Il Consiglio nazionale del notariato ha dato via libera al Testamento Biologico, con l’unanimità dei voti. Dalla prossima settimana chiunque lo desidera può esprimere la propria volontà, con la garanzia di autenticità dell’atto fornito da un notaio.
È necessario che una legge parlamentare risolva al più presto le incertezze operative al riguardo, ma il materializzarsi di questa possibilità è fondamentale e costituisce uno strumento irrinunciabile di libertà ed autodeterminazione.

Pessina sembra dimenticare che sono quelle stesse persone malate a chiedere di non ricevere, in alcune circostanze, trattamenti medici. Nessun altro (medici, Stato, familiari) potrebbe decidere al loro posto, o tantomeno potrebbe imporre loro di “non curarsi”. In che modo è possibile rispettare maggiormente la dignità di una persona se non rispettando la sua volontà?
Fa poi davvero sorridere il richiamo fiducioso e entusiasta alla tecnologia, dopo che tante condanne, da parte dei cattolici, nei confronti delle biotecnologie sono state costruite sul richiamo alla “naturalità”. Pessina auspica infatti che i pazienti e la stessa società “rifiutino questa demonizzazione della tecnologia e della medicina di supporto vitale”. Possono già farlo. Chi non intende sospendere i trattamenti può rifiutare questa demonizzazione della tecnologia, sottoponendosi alle forme più estreme di accanimento terapeutico. È civile e doveroso permettere, però, a chi la pensa diversamente di rifiutare le cure. Di scegliere della propria vita e della propria morte. Scegliere di rifiutare le cure non è una rinuncia, come Pessina sostiene, ma una scelta individuale, intima e incontestabile di libertà.
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