Daniel, gay, è cresciuto in un ambiente religioso e ha sempre avuto una fede molto forte. Scoprirsi omosessuale non è stato facile, tanto da arrivare «innumerevoli volte» a pregare Dio per «farmi diventare eterosessuale». Poi arriva Nicolosi e la sua terapia. Daniel spende migliaia di dollari per guarire dall’omosessualità. Migliaia di dollari, a dimostrazione che dietro tutto questo c’è anche un business non indifferente. Spiega Daniel: «la terapia ex-gay è solo un tentativo elaborato di convincerti che le attrazioni omosessuali sono qualcos’altro rispetto a ciò che sono in realtà, che hanno altri significati». Questi gruppi «realmente vogliono avvicinare le persone a Dio e ovviamente farle diventare eterosessuali». Solo che poi accade l’esatto contrario. La terapia non funziona, e uno si allontana da Dio: «Ma la cosa più tragica è stata la perdita della fede». Questo è l’unico risultato di Nicolosi: un credente, molto religioso, omosessuale, che perde la fede. È Daniel a definirla una «tragedia». Noi ci crediamo.
Su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano
John Stuart Mill, La libertà
giovedì 22 marzo 2007
L’effetto della cura Nicolosi
Daw, in collaborazione con Andreas Martini, ha sottotitolato in italiano il video che reca la testimonianza toccante di Daniel Gonzales, ex paziente di Joseph Nicolosi, il medico che pretende di «curare» l’omosessualità («Paziente di Nicolosi: la terapia per curare i gay non funziona», 21 marzo 2007).
Non resta che tentare di guarire dalla perdita della fede, fallirà ancora una volta, e allora, forse, si metterà finalmente l'anima in pace.
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