Per Carlo Casini («Ma per la sinistra la gravidanza è una “malattia”», sul Giornale di oggi) il compito dei consultori è di «dissuadere» dall’aborto: «Io non ho paura delle parole: se dissuado qualcuno dal suicidarsi o dal commettere una rapina, oppure dallo spacciare o consumare droga riceverei una unanime lode e collaborazione». E conclude: «È tristissimo che proprio la sinistra si ostini a non capire. Eppure proprio essa dichiara di avere nel suo genoma la solidarietà nei confronti del più debole: chi è più debole ed indifeso del figlio a rischio di morte, chi più sola della madre che vede come unica prospettiva il “dramma” dell’aborto?». L’aborto come violenza e tragedia, l’embrione come «figlio»: a Casini questi devono sembrare evidentemente postulati scontati, che non occorre dimostrare.
lunedì 30 gennaio 2006
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