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venerdì 8 agosto 2014

«E allora perché non la bulimia?»


O del leggere ciò che si commenta.

martedì 5 agosto 2014

Il nuovo reato di istigazione a pratiche alimentari idonee a...

http://www.laurengreenfield.com/?p=Y6QZZ990

Potrebbe sembrare una gag dei Monthy Python in un giorno non particolarmente felice. Invece è una proposta di legge. Si chiama “Introduzione dell’articolo 580-bis del codice penale, concernente il reato di istigazione a pratiche alimentari idonee a provocare l’anoressia, la bulimia o altri disturbi del comportamento alimentare”.

Pur ammettendo che i disturbi dei comportamenti alimentari siano “risultanti dalla complessa interazione di fattori biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici”, i firmatari decidono di concentrarsi sui “fenomeni di diffusione e promozione dei disturbi alimentari, individuando un nuovo reato d’istigazione a pratiche che incitino all’anoressia o alla bulimia – come accade ad esempio su internet, grazie soprattutto ai siti web «pro-ana» e «pro-mia»” (il corsivo è il loro). D’altra parte “non è certo compito del Parlamento interrogarsi sulle dinamiche che portano un numero sempre maggiore di persone a soffrire di disturbi del comportamento alimentare”. Sembra che sia invece suo compito delineare nuovi reati in un contesto tanto vago.

Si parte da quanto si dovrebbe dimostrare: che incitare all’anoressia (o a qualsiasi altro disturbo alimentare) causi l’anoressia (o qualsiasi altro disturbo alimentare) e che questo dovrebbe essere considerato un reato.

Pur concedendo – molto generosamente – una connessione causale tra l’istigazione (qualunque cosa significhi) e il disturbo alimentare, pensare che la soluzione sia rendere quello stimolo un reato è abbastanza ingenuo. Significa ignorare come funziona l’internet, i principi liberali, il ruolo del parlamento, la corretta valutazione del rischio, il diritto penale e il principio del danno. Significa anche aver dimenticato l’inutilità del proibizionismo e della coercizione legale in un simile dominio. Pur concedendo – altra ingiustificabile generosità – che il danno sia dimostrato non avremmo ancora dimostrato che sarebbe giusto vietare la causa del danno.
Perché considerare diversamente altre “istigazioni” al danno? Vietiamo le istigazioni alle automobili, ai coltelli, al fuoco, alle aspirine (aggiungere a piacere) perché si muore – questo è sicuro – in incidenti stradali, accoltellati, bruciati e di aspirina. Vietiamo l’acqua ché si muore anche per intossicazione da acqua.

C’è anche un altro problema: molti di questi siti, chat, blog e forum sono verosimilmente un ulteriore “sintomo”. Dopo aver letto “Ecco il diario alimentare di oggi. Pranzo: piccolo panino con cotto e fontina (circa 250 kcal). Cena: zuppa (circa 35 kcal). Avrei preferito mangiare qualcosa di meno calorico del panino, ma ahimè sono finita in un panifico con degli amici e ho perso il controllo” oppure i consigli Pro-Ana “Questi non sono consigli per dimagrire facendo le solite diete, ma seguendo le diete Pro-Ana a basso apporto calorico (Max. 500 Kcal)” domandatevi: chi l’avrà scritto? Poi domandatevi: è giusto trattare l’autore come un criminale? E sarebbe di una qualche utilità? Forse nel caso della sanzione pecuniaria (ma ovviamente non per il reo), ma nel caso della reclusione?

Lo strambo reato di istigazione all’anoressia, Pagina 99, 5 agosto 2014.


domenica 3 agosto 2014

Il nuovo «reato di istigazione a pratiche alimentari idonee a provocare l'anoressia, la bulimia o altri disturbi del comportamento alimentare»




Onorevoli Colleghi! La presente proposta di legge si propone di attirare l'attenzione sul problema dei disordini del comportamento alimentare. Questi disordini alimentari, di cui l'anoressia e la bulimia sono le manifestazioni più note e più frequenti, sono diventati, nell'ultimo ventennio, una vera e propria emergenza nei Paesi occidentali, una piaga che attraversa tutti gli strati sociali.
Gli studi condotti in Italia sui disordini del comportamento alimentare sono ancora relativamente pochi, e per la maggior parte limitati a realtà regionali. Secondo dati aggiornati a novembre 2006 e forniti dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell'Istituto superiore di sanità, tuttavia, la prevalenza dell'anoressia e della bulimia in Italia sarebbe rispettivamente dello 0,2- 0,8 per cento e dell'1-5 per cento in linea con quanto riscontrato in molti altri Paesi.
Se poi ci si concentra sugli studi condotti nel resto dell'Europa e negli Stati Uniti d'America, i dati epidemiologici sono ancora più allarmanti. Secondo l’American psychiatric association, i disordini alimentari sarebbero la prima causa di morte nei Paesi occidentali. Colpirebbero con più frequenza le giovani donne (dai dati riportati in letteratura si evince che oltre il 5 per cento delle ragazze tra i 15 e i 18 anni presenterebbe qualche disturbo collegato all'alimentazione), ma l'età di esordio si sarebbe notevolmente abbassata, al punto che non sarebbe più raro trovare forme di disturbi alimentari anche nell'infanzia e nella preadolescenza. Sempre secondo i dati raccolti dall’American psychiatric association, la presenza dell'anoressia nelle donne e negli uomini si attesterebbe in un rapporto che oscilla tra 1 a 6 e 1 a 10. Questo rapporto cambierebbe però nella popolazione adolescente, dove i ragazzi sarebbero tra il 19 e il 30 per cento delle persone con problemi di anoressia. La difficoltà di conoscere esattamente la diffusione dei disturbi del comportamento alimentare rispetto ad altre malattie, oltre che nella complessità di uniformare gli studi, risiede tuttavia nella particolarità di questi disturbi, ossia nella tendenza delle persone affette ad occultare il proprio disturbo e ad evitare, almeno per un lungo periodo iniziale, l'aiuto di professionisti.
Il percorso che ogni adolescente deve compiere per passare dall'infanzia all'età adulta è sempre complesso. Ecco perché alcuni giovani risponderebbero a questo momento di difficoltà modificando il proprio comportamento alimentare ed esprimendo il proprio disagio attraverso vari disturbi del comportamento alimentare. La presente proposta di legge non ha però la presunzione di spiegare le origini e le dinamiche che sono alla base dei disordini alimentari, tanto più che, ancora oggi, le loro cause non sono del tutto note. Per molti esperti si tratta di sintomi risultanti dalla complessa interazione di fattori biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici. Alcuni insistono sull'influenza negativa che possono avere un eccesso di pressione e di aspettative da parte dei familiari o, al contrario, sull'assenza di riconoscimento e di attenzione da parte di genitori, insegnanti e, in generale, delle persone adulte che hanno rapporti con i giovani. Altri sottolineano l'importanza di traumi vissuti durante l'infanzia, come le violenze e gli abusi sessuali, fisici o psicologici. Altri ancora condannano l'impatto che potrebbero avere alcuni messaggi veicolati dalla società: uno dei motivi per cui alcune ragazze inizierebbero a sottoporsi a diete eccessive sarebbe la necessità di corrispondere a determinati canoni estetici che premiano la magrezza, anche nei suoi eccessi.
Come già detto, però, non è certo compito del Parlamento interrogarsi sulle dinamiche che portano un numero sempre maggiore di persone a soffrire di disturbi del comportamento alimentare. Né è sua vocazione comprendere e contrastare le cause profonde che, anche nel nostro Paese, hanno portato al moltiplicarsi di questi fenomeni. Il compito del Parlamento è prendere atto della gravità del fenomeno; constatare il fatto che gli esperti sono unanimi nel sottolineare che le manifestazioni sintomatiche di questi disturbi sono legate all'eccessiva importanza attribuita al controllo dell'alimentazione, del peso e della forma del corpo; capire che esiste, a livello legislativo, la possibilità di contrastare in modo concreto la diffusione e la promozione dei disturbi del comportamento alimentare e di favorire misure di prevenzione e di diagnosi precoci.
La presente proposta di legge si concentra dunque proprio sui fenomeni di diffusione e promozione dei disturbi alimentari, individuando un nuovo reato d'istigazione a pratiche che incitino all'anoressia o alla bulimia – come accade ad esempio su internet, grazie soprattutto ai siti web «pro-ana» e «pro-mia».
Con l'individuazione del nuovo reato d'istigazione a pratiche alimentari idonee a provocare l'anoressia o la bulimia, si dovrebbe permettere alle Forze di polizia di agire in modo tempestivo e di mettere in atto una serie di misure di contrasto all'incitamento a comportamenti alimentari che possono minacciare gravemente la salute fino a compromettere in modo irreversibile l'integrità psico-fisica delle persone colpite e, nei casi più estremi, a provocarne la morte. Si tratta soprattutto di contrastare in maniera efficace la diffusione esponenziale dei siti «pro-ana» e «pro-mia» che, attraverso blog e chat, incitano e diffondono comportamenti anoressici e bulimici esaltando l'anoressia e la bulimia come modalità di vita.
In Italia, secondo gli ultimi dati, questi siti sarebbero oltre 300.000. Alcuni promuovono la «magrezza ad ogni costo» e celebrano il raggiungimento dei 35 chili di peso come ideale e conquista; altri hanno lo scopo di «aiutare gli altri a raggiungere i propri obiettivi, ossia la perfezione» indicando come eliminare il senso di fame utilizzando farmaci, come sopportare la mancanza di cibo, come procurarsi il vomito dopo aver mangiato, come continuare a perdere peso; altri ancora diffondono immagini o messaggi motivazionali (thinispiration), che possono assumere la forma di fotografie di modelle o personaggi famosi particolarmente magri, specificando che «il magro non passa mai di moda».

PROPOSTA DI LEGGE Art. 1. (Introduzione dell'articolo 580-bis del codice penale).
1. Dopo l'articolo 580 del codice penale è inserito il seguente: «Art. 580-bis. – (Istigazione a pratiche alimentari idonee a provocare l'anoressia, la bulimia o altri disturbi del comportamento alimentare). – Chiunque, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, istiga esplicitamente a pratiche di restrizione alimentare prolungata, idonee a provocare l'anoressia, la bulimia o altri disturbi del comportamento alimentare, o ne agevola l'esecuzione, è punito con la reclusione fino ad un anno e con una sanzione pecuniaria da euro 10.000 a euro 50.000. Se il reato di cui al primo comma è commesso nei confronti di una persona minore di anni quattordici o di una persona priva della capacità di intendere e di volere, si applica la pena della reclusione fino a due anni e di una sanzione pecuniaria da euro 20.000 a euro 100.000».
Non ho nemmeno la forza di commentare.

sabato 16 giugno 2012

Nutrizione forzata

The woman’s parents told the court they had given up hope that their daughter could recover. They said: “It upsets us greatly to advocate for our daughter’s right to die. We love her dearly but feel that our role should now be to fight for her best interests, which, at this time, we strongly feel should be the right to choose her own path, free from restraint and fear of enforced re-feed.
Woman who wants to die must be force-fed, The Telegraph, 15 june 2012.