viene in mente che le convulsioni alla vista del crocifisso le avevano i vampiri :-)
Poi, oltre al crocifisso, perché non parliamo un po' dell'inno nazionale? Vi sta bene che in occasioni pubbliche, con le maggiori autorità dello stato, si canti "schiava di Roma Iddio la creò"?
«Se vedessi quella del crocifisso (mai vista) penserei "un crocifisso"».
RispondiEliminaE che cosa penseresti di chi l'ha attaccato alla macchina? Che cos'è? Perché l'ha fatto? (Ricordati che avevo chiesto una risposta onesta...)
Mi da un po' fastidio a dire il vero questo continuo richiamo all'onestà, io non lo faccio con nessuno e do' per scontato che l'interlocutore sia onesto.
RispondiEliminaDi chi l'ha attaccato non penserei nulla perché non me ne frega nulla. Perché come ho detto il crocifisso per me è rumore di fondo. La storia anche recente ricorda comunisti col K che avevano crocifissi e madonne in casa, gente che combinava di tutto di più che se lo portava al collo come certi mafiosi o camorristi, complessi rock che se lo tatuano e poi bestemmiano ogni due parole. Per me significa solo abitudine al simbolo e i simboli sono fatti per essere esibiti. Poi ci sarà anche il cattolico fervente che lo attaccherà alla macchina. Finora non ne ho visti ma prevedo che se la guerra del crocifisso continuerà verranno fuori anche questi.
Va bene, allora la risposta che tu non vuoi dare la do io: il crocifisso, quando è esposto pubblicamente con una funzione simbolica, indica che chi lo porta è un cristiano (a meno che non ci sia un intento blasfemo, come nel caso della rock band, che semplicemente rovescia il significato ma non lo annulla). Che sia un buon cristiano, che ci creda veramente oppure no, è ovviamente irrilevante: agli occhi degli altri si vuole far passare per credente. Persino il burino con la croce d'oro massiccio sul petto villoso ti farfuglierà, se glielo domandi, quattro luoghi comuni sulla sua ammirazione per Gesù.
RispondiEliminaSe io vedo una croce su una porta, sono sicuro al 99,9%, anche senza leggere la scritta, che là dentro c'è un'istituzione cristiana; se la vedo su una decalcomania so che chi l'ha appiccicata sul parabrezza vuole indicare a tutti la propria fede. Le eccezioni sono minime, e non tolgono che il crocifisso sia essenzialmente un simbolo religioso. Quello stesso simbolo religioso che si vuole imporre a tutti nelle scuole e in altri luoghi pubblici.
Lc 11,37-42
RispondiEliminaDopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola.
Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: "Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità.
Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno?
Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo.
Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre.
La risposta te l'ho data ma evidentemente se non ti garba non la consideri tale. Vai in giro per strada e chiedi alla gente se pensa che l'aula di una scuola sia cattolica per la presenza del crocefisso (e magari spiegagli cosa intendi per cattolica), vedrai quanti ti prenderanno per matto. Forse sei troppo preso dalla guerra santa che alcuni laici hanno dichiarato alla chiesa cattolica per vedere come sta andando veramente questo paese, cresciuto con le croci nelle aule e sempre più indifferente alla religione.
RispondiEliminaPuoi dire quello che ti pare la ma tradizione (che non è il credere nel senso cattolico del termine) cattolica del paese esiste ed esisterà sempre, anche quando il papa non se lo filerà più nessuno.
E chi si è mai sognato di dire che l'aula diventa cattolica? Il problema è che un simbolo religioso viene imposto a tutti da uno Stato che dovrebbe invece essere laico.
RispondiElimina"la tradizione cattolica del paese esiste ed esisterà sempre".
Suppongo che si dicesse lo stesso della tradizione pagana...
@ BdF
RispondiEliminaQuasi divento geloso visto che non rispondi. Allora lo chiediamo o no lo chiediamo al papa di sfilare in via crucis l'anno prossimo con la bandiera finlandese al posto del crocifisso? Dici che sono la stessa cosa ...
P.S.: se c'è una croce in aula non vuol dire che l'aula è cattolica come non vuol dire che le aule con la svastica erano aule naziste: giudichiamo infatti l'identità e i convincimenti delle persone attraverso le loro libere scelte, non attraverso gli obblighi imposti dall'alto. Se un soldato mettesse sulla tua porta di casa una bandiera finlandese e rimanesse di guardia perché nessuno la sposti, questo non farebbe di te un finlandese. E nemmeno automaticamente un cristiano ...
@ BdF
RispondiElimina« [I crocifissi] sono diventati un rumore di fondo»
Definizione 1.
«i crocifissi resterebbero al loro posto perché da secoli sono percepiti parte della cultura di questo paese.»
Definizione 2.
Ma non dovremmo concordare sulla logica da usare, se per esempio valga il teritum non datur? Un "rumore di fondo" non può certo rappresentare "parte della cultura" di un popolo, a meno che uno dei principi fondanti di quel popolo non sia il disordine casuale.
«la tradizione [...] cattolica del paese esiste ed esisterà sempre»
Nella misura in cui essa è fatta coincidere con la evoluzione identitaria del popolo, questa frase è una tautologia. Sarebbe come dire che la tradizione italiana del popolo italiano c'è e resterà sempre. Ma sono d'accordo che se non esistesse più nemmeno la Chiesa, come ipotizzi in astratto, il crocifisso non sarebbe più un simbolo religioso e sarebbe quindi più accettabile. Proviamo a fare un patto: domani diventa ufficialmente "rumore di fondo", o simbolo culturale, e allora io posso farlo a brandelli e non venire condannato per vilipendio alla religione. Saresti d'accordo? Perché allora non si capisce perché se un artista gli mette una birra in mano, i vescovi saltano sulle sedie e chiedono alle autorità di intervenire.
«Vi sta bene che in occasioni pubbliche, con le maggiori autorità dello stato, si canti "schiava di Roma Iddio la creò" »
Questo esempio lo riporto spesso io stesso: è l'equivalente della bandiera finlandese. Quando guardo alla bandiera italiana non mi sento un sottomesso dei Visconti o degli Sforza, né dei Savoia quando tifo la nazionale, così come non penso di essere uno schiavo sentendo l'inno. Ma l'attualità della croce è testimoniata dal papa il venerdì santo, non da un testo di storia.
@Giuseppe Regalzi
RispondiEliminaIl fatto è che il crocefisso non è più solo simbolo religioso e per la massa delle persone ha perso il significato profondo che la religione cattolica gli attribuisce. Diversamente non se lo porterebbe al collo gente che poi da vera cattolica non si comporta. E' diventata una cosa che tantissimi italiani sentono loro senza per questo farsi troppi problemi con papi e preti.
E' questo che intendo dire quando parlo di tradizione cattolica. Poi potrai discutere quanto ti pare, ma per questo il crocefisso resterà nelle aule, non perché imposto dallo stato laico ma perché voluto dalla massa. Te l'ho detto fai un referendum in proposito e lo perderai alla grande.
@Paolo De Gregorio
Veramente la risposta te l'ho data. No. Perché per il papa e per i cattolici veri il crocefisso rappresenta una cosa precisa. Così come un finlandese si rifiuterebbe di sfilare con la bandiera norvegese anche se ha la stessa croce. Mentre per la massa degli italiani ho spiegato sopra perché il crocefisso è cosa ormai da rumore di fondo.
Mi viene anche il sospetto che tu creda che io sia cattolico: ho scritto anche questo. No, non lo sono, perché penso che non ci sia Dio o chiunque altro dietro tutto, per cui se fai a pezzi il crocefisso fai vandalismo gratuito per me, non offesa a chicchessia. Avevo scritto che avevano spezzato le braccia al crocefisso della mia 3a superiore?
Per quanto riguarda inni e bandiere mi dovresti spiegare come può un non credente accettare che i suddetti abbiano tali riferimenti alla religione per poi partire lancia in resta quando si rivendicano le tradizioni e gli usi cristiani dello stato.
Continui a parlare di "significato profondo" e di "veri cattolici", ma come ho già detto questo è irrilevante. La croce indica un cristiano: cristiano superficiale, poco convinto, quello che ti pare, ma cristiano.
RispondiElimina@ BdF
RispondiEliminaIo non parto lancia in resta. Per quanto mi riguarda, l'insistenza di certi ambienti per l'inevitabilità pubblica del crocifisso è la prova più lampante della debolezza e consapevolezza di essa del pensiero in oggetto. Cosa non diversa se facessimo riferimento ad un'identità culturale.
Ciò predetto, ed ancor più in virtù di ciò, trovo assai discutibile che debbano essere in vigore obblighi di tal fatta che nulla hanno comunque a che fare con i principi condivisi degli appartenenti tutti della nazione, in comparazione ai tanti simboli culturali tuttora esistenti. Per quel che riguarda i retaggi storici, questi hanno chiaramente perso la loro cogenza, come credo di aver ben spiegato dicendo che quando tifo per la maglia azzurra non sto immedesimandosi in un suddito dei Savoia: ma non perché i Savoia non esistano o perché l'azzurro non sia sorto in loro onore, ma perché il colore azzurro della maglia ha acquistato significato a sé stante. Non mi pare di poter dire lo stesso del crocifisso: mi basta guardare la televisione il venerdì santo. Per negare che quetso abbia un significato attuale bisogna allora negare che il cattolicesimo proponga un insieme di valori, valori che non possono comunque suggerire (anche velatamente) un obbligo di adesione per sentirsi italiani.
@Giuseppe Regalzi
RispondiEliminaAnche la croce sulle bandiere lo indica. La croce che le chiese finlandesi usano. Il valore che si attribuisce a un simbolo non è immutabile. Il colore azzurro dei Savoia che utilizzano le nostre nazionali per Paolo De Gregorio (ma per tutti tranne i monarchici ovviamente) non rappresenta più i Savoia ma il colore dell'Italia.
@Paolo De Gregorio
Mentre l'insistenza di altri ambienti per l'eliminazione del crocifisso non ti tocca perché la pensi così, ma come mi pare di aver detto finisce per avere come risultato il risveglio di masse di gente che quel crocifisso di solito non lo guarda nemmeno e che però si sente punta sul vivo e reagisce pretendendo che resti.
E' lo stesso meccanismo che c'è in politica. La sinistra attacca Berlusconi invece di pensare di proporre e in quel modo compatta le fila della destra che vince le elezioni.
Sai perché l'azzurro dei Savoia non ti tocca e il crocefisso si? Perché i monarchici che usano quell'azzurro nelle manifestazioni sono quattro gatti e non si vedono in tv o per strada, al venerdì santo partecipa molta più gente.
"l'insistenza di altri ambienti per l'eliminazione del crocifisso "
RispondiEliminaMi spiace per la tua argomentazione, ma non è così. Non c'è nessuna insistenza di nessun ambiente, nessuna richiesta di rimozione sistematica o altro, nessun complotto demo-pluto-giudaico.
E' successo che una signora con i figli a scuola ha avuto un dubbio, si è rivolta a un tribunale, nella piena legalità, e ha chiesto cosa ci facesse quel crocifisso. Le è stato risposto che, secondo le leggi italiane, il crocifisso lì non dovrebbe esserci. Questo è tutto.
@Ciccio
RispondiEliminaNel caso in questione puoi leggere questo articolo che spiega come la pensa la signora, il marito e i figli
http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_04/tempo-talebani-cattolici-crocifisso-imarisio_fcf4aa5e-c90b-11de-a52f-00144f02aabc.shtml
Noterai la presenza di un termine di moda, talebani, nel titolo.
Prima regola: classificare l'altro, come estremista, ricordala sempre.
Il complotto demo ecc, è un'altra espressione di comodo utile per creare un atmosfera vagamente ironica che serve per sminuire quanto afferma l'altro.
Quando scrivo altri ambienti mi riferisco a tutta la pletora di atei, agnostici, radicali, anticlericali, quello che ti pare, che da anni (anni) pretendono l'eliminazione del crocifisso dai luoghi pubblici.
No, mi spiace, stai eludendo le argomentazioni e continui a spostare lo sguardo da un'altra parte.
RispondiEliminaNon ce ne deve fregare niente di "come la pensa la signora, il marito e i figli", se poi questi, ripeto, non fanno altro che rivolgersi a un tribunale chiedendo di far rispettare le leggi. Il punto è questo. Le idee politiche diverse e le antipatie non devono avere peso.
Non è gradevole il termine "talebani"? Ma chi manda lettere minatorie e minaccia i figli a scuola come deve essere definito? Nell'intervista non c'è un'affermazione tipo "cattolici = talebani". Certo aiuterebbe, da parte cattolica, prendere le distanze dai brutti ceffi, invece di preferire quel "possono morire" di La Russa.
Non è gradevole nemmeno il "complotto demo ecc", ma comunque non è gratuito perchè l'ho affiancato alle argomentazioni e mi sembra calzante.
Atei, agnostici, radicali, anticlericali non gradiscono il crocifisso nei luoghi pubblici? E già, altrimenti non sarebbero laici, e guarda un po', pare che abbiano pure la legge dalla loro parte. E tutto questo si accompagna al fatto che non c'è mai stata una crociata anti-croce, un progetto di purificare le scuole e gli edifici pubblici, tale da giustificare la cagnara che persone come te stanno facendo.
@ BdF
RispondiEliminaIl fatto che la gente si risvegli a difesa del crocifisso proprio perché viene "attaccato", ma non lo noterebbe nemmeno altrimenti, dimostra a mio avviso in maniera ancora più marcata che è un falso sostenere che quel simbolo venga vissuto come un'identità culturale propria radicata. Ma dato che la Costituzione dice che siamo tutti uguali in termini di diritto, se vale la tua osservazione che il crocifisso debba restare lì perché qualcuno si arrabbia se glielo levi, questo dovrebbe implicare che io dovrei avere il diritto che un mio simbolo personalissimo venga esposto in tutti i luoghi pubblici d'Italia: perché se me lo togli mi arrabbio (e converrai che la questione dei diritti non è proporzionale al conteggio di teste).
@ BdF
RispondiEliminaP.S.: dal tuo argomento deduco una singolare posizione: il crocifisso deve stare comunque dove sta, a priori. Perché se è esposto ovunque, tutto va bene e pochi se persino ne importano. Ma se provi a levarlo, la gente si ribella e a quel punto secondo te è giusto tenerlo lì per non far risentire la gente che si sveglia. In che cosa esattamente questa posizione differisce dall'affermare che secondo te il crocifisso è per forza di cose inamovibile?