All’inizio dello scorso ottobre il divieto di fecondazione eterologa arriva alla Corte Costituzionale: è illegittimo vietare a qualcuno di ricorrere a un gamete maschile o femminile? Questa è la domanda cui la Corte dovrà rispondere. C’è un precedente molto importante: nell’aprile 2010 due coppie austriache si erano rivolte alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo chiedendo di poter effettuare una eterologa. La Corte ha dichiarato illegittimo il divieto presente nella legge austriaca e ha condannato l’Austria a risarcire i danni.
La legge 40 sulle tecniche riproduttive ha già subito un duro colpo l’anno passato riguardo all’obbligo di impianto contemporaneo degli embrioni prodotti, perché secondo la Corte quest’obbligo sarebbe insensato e contrario al diritto alla salute.
Invece di farsi qualche domanda su una legge sbagliata e piena zeppa di divieti irragionevoli e di guardare cosa accade intorno a noi, i difensori della legge 40 hanno rispolverato i loro vecchi cavalli di battaglia: dal far west agli scenari apocalittici, passando per la volontà popolare.
Il sottosegretario alla salute Eugenia Roccella si distingue per fantasia: “È stato votato dal Parlamento e confermato con l’astensione al referendum, che riguardava proprio l’eterologa. L’astensione in un referendum è la risposta più chiara, è la conferma che gli italiani non volevano modifiche alla legge”.
È difficile pensare che Roccella sia tanto ignorante da non sapere che quando un referendum non raggiunge il quorum significa che è nullo, come se non si fosse mai svolto al punto che si potrebbe riproporre lo stesso quesito. Sapere le intenzioni altrui è già complicato quando si tratta di una persona che conosciamo, figuriamoci se sono milioni di sconosciuti! Magari Roccella ha la pretesa di interpretare l’astensione come se avesse la palla di vetro delle fattucchiere, ma dovrebbe comunque ricordare che giuridicamente la sua dote telepatica non ha peso.
Continua su AgoraVox di oggi.
"Volontà popolare"? Un referendum fallito, per di più viziato dalla manfrina ruiniana dell'astensione...cosa mai può dirci della volontà popolare?
RispondiEliminaConclusione necessaria sulla Roccella: o è ignorante, o è in malafede. In ogni caso, un quadro desolante.
RispondiEliminaSi potrebbe riproporre lo stesso referendum, ma si otterrebbe lo stesso risultato: la gente ha compreso fin troppo bene cosa voglia dire fecondazione eterologa, e certe cellule ed organi, sono personalissimi sia da vivi che da morti.
RispondiEliminaIn ogni caso, chi vuole la coppia a tre, e' libero di andare, a sue spese, a coronare questo desiderio in altre nazioni. Lo stato tutela il diritto alla salute, non la liberta' di procreare.
E perché mai lo Stato non dovrebbe tutelare la libertà di procreare?
RispondiEliminaperche' se esistesse un diritto a procreare, io potrei, legittimamente imporre al mio partner di procreare forzatamente. Per procreare, bisogna volerlo in due, padre e madre. Nessuno dei due' puo' obbligare l'altro a concepire. Il diritto e' una posizione di privilegio, riconosciuta dallo stato, per la quale è prevista una specifica tutela, anche con l'uso della forza.
RispondiEliminafranceso sirio
"... come se avesse la palla di vetro
RispondiEliminadelle fattucchiere ..."
Non mi meraviglierei, se fosse così.
non mi sembra una novità.
RispondiEliminaSe ne è parlato nel post centenario (in commenti)"L'irragionevole Roccella".
La Roccella avrà pure proferito qualcosa di tecnicamente non corretto (se vogliamo appellarci al fatto che è laureata in lettere e non in legge diciamolo pure) ma non dimentichiamoci che anzitutto è un esponente politico e quindi tende a presentare il risultato del referendum come un successo (anche se magari non è proprio così).
In ogni caso la campagna referendaria in quel caso notoriamente fu basata sull'astensione, mentre l'altra parte ebbe largamente modo di valersi dei media per convincere i cittadini (cosa che è accaduta ma senza poter superare i limiti del quorum di partecipazione).
Purtroppo quando i meccanismi della politica lo consentono ( e la volontà popolare non si oppone adeguatamente) si può ricorrere anche a mezzi come i suddetti per ottenere i risultati voluti.
Del resto che dire allora dell'ostruzionismo parlamentare di cui i Radicali (e non solo) sono maestri ?
Riguardo al paragone con l'Austria non si riesce a precisare mai a sufficienza che in tal casi la CEDU è intervenuta perché la discriminazione (non consentire l'eterologa) riguarda un ordinamento , l'austriaco, in cui si ammette l'eterologa per inseminazione diretta mentre la si vieta in vitro, caso ben diverso dal nostro ordinamento in cui la eterologa è vietata in tutti e due i casi.Le decisioni della CEDU sono immediatamente applicabili ma nel presupposto che essa possa intervenire (i principi dei vari ordinamenti sono salvaguardati di massima) come non potrebbe essere nel caso italiano.
Riguardo al "farsi qualche domanda su una legge sbagliata" c'è da dire che viene da farsene più di una se si leggono articoli come questo di oggi
http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2010/10/21/IL-CASO-Cosi-le-cliniche-della-disonesta-intellettuale-aggirano-la-legge-40/121005/
da cui si evince che nel diritto sostanziale la legge 40 è praticamente non vigente (chissà perché ciò mi ricorda la vicenda della 194/78 per le sue poche parti buone).
Quello che si vuole allora, se non è far west, è anarchia, oppure una legge che metta nero su bianco (non si sa con quale coerenza con il resto dell'ordinamento) ogni nostro "sacrosanto" desiderio.
Anonimo:
RispondiElimina"Riguardo al paragone con l'Austria non si riesce a precisare mai a sufficienza che in tal casi la CEDU è intervenuta perché la discriminazione (non consentire l'eterologa) riguarda un ordinamento , l'austriaco, in cui si ammette l'eterologa per inseminazione diretta mentre la si vieta in vitro, caso ben diverso dal nostro ordinamento in cui la eterologa è vietata in tutti e due i casi."
Le cose non stanno esattamente così, come ho cercato di mostrare altrove.
@ g. regalzi
RispondiEliminavedremo cosa deciderà la Corte Costituzionale (che peraltro , è dato immaginare, non ha timore reverenziale verso la CEDU ma anzi si trova con essa in perfetta consonanza di intenti).
In ogni caso la sentenza
europea teorizza un diritto al figlio che non trova riscontro
nella Convenzione impugnata (impugnazione effettuata per gli articoli 8 e 14, ovvero del diritto al rispetto della vita privata e familiare e del divieto di discriminazione), e viola appunto il margine di autonomia di cui gode ogni singolo Stato firmatario della Convenzione nelle materie eticamente sensibili,
principio affermato costantemente nella giurisprudenza della Corte.
Ed è anche da dire che lo Stato austriaco ha deciso di impugnare la sentenza davanti alla Grand
Chambre, organo d’appello della Corte europea.
Tra le motivazioni del ricorso, Vienna ha indicato che la legge vigente in materia mira a «ottenere il rispetto della dignità umana, tutelare il benessere dei
bambini e il diritto alla procreazione». Un ricorso che anche altri Stati possono appoggiare, come è accaduto per l’Italia, senza che la decisione finale influisca
sul loro diritto interno.
"perche' se esistesse un diritto a procreare, io potrei, legittimamente imporre al mio partner di procreare forzatamente"
RispondiEliminaQuindi per il diritto alla salute, io posso legittimamente imporre al mio partner di andarmi a prendere le tachipirine in farmacia quando ho l'influenza?
E per lo stesso diritto alla salute posso chiedervi di consegnarmi i vostri reni?
RispondiEliminaUn diritto si esercita sempre nel rispetto dei diritti altrui. Tutti hanno, fino a prova contraria che magari il sig Sirio vorra'offrirci, il diritto di procreare. Nessuno ha il dovere, per fortuna. Qui si tratta, casomai, di confrontare il diritto dei genitori alla procreazione con il diritto del bambino di avere un genitore biologico noto. Il secondo diritto e', a mio avviso, molto piu' debole del primo, in quanto milioni di bambini con genitori biologici non noti vivono e crescono normalmente, e altri milioni di bambini nati dalla sana trombata di mamma e papa' si trovano maluccio, per svariate ragioni. Essendo il requisito "so che il babbo/mamma che mi ha passato il corredo genetico" non imprescindibile per un corretto sviluppo psichico e fisico.
RispondiElimina... certo, poi per esempio sarebbe assurdo sostenere che io avessi diritto a qualche proprietà, perché vorrebbe dire che sarei libero di rubare a chiunque.
RispondiEliminaPutroppo (detto da uno che al referendum ha votato sì), il risultato referendario è stato di una maggioranza bulgara in una minoranza bulgara.
RispondiEliminaAltrimenti detto, il 75% degli italiani si sono astenuti.
Quindi basta fare due conti: o i no erano più dei sì (e la legge sarebbe stata comunque confermata), oppure a più del 50% degli italiani del referendum non importava nulla.
La verità, in entrambi i casi, è che a essere contro era una minoranza piuttosto piccola.
Poi, se per consolarci, vogliamo prendercela con la Roccella....
"La verità, in entrambi i casi, è che a essere contro era una minoranza piuttosto piccola".
RispondiEliminaMa nel secondo caso - di gran lunga il più verosimile - è del tutto possibile che a essere a favore fosse una minoranza ancora più piccola. La questione è tutta qui.
tra tutte le ipotesi la più fondata sembra essere un misto tra l'indifferenza della gente e il seguire l'opzione astensionista di ruiniana ideazione (sfruttando le regole sul quorum).
RispondiEliminaSi dovrebbe prima cambiare tali regole prima, altrimenti non ha senso prendersela con ciò che è perfettamente legale.
Io invece temo che l'ipotesi più verosimile sia la prima
RispondiElimina*E per lo stesso diritto alla salute posso chiedervi di consegnarmi i vostri reni?*
RispondiEliminaNo, salvo si tratti di cadavere, ed in vita abbia manifestato la volonta' di voler donare i suoi organi....
altri mi hanno anticipato in merito alla motivazione giuridica sottostante.
francesco sirio
Il referendum abrogativo prevede un quorum di votanti, a pena di inutilita' dello stesso.
RispondiEliminaChi sostiene l'abrogazione deve necessariamente votare.
Al contrario chi non ritiene dover procedere all'abrogazione ha due strade:
1) votare no.
2) boicottare il referendum. Questa strategia, anche se discutibile, ha il vantaggio di evitare di portare acqua al mulino avversario. Ammettiamo ad esempio che i votanti effettivi per il si siano il 40% degli aventi diritto e che nessuno dei sostenitori del no abbia votato. Il referendum sarebbe nullo, perche' non ha raggiunto il quorum. Ma se paradossalmente dell'eventuale 60% dei contrari, solo un terzo avesse concretamente votato no, si raggiunge il quorum (40 + 20) ci sarebbe la vittoria dei si....
Una legge che ammettesse in Italia l'esercizio regolamentato della fecondazione naturale/artificiale (assistita), eterologa, e contrasterebbe con la Costituzione; e ne espongo le motivazioni. Cosa succede nella fecondazione eterologa? Avviene il concepimento di un bambino, attraverso la fecondazione di un ovulo della madre, coniugata, (in Italia per fortuna la fecondazione assistita, è limitata a coppie unite in matrimonio) per mezzo del concorso di un terzo, padre del bambino (per favore non ci mettiamo vicino 'biologico' mi sa' tanto di …detersivo, quell'uomo e' il padre, il genitore di quel bambino!, perche' sempre insistere a privare i termini dalla sostanza, quando non ci conviene?). A tutti gli effetti, quel bimbo e' un figlio nato al di fuori del matrimonio, un figlio naturale, di maternita' quasi certamente nota (si spera che almeno lei lo riconosca), e di paternita' quasi certamente ignota. Questo padre ignoto, agli effetti di legge, ha il diritto dovere di mantenere istruire educare quel suo figlio anche se nato fuori dal matrimonio: non lo dico io, lo dice la Costituzione, art.30, 1' comma. Il marito della ... madre, a mio avviso, invece, non ha alcun diritto, ma solo il dovere di qualsiasi adulto a rispettare il figlio della moglie; ne' ha il diritto di chiederne l'adozione: quel bambino non versa nelle condizioni previste dalla legge. Di contro qualunque figlio nato al di fuori del matrimonio ha costituzionalmente garantito il diritto ad ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima, ultimo comma art.30, famiglie che in questo caso sono due: quella del padre e discendenti e quella della madre e discendenti.
RispondiEliminaSento gia' serpeggiare l'eccezione: ma quel padre e' un donatore…….
Ma quale dono? Quell'uomo ha consegnato i propri gameti con la finalita' espressa della procreazione. Che facciamo? lanciamo le pietre…. e nascondiamo la mano?! Si puo' ritenere che sia sussistita donazione se detti gameti fossero serviti per effettuare studi sugli stessi, se fossero stati destinati ad essere conservati in formalina, se fossero stati conservati dalla donna, in un vasetto a futura memoria, punto e basta. Quello sperma e' stato coscientemente e volutamente consegnato perche' con esso venissero messi al mondo essere umani, della vita dai quali, non se ne puo' spezzare la responsabilita' procreativa, attraverso processi filosofici. Troppo facile, tendo l'arco e lancio la freccia……gia' …ma quella e' una freccia…..quell'altro, se la freccia, raggiunge il bersaglio…. E' MIO FIGLIO.
Ma perche' ricorrere a pratiche artificiali e discutibili, dolorose, costose, ancorche' affrontate secondo il proprio libero arbitrio, quando ci sono tanti, tanti, bambini gia' nati, gia' sfortunati, che attendono una mamma ed un papa'? Proprio in questi giorni una mia amica, che aveva rinunciato all'utero in affitto, che aveva rinunciato all'eterologa, ha potuto dire 'si' ad un 'bimbo' di 16 anni, della Bielorussia, che da cinque anni non aspettava altro che di …stare con la …sua Mamma Giulia e Papa' Gino (n.b. i nomi sono di fantasia ma il fatto e' vero).
francesco sirio
Sig. Sirio mi pare inutile rammentarle che non tutti possono comunque accedere all'adozione e che comunque non tutte le donne che vi accedono arrivano ad ottenere un bambino in affido o in adozione; il suo discorso è bello soltanto per un sentimentalista d'accatto.
RispondiElimina@ Franco C
RispondiElimina"Io invece temo che l'ipotesi più verosimile sia la prima [ipotesi]" (ovvero che i no erano più dei sì e la legge sarebbe stata comunque confermata)
Riscontriamo innanzitutto che, se tale ipotesi è vera, sono stati gli stessi elettori favorevoli alla legge che si sarebbero scientemente rifiutati di sottoporsi alla sua verifica. Se questa rimane solo un'ipotesi di lavoro e non si eleva a una certezza granitica è per via proprio di tale atteggiamento. Sia formalmente che sostanzialmente le affermazioni di Roccella o chicchessia sulla effettiva volontà degli italiani possono essere onestamente respinte (come affermazioni che pretendono di opporre un fatto oggettivo e non una mera ipotesi).
Detto ciò, voglio offrire un paio di dati a favore della seconda ipotesi, che "a più del 50% degli italiani del referendum non importava nulla", o giù di lì. Facciamo due conti: anche l'elezione più partecipata ha un 20% di astensione endemica. Rimane da dimostrare che almeno il 40% dei restanti era fermamente contrario. Circa il 3% dell'elettorato totale (in tre dei quattro quesiti) si è effettivamente espresso in tal senso votando. Quindi la tesi a sostegno della prima ipotesi è che circa il 67% degli astenuti atipici fosse contro l'abrogazione e il restante 33% favorevole o indifferente.
Fin qui un dato che per quanto forte potremmo anche ritenere non palesemente inverosimile. Purtroppo (per chi vuole sostenere questa tesi) c'è un "ma": da svariate edizioni i referendum non superano il 50%. Per un referendum, quindi, dobbiamo far salire l'asticella dell'astensione oramai endemica ad una cifra non eccessivamente lontana da quel 50%. In questo caso la prima ipotesi regge solo ammettendo (in almeno tre casi su quattro) che non troppo meno del 90% di tutti gli astenuti non endemici fosse esplicitamente contro l'abrogazione (in caso affermativo, si potrebbe almeno dire che la maggioranza dei non indifferenti era pro legge 40).
Da questo punto di vista l'affermazione di ciò come un fatto oggettivo è alquanto avventurosa.
Come dato personale aggiungo che il piccolissimo campione a me accessibile, costituito da cattolici praticanti che si astennero, era composto per la maggioranza da persone che trovarono la materia troppo ostica oppure priva di interesse per esprimersi, ed una minoranza (pur non trascurabile) di astenuti perché esplicitamente contro l'abrogazione.
Detto sinceramente, ritengo impossibile quindi dirimere gli intrichi di questa questa situazione con dati certi e incontrovertibili. Pertanto, dato che tale insicurezza sarebbe responsabilità di chi pur contrario si è astenuto dal confronto sui numeri, non posso che sposare la posizione che è improprio sbandierare quel risultato come una netta ed esplicita presa di posizione della maggioranza della popolazione italiana a favore della legge 40. Ciò essendo esistito il mezzo certo (votare in massa "No") per esprimere la citata posizione.