venerdì 29 settembre 2006

Chi è il padre?

ROMA - Un caso davvero singolare e doloroso per una coppia che da tempo desiderava un figlio e che si è affidata a un intervento di fecondazione artificiale. Al quinto tentativo è nata una bambina. Ma dopo qualche giorno l’incredibile rivelazione: il gruppo sanguigno è risultato incompatibile con quello della mamma e del papà e il test del Dna ha rivelato che il padre era un altro. La piccola sarebbe, insomma, figlia di uno sconosciuto. La coppia ha denunciato l’autore dell’intervento, Riccardo Agostini, primario al policlinico Umberto I e docente all’Università la Sapienza, che ora è indagato per truffa e alterazione di stato.

LA VICENDA - La vicenda risale allo scorso anno, la coppia ha presentato una denuncia nel maggio del 2005. Ora il pm Alberto Caperna ha inviato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari ad Agostini. Nel corso dell’inchiesta il magistrato ha affidato una consulenza a tre esperti, Domenico Arduini, Giuseppe Novelli e Giulio Sacchetti. «Si evidenzia che il materiale biologico presente sul “dispositivo” non appartiene al signor C.M.», si legge nelle conclusioni della relazione. Il «dispositivo» è un tubicino collegato alla siringa usata per l’inseminazione. Oggetti che la coppia aveva conservato (secondo i loro difensori ermeticamente chiusi) e che la procura ha acquisito. Per due volte nel 2004, a Torino e in Emilia Romagna, sono state scambiate le provette. Qui, invece, invece, i prelievi del liquido seminale e i tentativi di fecondazione sono stati contestuali. L’avvocato di Agostini, spiega che alla fecondazione del 2 febbraio 2004, quella riuscita, erano presenti anche le assistenti del ginecologo e che i coniugi hanno «constatato che lo sperma inoculato alla signora era quello prelevato al marito». Non solo: la bimba «è nata 15 giorni dopo la fine del tempo regolamentare e tale circostanza è di estrema rilevanza, dal momento che in caso di inseminazione artificiale le nascite sono sempre premature trattandosi di gravidanze ad alto rischio. L’accusa è assurda. Un accademico noto e prestigioso come Agostini non si presterebbe mai a fare una sostituzione di liquido seminale per guadagnare 500 euro in più. Non possiamo non sospettare che la signora in quel periodo avesse una relazione extraconiugale oppure che, all’insaputa del marito, si fosse sottoposta anche a un’inseminazione eterologa, che allora non era vietata».
Bimba in provetta, ma il dna non è del padre, Il Corriere della Sera, 28 settembre 2006.

Nessun commento: