In questi anni il Cassero di Bologna è stato crocevia di storie, sensibilità artistiche e culturali, vite e progetti di vita, offrendo una casa comune a persone e idee diverse delle quali noi siamo testimonianza.
Il Cassero non è un edificio o una convenzione: è un patrimonio che non può venire messo all’asta perché è il prodotto di una comunità variegata, attiva in questa città, a livello nazionale e internazionale da quasi quarant’anni, che ha intrecciato un rapporto fruttuoso, di scambio e reciproca trasformazione, con le altre comunità, con le persone e con le istituzioni. Questo patrimonio oggi rischia di venire inghiottito da un gorgo che, assieme al Cassero, intende cancellare tutte le tracce che la storia di questa città ha sedimentato negli anni.
Le Istituzioni bolognesi possono scegliere se preservare questo patrimonio, proseguendo le partnership attive, come hanno confermato il sindaco Virginio Merola e l’assessore alla Cultura Alberto Ronchi, oppure, come alcuni vorrebbero, smantellarlo. La comunità del Cassero vivrebbe comunque, anche altrove. Bologna perderebbe una parte significativa della propria identità e della propria reputazione.
Ci auguriamo che i rapporti tra l’ampia comunità gay, lesbica, transgender di Bologna, della quale il Cassero è la più antica espressione, e le istituzioni continuino in maniera positiva per molti anni a venire.
Tutte le firme sono qui.
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