Studiosi giapponesi sarebbero riusciti a tramutare cellule somatiche di topo in cellule che si comportano come staminali embrionali, grazie all’aggiunta di quattro fattori di trascrizione – cioè di proteine che stimolano l’attività di determinati geni – alla coltura (Kazutoshi Takahashi e Shinya Yamanaka, «Induction of Pluripotent Stem Cells from Mouse Embryonic and Adult Fibroblast Cultures by Defined Factors», Cell, pre-pubblicazione online, 10 agosto 2006; per un sommario più accessibile si veda EurekAlert! dello stesso giorno, «With few factors, adult cells take on character of embryonic stem cells»). I ricercatori hanno chiamato le cellule ottenute «induced pluripotent stem cells» (iPS), cioè «cellule staminali pluripotenti derivate». Se le iPS risultassero completamente equivalenti alle vere staminali, si potrebbero ottenere da esse tutti i tipi cellulari, che sarebbero oltretutto perfettamente compatibili, se trapiantati, con l’organismo di chi ha fornito le cellule somatiche di partenza (qualcosa di molto simile si potrebbe raggiungere facendo ricorso alla cosiddetta clonazione terapeutica).
Tuttavia, prima di precipitarsi a invocare l’immediato dirottamento a questo tipo di ricerca di tutti i finanziamenti per la ricerca sulle staminali embrionali, sarà opportuno riflettere su alcuni fatti: c’è ancora incertezza sulle proprietà delle iPS; questi risultati sono stati ottenuti sui topi, non ancora sugli esseri umani; uno dei fattori di trascrizione impiegati, c-Myc, va a stimolare un gene implicato in numerosi tipi di tumore.
Nessun commento:
Posta un commento