venerdì 27 ottobre 2006

Appello contro la condanna a morte dei 6 della Libia

Dalle NEWS di Darwin l’appello al Ministro degli Esteri:

Onorevole Ministro D’Alema,

in qualità di medici e ricercatori siamo particolarmente preoccupati per gli sviluppi del processo in corso in Libia che vede sul banco degli imputati cinque infermiere di nazionalità bulgara e un medico palestinese. Queste persone sono detenute nelle carceri libiche dal 1999 con l’accusa di aver deliberatamente infettato con il virus dell’Aids oltre 400 bambini presso l’Ospedale Al Fatah di Bengasi. Secondo Amnesty International sarebbero stati sottoposti a interrogatori estremi e torture fino al punto da confessare di aver agito di concerto con servizi di paesi stranieri quali la Cia e il Mossad per creare il caos nella Repubblica Socialista di Libia. Ma la loro innocenza, rispetto all’accusa di cospirazione e di qualsiasi atto deliberato, è stata dimostrata al di là di ogni ragionevole dubbio dal lavoro di indagine svolto da due illustri colleghi, Luc Montagnier che all’Istituto Pasteur di Parigi ha scoperto l’Hiv e Vittorio Colizzi dell’Università di Roma Tor Vergata. Il rapporto che è scaturito da questo lavoro durato due anni mette in evidenza alcuni elementi cruciali:

- I primi casi di contagio sono precedenti alla presa di servizio degli imputati e l’epidemia è continuata anche dopo il loro arresto.

- Il ceppo dell’Hiv isolato nei bambini libici è tipico dell’Africa centrale e occidentale, perciò è probabile che sia stato portato nel paese da un immigrato sieropositivo, o più probabilmente da un’immigrata sieropositiva che avrebbe partorito nell’ospedale di Bengasi.

- È probabile che l’Hiv si sia diffuso agli altri piccoli lì ricoverati a causa delle scarse condizioni igieniche dell’ospedale. Infatti la copresenza di altri virus (epatite B e C) indica un’esposizione ripetuta a materiale infetto, probabilmente causata dall’uso di siringhe non sterilizzate, come sostiene anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha organizzato due missioni sul posto.

Ciononostante la Corte libica ha rigettato il rapporto, condannando a morte i sei imputati nel maggio del 2004. La condanna è stata poi annullata ed è stato avviato un secondo processo, che dovrebbe concludersi con un nuovo verdetto nel mese di novembre. Purtroppo le modalità con cui il dibattimento si è svolto finora non consentono alcun ottimismo. Se la sentenza capitale sarà confermata, come teme la difesa, l’ultima speranza sarà affidata alla Corte Suprema. Per salvare dalla fucilazione queste sei persone innocenti e farle tornare in libertà sarà necessaria una pressione diplomatica assai più intensa ed efficace di quella esercitata dalla comunità internazionale fino a questo momento. In qualità di medici e ricercatori chiediamo con forza al governo di Tripoli e alla Corte Suprema di ascoltare la voce del mondo scientifico, istituendo un comitato scientifico che possa esaminare nuovamente i dati disponibili. Questo non servirà soltanto a provare l’innocenza delle infermiere e del medico, ma anche ad evitare ulteriori infezioni nosocomiali che saranno sempre in agguato finché il problema delle condizioni igieniche degli ospedali sarà oscurato da improbabili ipotesi bioterroristiche. In qualità di cittadini che hanno a cuore la vita di sei persone innocenti e credono nel valore della politica, inoltre, ci appelliamo al Governo italiano nel suo insieme e in particolare a Lei che è Ministro degli esteri, perché metta tempestivamente in atto tutte le misure possibili affinché giustizia sia fatta prima che sia troppo tardi.

Edoardo Boncinelli, Università Vita-Salute, Milano
Elena Cattaneo, Università di Milano
Mario Clerici, Università di Milano
Giulio Cossu, Università Vita-Salute, Milano
Lucio Luzzatto, Università di Genova
Giuseppe Macino, Università La Sapienza, Roma
Alberto Mantovani, Istituto Humanitas, Milano
Jacopo Meldolesi, Presidente della Federazione Italiana Scienze della Vita
Rino Rappuoli, Co-Chairman della Global Alliance for Vaccines and Immunization
Gianni Rezza, Istituto Superiore di Sanità, Roma

Per aderire: appellolibia@darwinweb.it

Su Darwin è possibile consultare i documenti.

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