La Commissione per l’analisi della normativa in materia di relazioni giuridiche familiari, istituita dal Ministro delle politiche per la famiglia, Rosy Bindi, ha predisposto un disegno di legge governativo, in cui fra l’altro si prevede che ai figli di una coppia venga imposto il doppio cognome, paterno e materno, nell’ordine che sceglieranno i genitori e che dovrà valere per tutti i figli (Marina Cavallieri, «Doppio cognome, via libera anche in Italia», La Repubblica, 8 dicembre 2006, p. 4; si legga anche il comunicato stampa del Ministero).
Non è chiaro se il doppio cognome sarà obbligatorio (nel caso di cognomi ridicoli o comunque imbarazzanti sarebbe probabilmente meglio che non lo fosse). Una cosa chiara, invece, è che i figli dovranno trasferire a loro volta ai propri figli il primo dei cognomi. Questa norma appare al tempo stesso inutile (perché mai tutti i nipoti di una data coppia dovrebbero avere uno dei loro due cognomi identico?) e doppiamente dannosa: si crea un motivo di tensione fra i genitori, che al momento di scegliere l’ordine dei cognomi saranno obbligati a scegliere qual è quello più ‘importante’ che passerà ai nipoti, e si sottrae ai figli la libertà di decidere quale dei loro due cognomi trasmettere. Speriamo che il Parlamento elimini questo piccolo neo da una norma per il resto sacrosanta e da tempo dovuta.
Il doppio cognome serve solo a incasinare, perché un sistema assolutamente equo è impossibile, e considerato che in tasca ne viene poco ci si potrebbe occupare di faccende più serie.
RispondiEliminaUn sistema assolutamente equo sarà anche impossibile (anche se a me sembra che ci si possa approssimare parecchio a questo ideale), ma di sicuro sarà più equo di quello attuale, e perciò preferibile – persino "se in tasca ce ne viene poco": anche i simboli contano...
RispondiElimina