venerdì 27 maggio 2011

Di mamma ce n’è una sola (per fortuna)

Eden Wood, 4 anni.

Qualche giorno fa su The Sun compare un pezzo che ha tutte le caratteristiche giuste per stare proprio su quel quotidiano: I inject my 7-year-old girl with Botox, fill her lips and I have tattooed her eyebrows (6 may 2011). La tentazione è quella di pensare che stavolta hanno davvero esagerato e che, come spesso accade, i dettagli saranno stati gonfiati al solo scopo di attirare una morbosa e massiccia curiosità. La realtà, però, sembra essere più estrema e, a dirla tutta, difficile da ricostruire. Qualche giorno dopo circola infatti la dichiarazione giurata della protagonista della vicenda: si sarebbe inventata tutto per 200 dollari (Botox Mom: I MADE IT ALL UP FOR MONEY!, Tmz, 19 may 2011). Non è che come smentita convinca poi molto di più della notizia originaria, ma forse è perché il dubbio si è ormai insinuato in noi irrimediabilmente - come succede dopo un paio di falsi allarmi “al ladro!, al ladro!” o come succedeva alle oche di Konrad Lorenz, disinteressate ai richiami troppo frequenti della madre bipede dopo le prime volte. Il dubbio rimane anche perché la saga continua e sembra difficile per noi - se non impossibile - controllare tutti i retroscena e i particolari. E soprattutto perché un articolo di marzo annunciava una storia simile, seppure con alcuni particolari diversi e con nomi diversi: la figlia qui aveva 8 anni e invece di Bree, come nel pezzo di maggio, viene chiamata Britney (I’m injecting my eight-year-old with Botox and getting her body waxes so she’ll be a superstar, The Sun, 23 march 2011).

Comunque sia andata la storia di Bree/Britney e di sua madre Sharon Evans/Kerry Campbell/Sheena Upton (quest’ultimo sarebbe il vero nome della donna), la vicenda è interessante e forse può essere anche considerata sintomatica di un gusto diffuso da parte della stampa nel cercare gli angoli più in ombra, nel forzare la cronaca fino alle ossessioni, nel manifestare un compiacimento nei confronti di un comportamento da mettere alla gogna. Certo, siamo partiti da un pezzo pubblicato da The Sun, ma saremmo disonesti a limitare al quotidiano inglese questa mania.

Cominciamo con la storia di Sharon e Bree nella versione riportata dall’articolo di maggio. Sharon, madre single di 33 anni che vive a San Diego, ha iniettato botox (aveva seguito anni fa un corso da estetista, garantisce Sharon) alla figlia Bree di 7 anni e le ha tatuato le sopracciglia per migliorarne la forma (si era fatta spiegare come si fa da un suo ex fidanzato tatuatore). Perché “she is desperate for her daughter to be famous”. Già, famosa almeno quanto Willow Smith, figlia di Will e Jada Pinkett Smith.

iMille Magazine, 27 maggio 2011.

giovedì 26 maggio 2011

Un commento interessante

Sulla questione della obiezione di coscienza di Cinzia Sciuto che intitola, in modo condivisibile, diserzione di coscienza.

Fare il medico non è un obbligo, e men che meno fare il medico ginecologo. E tanto basta per abolire come del tutto improprio l’uso dell’espressione «obiezione di coscienza» a proposito dell’aborto, che si configura semplicemente come una delle prestazioni che il medico ginecologo ha l’obbligo di somministrare, nei termini della legge. La stessa cosa vale nei confronti dei farmacisti che si rifiutano di vendere i farmaci anticoncezionali. Il lavoro che ciascuno di noi si sceglie è allo stesso tempo una scelta di vita per noi e un servizio per gli altri. Se penso che quella professione comporta degli obblighi che contrastano con i miei princìpi, semplicemente scelgo di non farla. Non avrebbe alcun senso, oggi che la leva non è più obbligatoria, che un militare invocasse l’obiezione di coscienza.

mercoledì 25 maggio 2011

Fuori dal coro


Dopo aver letto Gli ultimi. Vivere fuori dal coro (2011, Chiarelettere) incontro Pino Petruzzelli a Genova, accanto al porto e ai bar ancora chiusi perché la stagione non è ancora cominciata. Si sentono le voci dei bambini in lontananza. Petruzzelli è attore e regista, dirige il Teatro Ipotesi e questo è il suo secondo libro dopo Non chiamarmi zingaro.

Ho viaggiato molto nel mediterraneo, però non mi piace raccontare di un Paese - mi interessa parlare di alcune persone. In questo caso legate dal mare, ma soprattuto dalle scelte che hanno fatto. Raccontare queste persone e le loro vite è un modo per non rassegnarsi, perché loro non si sono rassegnati”.
Mentre lo ascolto penso ad alcune delle storie, come quella della giovane dottoressa che lavora in un ambulatorio per bambini poveri a Gerusalemme. Nua ha trent’anni e tutto ciò che desidera è “la banalità di una vita pacifica”. Invece vive una emergenze continua in cui filo spinato, carri armati, muri e morti sono la normalità. È meglio non ammalarsi in Palestina, perché “chiunque va negli ospedali palestinesi, anche se sta bene, esce morto”. Nua potrebbe andarsene, invece resta lì e cerca di accogliere quanti più bambini possibile.
C’è talmente un mondo che fa schifo, che è orribile - eppure tanta gente è contenta così, gode dell’orrore. Chi detiene il potere ha stravinto, perché nessuno più pensa di essere l’ultima ruota del carro quando lo siamo tutti. I totalitarismi non sono mai finiti, hanno solo affinato la tecnica. Ti illudi di essere parte di un meccanismo. Quando arrivi a credere di non essere uno sfruttato e addirittura a parteggiare per il carnefice sei proprio all’ultimo stadio. Il mio è un tentativo di raccontare e di recuperare - anche chi sta male. Mohamed Choukri, per esempio, che si prostituiva, si drogava, ha vissuto una vita dolorosa ma non si è rassegnato”.
Choukri è il primo de Gli Ultimi e ti fa venire una rabbia furibonda. Però ti offre anche l’occasione di pensare: se Choukri è stato capace di reagire, dopo tutto quello che ha passato, chi può attaccarsi a una scusa per non farlo? Mohamed nasce nel 1935 e fino a 9 anni è analfabeta. Quel poco che riesce a mangiare è spesso in compagnia di topi e scarafaggi. Il padre è violento. Uccide il fratello perché tossiva e piangeva. “Gli torce il collo come si fa con i polli” racconta Choukri a Petruzzelli. Poi lo vende a un fumatore di hashish per trenta pesetas al mese. “Ho vissuto un’infanzia di umiliazioni, insulti e disprezzo, rubando, fumando kif, bevendo, frequentando prostitute, prostituendomi io stesso. A sette anni ero già adulto”. L’incontro con Mohammed Saggah gli salva la vita. È affascinato dallo scrittore marocchino e decide che è quello il modo in cui vuole vivere. Comincia a leggere e, anni dopo, scriverà Il pane nudo, sequestrato e censurato in Marocco ma tradotto in molti paesi - uno dei traduttori è Paul Bowles.

Su Il Mucchio Selvaggio di giugno.

martedì 24 maggio 2011

Coming Out

Bullying and suicides of gay and lesbian teenagers are in the headlines, the military's “don’t ask, don’t tell” policy has been repealed, and the debate over same-sex marriage continues to divide the country. Against this backdrop, many L.G.B.T. youth wonder how accepting society will be.
Coming Out, The New York Times.

lunedì 23 maggio 2011

La guerra dei profilattici

All’Einstein vietati i distributori di profilattici

Niente da fare. Il direttore scolastico quei distributori di profilattici nella sua scuola non li vuole proprio. Liceo scientifico Einstein, periferia sud-est. Con una delibera del Consiglio d’Istituto si approva l’introduzione di tre distributori nei bagni dei ragazzi: era il 25 maggio 2010. Ad installarli ci avrebbe pensato gratis la Lila, Lega italiana per la lotta contro l’Aids. Ma il direttore scolastico, Edgardo Pansoni, non ci sta. E invoca la risposta di organi competenti superiori. Così arriva la risposta dell’ufficio legale dell’Ufficio scolastico regionale: la decisione del Consiglio d’Istituto non può “ritenersi palesemente illegittima”. Ma poi arriva il Collegio dei docenti che l’8 febbraio 2011 blocca di nuovo tutto. Ora il rappresentante degli studenti, Pietro De Nicolao, ha inviato una lettera al ministero dell’Istruzione. E attende una risposta.
(Questo il breve pezzo uscito il 4 maggio 2011 su City).
Essì, mica si può prendere una decisione così su due piedi!
Qui la cronaca della vicenda - una vera e propia saga - di Pietro De Nicolao.

Sono innocente

Update: Robin’s suggestion to the Italians is, find some way to get Berlusconi into a New York hotel (Other Peoples’ Politics, Paul Krugman, may 22, 2011, NYT).

sabato 21 maggio 2011

Carlo Lottieri e l’omofobia

Scrive Carlo Lottieri sul Giornale di ieri («Quella legge sull’omofobia è solo ipocrita e illiberale», 20 maggio 2011, p. 12):

Forse mi sbaglio, ma a mio parere la maggior parte degli omosessuali non chiede – in Italia come altrove – di ricevere trattamenti di favore, né (ancor meno) che sia sfavorito chi è autore di aggressioni a loro danno. Essi chiedono solo di essere rispettati quali individui e che ogni crimine sia giudicato per quello che è: indipendentemente dalle preferenze sessuali della vittima.
(Il sottotitolo dell’articolo ribadisce: «Imporre come aggravante l’omosessualità della vittima di un reato è un controsenso».) Mi sembra che queste parole dimostrino una incomprensione totale e stupefacente della proposta di legge n. 2802 contro l’omofobia, su cui la Commissione Giustizia della Camera ha espresso l’altro giorno parere negativo. La proposta di legge intendeva stabilire un’aggravante non già per i delitti commessi contro gli omosessuali, ma per i delitti commessi a causa del fatto che una persona è omosessuale. C’è una enorme differenza: a un omosessuale può capitare, per esempio, di essere picchiato per una manovra azzardata con l’automobile, e questo delitto continuerebbe a essere punito come l’identico delitto commesso contro un eterosessuale, anche dopo l’approvazione della legge contro l’omofobia.
Basta leggere l’art. 1 della proposta:
All’articolo 61 del codice penale è aggiunto, in fine, il seguente numero:
«11-quater) l’avere, nei delitti non colposi contro la vita e l’incolumità individuale, contro la personalità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale, commesso il fatto per motivi di omofobia e transfobia, intesi come odio e discriminazione in ragione dell’orientamento sessuale di una persona verso persone del suo stesso sesso, persone del sesso opposto, persone di entrambi i sessi».
L’articolo è scritto malissimo (l’arte di redigere le norme sembra ormai perduta nell’odierno parlamento), al punto che sembra comprendere nell’omofobia anche l’odio (invero abbastanza teorico) per gli eterosessuali; ma una cosa si comprende perfettamente, e cioè che qui si sta parlando dei motivi del delitto, non di altro.
Lottieri avrebbe potuto contestare la necessità di prevedere un’aggravante specifica (ma ricordiamo che si tratta di delitti commessi a causa di ciò che una persona è, non di ciò che fa, e dunque particolarmente odiosi); non può invece stravolgere la legge, al punto da far sorgere il sospetto che non l’abbia mai nemmeno letta.

Aggiornamento 23 maggio: cade nello stesso errore Marcello Veneziani («E ora un bel ministero per la tutela dell’omosessualità», Il Giornale, 22 maggio 2011, p. 1). Nulla di cui stupirsi.

mercoledì 18 maggio 2011

The Danger of Outing Alleged Rape Victims Through Reporting

Dominique Strauss-Kahn, center, left a New York Police Department
precinct for Manhattan Criminal Court late Sunday
(Robert Stolarik for The New York Times).


Jeffrey Goldberg ha scritto questo due gionri fa su The Atlantic e vale la pena leggerlo.
From the Times' coverage of the Dominique Strauss-Kahn matter:
The (alleged victim) lives in the Bronx with a daughter who is in her teens. The building's superintendent said she moved in a few months ago.

"They're good people," said one neighbor, another African immigrant. "Every time I see her I'm happy because we're both from Africa. She's never given a problem for nobody. Never noisy. Everything nice."

At the Sofitel New York, a maid, who refused to give her name, described the woman as friendly. "In the world, she is a good person," she said.
I don't understand reporting like this. What is the point? Does it matter that she is friendly? Does it matter that she is a good person? Does it matter that she has never been a problem? Of course not. Rape is rape. The character of the victim is irrelevant. There's one caveat to this idea: If reporters had discovered in the woman's past a pattern of making false accusations in criminal matters, well, then there's a plausible argument that information about her character should be reported. Otherwise, her mood, relative-friendliness or unfriendliness, shopping habits, dietary needs -- all completely immaterial.

One more thing: Reporters should think twice about visiting the neighborhood of an alleged rape victim in order to ask questions about her life and character. The unintended consequence of such a visit is to publicize, in the place where she lives, her plight, and raise possibly-destructive questions about her situation. Newspapers withhold the names of alleged rape victims for a reason: to protect their privacy. But when reporters ask family, friends and neighbors superfluous questions about the alleged rape victim, they have outed her in the place that matters most.

lunedì 16 maggio 2011

CNB: riformarlo o abolirlo? Contro il monopolio BIOetico

Il Comitato Nazionale per la Bioetica in qualità di organo di consulenza governativo è chiamato ad esprimere pareri su materie, che toccano i diritti di ciascuno di noi.
Ma come funziona? Com’è composto? Quali sono, se esistono, i requisiti per diventarne membro?

Alcuni pareri emessi dal CNB hanno suscitato un coro di polemiche perché giudicati in aperto contrasto con la scienza. Ad esempio, il 25 febbraio 2011 il CNB ha emesso un parere favorevole all’obiezione di coscienza dei farmacisti sulla pillola del giorno dopo.

Quali strumenti esistono contro il monopolio BIOetico?
Si può immaginare un’alternativa alla deriva reazionaria di un organo, che in regime di monopolio influenza l’attività del decisore pubblico?

Di questo e di molto altro parleremo in una tavola rotonda insieme a
Gilberto CORBELLINI – Stefano RODOTA’ – Chiara LALLI – Carlo FLAMIGNI - Cinzia CAPORALE – Piergiorgio DONATELLI – Luigi MONTEVECCHI - Patrizia BORSELLINO – Giovanni INCORVATI – Emilio D’ORAZIO – Annalisa CHIRICO – Marco CAPPATO (Segretario Ass.ne Luca Coscioni) – Maria Antonietta FARINA COSCIONI (Deputata PD – Radicali) – Donatella PORETTI (Senatrice PD – Radicali).

Il programma dettagliato sul sito della Associazione Luca Coscioni.

31 maggio 2011, 10.00.
Senato della Repubblica - Sala dell’ex Hotel Bologna in via di S. Chiara, 5.

Pagina 3

La puntata di Pagina 3 di sabato 14 maggio, Quando il pensiero si organizza per icone.
Jennifer Egan, Michel Onfray vs. Sigmund Freud, empatia e bambini, Tuttilibri sul Salone del libro di Torino.

E quella di domenica 15 maggio, Le parole creano la realtà?
Colin McGinn su John Searle, sapere o non sapere?, molti libri, Blue Note Records e la giornata mondiale contro omofobia e transfobia (17 maggio).

Varie

“È inaccettabile - ha detto Casini durante la trasmissione KlausCondicio - che un videogioco che entra nelle case di milioni di italiani permetta ad un bambino di 6-7-8 anni di creare una coppia gay, che può anche adottare bambini. Questi videogiochi sono molto pericolosi, minacciano l’educazione di un bambino, la loro diffusione ha risvolti di carattere igienico-sanitario. Lo sviluppo della sessualità di un adolescente presenta inizialmente aspetti di omosessualità e bisessualità, che poi si armonizzano e l’eterosessualità diventa la regola. Questi videogiochi intervengono in quel momento di sviluppo parziale, in cui è normale che ci siano tendenze omosessuali che rischiano di essere fissate. Questo è un modo per fissare l’omosessualità”.

Casini annuncia di voler portare il problema all’attenzione dell’Europarlamento: “Vietare la vendita del gioco almeno ai minorenni (come è avvenuto con la pornografia) è una strada percorribile.
Ovvero come iniziare bene la settimana. Casini & Co. dimenticano di nominare l’effetto devastante della stupidità e della ignoranza sull’educazione (il pezzo per intero lo trovate qui).
E per rimediare qui sotto alcune segnalazioni di articoli interesanti.

IVF multiple births ‘coming down’ says HFEA
, BBC News, 13 may 2011.
The proportion of risky multiple births during IVF treatment is falling according to the Human Fertilisation and Embryology Authority (HFEA).
The reduction so far has largely been down to increased use of a technique called single embryo transfer.
Only one embryo is implanted in women who have the greatest chance of getting pregnant. HFEA figures show this has not affected the success rate.
“There are some people who don’t wait.” Robert Krulwich on the future of journalism, Discover Magazine, may 12th 2011.

Friday The 13th Superstitions: Where’d They Come From?
, The Huffington Post, May 13, 2011.

Life and the Cosmos, Word by Painstaking Word, (a conversation with Stephen Hawking), The New York Times, may 9 2011.

The mark of Kane, Slate, may 8 2011.

Hitler v. Hitler. Can a parent lose custody of his child because he’s a neo-Nazi?, Slate, may 11 2011.

sabato 14 maggio 2011

Problemi di rigetto per le staminali indotte

Le staminali indotte (iPSC, Induced pluripotent stem cells, cellule staminali pluripotenti indotte) sono ricavate da normali cellule adulte, che vengono fatte regredire con vari metodi a uno stato indifferenziato, da cui si possono poi ottenere cellule specializzate. Siccome queste staminali verrebbero ottenute senza distruggere gli embrioni, sono state presentate da alcuni come l’alternativa «etica» alla cosiddetta clonazione terapeutica. Nella clonazione terapeutica per evitare il problema del rigetto di cellule estranee all’organismo nel trapianto di tessuti si ricaverebbe da una cellula adulta del paziente un clone embrionale, se ne estrarrebbero le cellule staminali (distruggendo l’embrione) e si deriverebbero da queste tessuti sani, geneticamente identici ai tessuti malati da sostituire. Con le staminali indotte, invece, si salterebbe la fase embrionale, ottenendo direttamente le staminali dalle cellule adulte.
Questo progetto riceve adesso una battuta d’arresto: in una lettera pubblicata su Nature (Zhao et al., «Immunogenicity of induced pluripotent stem cells», pubblicato online 13 maggio 2011), un gruppo guidato da Yang Xu dell’Università della California di San Diego ha mostrato come i topi rigettino tessuti ottenuti con due metodi diversi dalle staminali indotte, mentre riconoscono come propri tessuti ricavati dalle staminali embrionali.
In un articolo pubblicato lo stesso giorno su New Scientist (Andy Coghlan, «Stem cell setback as mice reject own tissue»), Xu delinea alcuni possibili sistemi per ovviare al problema; per il momento però, aggiunge lo scienziato, «è importante continuare a perseguire trattamenti basati sulle cellule staminali embrionali umane, dato che esse si sono dimostrate fin qui le più affidabili e versatili per la rigenerazione di nuove cellule e tessuti» («It’s important to continue pursuing treatments based on human embryonic stem cells as these have so far proved to be the most reliable and versatile for regenerating new cells and tissue»).

sabato 7 maggio 2011

Opus Gay


Mel ROMA, venerdì 13 maggio ore 18, presentazione del libro di Ilaria Donatio OPUS GAY. La Chiesa cattolica e l'omosessualità.

venerdì 6 maggio 2011

La verità ai tempi del web


Un vostro amico vi invita a cena giovedì prossimo per inaugurare la nuova casa. A un primo sguardo non c’è nulla di complicato, ma invece abbiamo bisogno di una gran quantità di conoscenze per suonare il campanello all’ora giusta del giorno giusto dell’appartamento giusto. Nicla Vassallo (Per sentito dire, 2011, Feltrinelli) parte da un pretesto simile per condurci in un percorso attraverso la testimonianza, formidabile fonte conoscitiva: Riccardo Ruspoli riceve un invito per una cena di gala dalla regina Elisabetta II. Ogni tappa, dalla ricezione dell’invito al lieve inchino per salutare the Queen, è possibile perché ci è stato testimoniato qualcosa. A cominciare dal nostro nome. Possiamo presentarci a cena grazie a «conoscenze, effettive o presunte, su cui abbiamo contato, conoscenze che si devono alle nostre percezioni, memorie, ragionamenti, introspezioni, come a quanto dagli altri c’è stato testimoniato e agli altri abbiamo testimoniato».

Su darwin, 43, maggio/giugno 2011.
(Molte altre foto di the Queen).

domenica 1 maggio 2011

Cerimoniali

Robert Mugabe e signora arrivano a Fiumicino.
Dal 2002 Mugabe non può entrare nel territorio comunitario (l'Unione europea ha vietato l'ingresso a lui e ai membri del suo governo per gravissime violazioni dei diritti umani). Oggi festeggia a Piazza san Pietro.