La seconda citazione è tratta dall’editoriale del Corriere Medico, a firma del presidente dell’Ordine dei medici di Roma Mario Falconi […]: «Suggerisco un’Authority contro i media che manipolano la realtà... Persino una recente sentenza della Cassazione è stata stravolta con palese alterazione della verità». Come, del resto, sostiene la terza citazione, un comunicato a firma di Giovanni Hermanin, già assessore della giunta Veltroni ed oggi responsabile Sanità dell’Api (Alleanza per l’Italia), secondo cui «non esiste nessuna sentenza della Cassazione che affermi quanto riportato su tutti i giornali in merito agli interventi chirurgici su pazienti in condizioni estreme». Il comunicato si riferisce, appunto, alla notizia riportata con grande rilievo, su una condanna, sancita dalla Cassazione, nei confronti di tre chirurghi […] i quali avrebbero operato, suffragati dal consenso informato della paziente e dei familiari, una giovane donna, con due figli, al fine di prolungarne almeno per qualche tempo la vita. Il tentativo però fallì, ma la famiglia, consapevole del suo impegno, si guardò bene dal denunciare gli operatori. Questi furono egualmente condannati e ricorsero fino alla Cassazione per rivendicare la giustezza del loro operato. Sulla base però di una interpretazione erronea diffusa dalle agenzie, la notizia venne data come se la Suprema Corte avesse condannato i chirurghi e stabilito «in modo perentorio il principio secondo cui gli interventi chirurgici senza speranza (chi può definirli in anticipo? ndr) non devono essere tentati anche se esiste il consenso informato del paziente». Per capirne di più ho letto integralmente la sentenza la quale, in buona sostanza, non ha condannato nessuno né emesso alcun principio, ma, preso atto del decorso del termine di prescrizione, si è limitata a dichiarare estinto il reato, rifiutando di entrare nel merito. Resta da chiedersi perché sia stata fatta circolare una versione così ingannevole. […]La coscienziosità di Pirani, che è andato a leggersi la sentenza, può utilmente essere messa a confronto con quella di Massimo Gandolfini, che su Avvenire («Ottimi princìpi ribaditi [e legge benvenuta]», 16 aprile, p. 2), ancora tre giorni fa, adoperava la versione di fantasia del pronunciamento della Cassazione per giustificare la legge sulle DAT in discussione alla Camera, pur dichiarando – molto candidamente, almeno in apparenza – di non conoscere gli atti del «caso specifico»! A merito di Gandolfini va comunque ascritto di averci fatto capire quale sia la risposta alla domanda di Pirani: perché è stata fatta circolare una versione così ingannevole della sentenza? Il motivo, a questo punto, è evidente...
Su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano
John Stuart Mill, La libertà
martedì 19 aprile 2011
Leggere prima di commentare
Dicevamo su questo blog, poco più di una settimana fa, come la sentenza pronunciata dalla Quarta Sezione Penale della Cassazione il 13 gennaio scorso fosse molto diversa da quanto andavano raccontando all’unanimità giornali e altri media, che si erano inventati dal nulla un solenne pronunciamento contro l’accanimento terapeutico. Adesso la verità emerge anche altrove; ecco cosa scriveva ieri Mario Pirani, come sempre inappuntabile («Chirurghi sotto accusa con sentenza inventata», La Repubblica, 19 aprile 2011, p. 26):
Se uno va a guardare oltre che Pirani
RispondiEliminaosservazioni dubitative ci sono anche nell'editoriale di questa settimana di Medicina e persona :
SENTENZA DELLA CASSAZIONE: I GIORNALISTI ED I COMMENTATORI L'HANNO LETTA?
http://www.medicinaepersona.org/cm/rassegna.jhtml?param1_1=N12f58732ed6037d7599¶m2_1=N12f58732ed6037d7599
Un commento odierno è poi sul nuovo blog di Scienza e vita
http://www.blogscienzaevita.org/?p=37
Tuttavia è bene ribadire che molto dipende dall'attenzione che si mette nel seguire il caso e leggere la sentenza, perché se, ad esempio, si va su un sito molto seguito come Altalex.com e ci si ferma al commento che precede la sentenza, questo rinvia all'agenzia ASCA che riporta quello che sembra uno stop perentorio : " Non si possono sottoporre a interventi chirurgici pazienti ''inoperabili' e affetti da patologie che lasciano loro solo poco tempo da vivere. Lo ha stabilito la Cassazione precisando che tale comportamento viola il codice deontologico anche qualora il paziente avesse espresso il proprio consenso informato all'intervento."
Gandolfini, poi, nel suo articolo propriamente fa osservazioni che vanno al di là della sentenza suddetta per estendersi al tema dell'eutanasia.
Non riesco a vedere dove sarebbe l'interesse di quelli come Gandolfini (o di Avvenire tout court) nel sostenere la versione "fantomatica" della sentenza, visto che il punto di vista cattolico in linea di massima è contraria sia all' accanimento che all'eutanasia, ma, si dice nell'articolo può accadere che un "accanimento" possa nei fatti risultare davvero utile al paziente (cosa che non può aversi per l'eutanasia, si fa notare)e quindi non si dovrebbe supporre particolare entusiasmo (non più di tanto), in chi scrive, per tale "versione" circolante della sentenza.
Biolove
Quelli di Medicina e Persona non hanno letto la sentenza, per loro stessa ammissione; il commento su Scienza e Vita non sembra riferirsi alla sentenza di cui si parla.
RispondiEliminaTutti i cattolici integralisti che hanno riportato la sentenza inventata hanno sottolineato come essa confermava la legge sulle DAT.
@Regalzi
RispondiEliminaNon mi sembra di poter essere d’accordo con lei sull’editoriale di “Medicina e persona”:
Vi si dice: “Di sicuro questa sentenza, basta leggerla, come tutte le sentenze”
E dal seguito emerge una distinzione del profilo della “corretta ed adeguata conduzione del caso dal punto di vista tecnico professionale” rispetto agli “aspetti soggettivi quali le intenzioni e le volontà personali degli operatori che hanno preso parte alle vicende trattate in giudizio”(secondo quasi tutti i media).
Quello che non torna neanche a me è l’inciso “(bisognerebbe poter leggere la sentenza che non può essere resa pubblica)”.
Riferendomi al blog di S. e V. on intendevo commento alla sentenza in sé ma al principio che emerge dalla sentenza : “Il medico non è un burocrate, ma agisce per il bene del paziente”.
Quanto poi alla conferma (compiaciuta) della legge sulle D.A.T. da parte di “tutti” gli “integralisti” basterebbe (tralasciando se si vuole la carta stampata) l’articolo da me già citato di Scandroglio sulla Bussola Quotidiana per avere una voce fuori dal (supposto) coro
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-quando-la-cassazionesi-accanisce-sul-paziente
Biolove
Quello che non torna neanche a me è l’inciso “(bisognerebbe poter leggere la sentenza che non può essere resa pubblica)”.
RispondiEliminaAppunto!
l’articolo da me già citato di Scandroglio
Il link porta a un "errore 404".
Può essere che nell'editoriale di Medicina e persona si riferissero alla non facile reperibilità sui siti della versione-fotocopia tipo quella di Sanità-Sole 24 h.
RispondiEliminaMa il modo in cui si sono espressi in effetti va oltre questo concetto.
Il link completo(già presente comunque in un mio commento precedente)è :
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-quando-la-cassazionesi-accanisce-sul-paziente-1568.htm
Biolove
In effetti avevo già letto l'articolo di Scandroglio. Qui quello che ne penso.
RispondiEliminaDavvero ci si meraviglia che vengano fatte circolare notizie semi-fasulle o inventate di sana pianta, quando da migliaia di anni ci raccontano di serpenti parlanti e di morti che resuscitano?
RispondiElimina@Paolo Garbet
RispondiEliminaDi solito (cioè il più delle volte, intendo) le notizie che riguardano sentenze, nel campo di cui trattiamo, non vanno molto a favore dei sostenitori del Paradiso terrestre e della resurrezione (ma non voglio perdermi, a mia volta, in luoghi comuni...).
Biolove
mamma mia, e io che pensavo bastasse la malafede per rispondere alla domanda di Pirani!
RispondiElimina@Antonio
RispondiEliminaIn effetti il serpente tentatore ha ancora un forte ascendente sugli uomini.
Ma è prerogativa dei cristiani (giornalisti compresi) sapervi resistere ...
Biolove
"prerogativa dei cristiani sapervi resistere"....ambiziosetti eh!
RispondiElimina@Antonio
RispondiEliminané più nè meno che come si dovrebbe essere (anche se non è facile).
Biolove
Aggiungo solo alcune 'asettiche' puntualizzazioni, che ritengo importanti.
RispondiElimina- Le sentenze sono pubbliche. Al piu', se non rivestono carattere di pubblica utilita' andrebbero oscurati i dati personali, in caso di diffusione con i mezzi di informazione.
- Le sentenze della Cassazione, pur rappresentando il solco di un autorevole percorso logico-giuridico, restano pur sempre vincolanti ed aderenti prettamente al caso concreto, e circoscritte ad esse. Rappresentano certamente un 'precedente' di riferimento. Nel corso degli anni, tale...'riferimento', puo' essere 'rafforzato' o addirittura... 'raso al suolo con inversione di marcia'... cito per tutte la vicenda sull'anatocismo bancario...
Il mio commento sul caso
Nell'ambito della mia professione mi e' stato a volte affidato un caso disperato, in cui l'assistito, invocava comunque ... si facesse qualcosa. Sono state scelte difficili. Ho accettato di 'fare qualcosa' solo quando non vi fosse la certezza dell'insuccesso. Affrontare un rischio certo, non ha senso.
Vi lascio gli auguri per una buona post-posqua, ed il link per la sentenza http://www.personaedanno.it/cms/data/articoli/files/020841_resource2_orig.pdf
e di un commento che ho trovato interessante http://www.personaedanno.it/cms/data/articoli/020841.aspx
cordiali saluti
francesco sirio