lunedì 19 maggio 2014

La logica oscura di Gianfranco Amato

Gianfranco Amato, presidente dell’associazione «Giuristi per la Vita» (è lui uno dei due autori della denuncia presentata contro gli insegnanti del Liceo Giulio Cesare di Roma), commenta sulla Nuova Bussola QuotidianaAnita non può (per natura) avere due mamme», 19 maggio 2014) la lettera aperta che il consigliere comunale di Milano Rosaria Iardino ha indirizzato a Matteo Renzi, esortandolo a risolvere i problemi delle famiglie omogenitoriali. Sembra che ad avere colpito Amato sia stata soprattutto questa frase: «la mia compagna Chiara e la piccola Anita, nostra figlia, concepita attraverso la procreazione medicalmente assistita, sono il mio universo», nonché un’altra dichiarazione rilasciata dalla Iardino al Corriere della SeraUnioni civili e adozioni. La pd Iardino a Renzi: “Riforme, ora di svegliarsi”», 16 maggio 2014, p. 7):

Loro sono tutto il mio universo, ma agli occhi dell’attuale sistema legislativo, io per la mia piccina non sono nulla […] fortunatamente, le persone sono migliori delle leggi e quindi alla materna, con gli altri genitori, dal medico, io sono trattata come mamma di Anita a tutti gli effetti.
Commenta Amato:
l’aspetto che maggiormente emerge da quelle parole è come l’ideologia riesca a prevalere sulla biologia. Come si fa a negare l’evidenza che la piccola Anita sia nata da un gamete maschile ed un gamete femminile? Affermare che i suoi genitori (ossia i soggetti che l’hanno concepita) sono due donne, è un falso scientifico, prima che una follia sotto il profilo razionale. Anita non potrà mai avere due mamme, come sa bene l’ingegnosa burocrazia politicamente corrette che, infatti, ha dovuto coniare i neologismi “genitore 1” e “genitore 2”.
[…] E no, cara Iardino, come recita il titolo della celebre commedia teatrale di Vincenzo Salemme, “Di mamma ce n’è una sola”. È la natura a dirlo non la fede religiosa, e contra factum non valet argumentum.
Qui, per usare un’espressione un po’ abusata ma efficace, la mente del lettore vacilla. Dove mai avrebbe affermato la Iardino – o anche soltanto sottinteso – che la piccola Anita ha due madri biologiche? Leggendo e rileggendo i due scritti, tutto quello che si riesce a trovare sono l’espressione «nostra figlia» e il desiderio di essere «trattata come mamma di Anita a tutti gli effetti»; ma dare a queste parole il senso iper-letterale che sembra dar loro Amato è un’impresa paragonabile solo a quella di Giufà, che esortato dalla madre a tirarsi «dietro la porta» quando esce, la scardina e se la trascina per il paese. Di fronte a casa mia abita una coppia di coniugi che ha avuto anni fa in affidamento un bambino nato da poco; come capita in questi casi, col tempo il piccolo ha preso a chiamare «mamma» la madre affidataria. La madre naturale si è poi fatta viva, instaurando un rapporto col ragazzino, che si è trovato dunque di fatto ad avere due mamme; mi chiedo cosa avrebbe detto in proposito Gianfranco Amato.
La cosa più straordinaria è che Amato sta nei fatti implicando che la Iardino sia preda di una chiara ideazione delirante – come definire altrimenti la convinzione che un bambino possa avere due madri biologiche? – oppure che il consigliere comunale abbia tentato la frode del millennio, cercando di far passare l’idea che la figlia abbia due madri biologiche. Eppure sembra che Amato non sia consapevole di queste ovvie implicazioni; non c’è urgenza né una particolare drammaticità nelle sue parole. Uno si aspetterebbe come minimo un’altra denuncia all’autorità giudiziaria: ehi, c’è una bambina affidata a una pazza o a una truffatrice! E invece niente.

Da segnalare, nel seguito dell’articolo, anche quest’altra affermazione:
A proposito, ora pare abbastanza evidente quale sia stato il vero obiettivo che ha indotto la Corte Costituzionale ad eliminare il divieto di fecondazione eterologa: dare figli a coppie come quella di Rosaria e Chiara.
Anche qui si rimane perplessi: qual è il nesso tra la decisione della Consulta e le dichiarazioni della Iardino? Al di là della assai relativa coincidenza temporale, non se ne vede nessuno (e comunque rivendicazioni come quelle della Iardino sono state avanzate di frequente negli ultimi anni: la coincidenza non è certo straordinaria). Da notare poi che anche con l’eliminazione del divieto di fecondazione eterologa, le tecniche di procreazione assistita non diventeranno accessibili in Italia alle coppie omosessuali: resta infatti in piedi l’art. 5 della legge 40/2004, che ne limita l’applicazione alle «coppie di maggiorenni di sesso diverso». La successione logica dei pensieri di Gianfranco Amato rimane insomma anche in questo caso tenacemente oscura.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non si può sperare di trovare un barlume di logica in chi ha partorito una denuncia ai limiti del delirio giudiziario.
Piuttosto ci si chiede come sia possibile che uno abusi del diritto e ne rimanga impunito.

Fetente ha detto...

Evidentemente la cattiveria è talmente forte da oscurare la logica.
Sembra quasi di vederlo sghignazzare, mentre tutto compiaciuto chiama i carabinieri per separare una donna e una bambina che si amano come madre e figlia.

Anonimo ha detto...

Invidio davvero la pazienza e la lucidità mantenuta da Giuseppe nello star dietro alle uscite di quel signore. Invece io ho avuto solo reazioni viscerali. Per dire, quella di Amato è una faccia che mi ricorda molto l'allocco, intendo proprio l'uccello rapace, Strix aluco, ordine degli Strigiformes.