lunedì 13 settembre 2010

La modernità è ancora il nostro futuro

Ivo Nardi intervista il filosofo Roberto Mordacci per il sito riflessioni.it:

7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?
Non so se sia vera questa litania dell’individualismo contemporaneo. Tendiamo a denigrare il nostro tempo e sono stanco di sentir dire che siamo individualisti, egoisti e che in quanto occidentali saremmo per questo al tramonto, che l’economia e la tecnica ci spersonalizzano, che il declino è morale e spirituale. Personalmente non lo credo affatto. Un certo pezzo della modernità si è rivelato un’illusione: quello di cui è il simbolo l’idealismo tedesco, Fichte ed Hegel, la pretesa di un Io assoluto che ha generato i mostri del totalitarismo. Ma questo NON è il soggetto che tipicamente cercavano di capire i filosofi del Settecento, i veri moderni, autori come Rousseau, Smith, Kant, Hume e il cuore della modernità.
Non credo alle diagnosi disperate del postmoderno. La modernità è ancora il nostro futuro e si tratta di lasciarci alle spalle una peculiare patologia del moderno: il delirio idealistico e il suo pendant, quello scientistico. La comprensione dell’uomo come soggetto anzitutto pratico, volto a realizzare un’esistenza personale limitata ma aperta al mondo e alla relazione è ancora una risorsa per il mondo occidentale e per il mondo intero. Il suo fulcro è l’idea di libertà personale, NON come mero arbitrio, ma come volere ragionevole, come desiderio che riflette e si confronta, come irriducibilità della persona a meccanismi impersonali. Tutto questo parlare di Destino, Tecnica, Occidente, tutti con la maiuscola, è una filosofia morta che ancora non si toglie di torno solo perché sono ancora vivi alcuni dei suoi antichi sostenitori.

7 commenti:

Unknown ha detto...

"Tutto questo parlare di Destino, Tecnica, Occidente, tutti con la maiuscola, è una filosofia morta che ancora non si toglie di torno solo perché sono ancora vivi alcuni dei suoi antichi sostenitori".
Quoto questo passaggio, basta con il mantra della Tecnica!!

paolo de gregorio ha detto...

A mio avviso la modernità occidentale, nell'affidarsi alla tecnica (come nel concederci le conquiste liberali), soffre ancora di un parziale limite di conoscenza collettiva che dovrebbe comunque coniugarsi con la libertà personale (volere ragionevole?) ed informarla. Forse anche da questo limite nascerebbero tendenze che alcuni interpretano come contraddizioni: perché così assomigliamo un po' troppo a degli automi che usano ciò che ci viene messo in mano solo perché qualcuno per noi l'ha inventato e diffuso. Inoltre la libertà ha come confine certamente le libertà altrui, ma solo a patto che essa sia anche intesa estesa al tempo (le generazioni future) e non solo allo spazio: non tutti i moderni e i liberali, secondo me, sono del tutto persuasi di ciò.

@ Andres Reyes

C.v.d. della riflessione di Mordacci?

Unknown ha detto...

"La modernità è ancora il nostro futuro e si tratta di lasciarci alle spalle una peculiare patologia del moderno: il delirio idealistico e il suo pendant, quello scientistico". E se togli questo, cosa resta della modernità? E soprattutto cosa fanno i transumanisti?

Giuseppe Regalzi ha detto...

Marcello, che la modernità si riduca all'idealismo e allo scientismo mi sembra un'affermazione temeraria. Che ne è dei diritti umani, della libertà di critica, dello Stato democratico e liberale, della scienza (che non è uguale allo scientismo!), della rivoluzione industriale, dell'idea di progresso, dell'uguaglianza degli uomini, etc. etc.?

Unknown ha detto...

Regalzi, oggi "la Nazione", giornale del gruppo QN, riportava in prima pagina un'intervista a Veronesi, il quale, noiosissimo, continuava la sua solita solfa, "vi salveremo, vi salveremo, vi salveremo". Se togli Veronesi e la fissazione che la scienza risolverà tutto, che cosa resta?
I diritti umani? la democrazia? Questa è roba per chi se lo può permettere, e noi non possiamo.....è finito l'individualismo, Regalzi, bisogna trovare il modo di parlare di "noi" e solo di "noi". L'"io" è agonizzante......

Giuseppe Regalzi ha detto...

Marcello, vedo che tu sei ben al di là - o forse ben al di qua? - della modernità...

Anonimo ha detto...

Sono solo in parte d'accordo con Mordacci,è vero,deve esserci uan continua critica della modernità quando essa determina concezioni che si ossificano troppo,o concezioni di chiusura al mondo,quello per esempio della libertà personale,come dice giustamente MOrdacci,non va intesa stravolgendo il senso autentico della ricerca filosofica di certi autori,ma va intesa sempre nel senso di apertura e confronto,di messa in discussione,però non sono d'accordo nel minimizzare la portata dei problemi di oggi,la modernità di oggi di fatto crea molte chiusure,molti conflitti prodotti proprio da una distorta concezione della libertà personale intesa erronemanete come mero individualismo,la modernità va criticata in questo senso a mio avviso e non ci si può tirare indietro come Mordacci pensando che non esista alcun problema di distorsione del vero senso della libertà personale (mi scuso con l'autore se per caso ho frainteso il senso del discorso).

Claudio