mercoledì 2 marzo 2011

La delega alla Roccella

Intervistata da Francesco Ognibene a proposito della legge sul testamento biologico, così risponde a un certo punto Eugenia Roccella («“Questa legge sulle Dat scioglie ogni dubbio”», Avvenire, 1 marzo 2011, p. 12):

Finché so­no cosciente posso compiere autonoma­mente gesti che portano alla morte, come non mangiare, ma se non sono più cosciente e se il rifiuto di alimentazione e idratazione è in­serito nelle Dat finisco con il delegare ad altri la decisione sul lasciarmi morire, magari affi­dandola al Servizio sanitario nazionale: sia­mo ai confini dell’eutanasia passiva e del sui­cidio assistito, vietati dalla nostra legge.
Se le Dat fossero quello che dovrebbero essere, cioè Direttive Anticipate di Trattamento, non ci sarebbe nessuna delega ad altri della decisione di lasciarsi morire: la decisione sarebbe presa dal paziente, e il Servizio sanitario nazionale sarebbe solo chiamato a rispettarla. Il testamento biologico dovrebbe servire proprio a questo, a non delegare decisioni vitali. La delega si ha con la parodia che ne stanno facendo la Roccella e i suoi amici: sono loro a decidere per noi. La Roccella – la Roccella! – decide per me e per te e per tutti.

7 commenti:

Chiara Lalli ha detto...

Forse bisognerebbe anche smettere di darle spazio: è un cane bavoso e rabbioso senza alcun neurone. Purtroppo concordo che deciderà per noi... Bel quadretto davvero.

Anonimo ha detto...

Mi spiace ma non concordo.
La Rocella invece va assolutamente valorizzata perche' tutte le volte che apre bocca dice una corbelleria e dimostra la sua ignoranza!

Un paziente cosciente puo' essere immobilizzato (esempio un malato terminale di SLA) e quindi in ogni caso se rifiuta le cure (mi pare che ancora ai pazienti coscienti questi diritto Sua Maesta, op meglio Sua Santita', Rocella lo conceda) il medico non e´semplicemente un agente passivo della decisoone del paziente.

Mid omando se quache giornalista avra' mail coraggio di chiedere spiagazione alla illuminata Rocella delle sue dichiarazioni in questi temi di qualche anno fa.
Ma si sa la coerenza in Italia non e´mai stato un gran valroe



Simone

Chiara Lalli ha detto...

Simone, questo vale per te e per me e pochi altri purtroppo.
Eugenia Roccella agli occhi di molti è persona affidabile e sensata. Roba da buttarsi dal quinto piano.
Quanto ai giornalisti: mi chiedo sempre se sia più mancanza di coraggio o mancanza di illuminazione, o forse entrambe.

DiegoPig ha detto...

"Finché so no cosciente posso compiere autonoma mente gesti che portano alla morte"


E se sono cosciente ma immobilizzato?

Certa gente non c'ha proprio fantasia...


Cordiali Saluti,
DiegoPig

alessandro ha detto...

Io sono d'accordo col post e con tutto. Temo solo che il nostro livore, vedi l'utilizzo di definizioni tipo "cane bavoso e rabbioso senza neuroni", possa facilmente diventare un'arma puntata contro di noi e le nostre cause.
SIa chiaro, non è un rimprovero, non mi permetterei mai, e meno che mai a Chiara, che seguo e stimo (molto) da sempre. Però è una cosa che penso e ripeto spesso, in primo luogo a me stesso.

AleG

Chiara Lalli ha detto...

Ritiro il cane bavoso e rabbioso. Per il cane.

paolo de gregorio ha detto...

"ma se non sono più cosciente e se il rifiuto di alimentazione e idratazione è in­serito nelle Dat finisco con il delegare ad altri la decisione sul lasciarmi morire"

Io mentre stavo leggendo questa frase pensavo che la Roccella fosse stata vittima di un'allucinazione e stesse affermando che non si può far decidere al singolo perché altrimenti deciderebbe il medico. Senza la spiegazione di Giuseppe non ci sarei forse arrivato a poter immaginare che facesse riferimento allo stesso obbrobrio che stanno scrivendo. Può solo accogliersi con favore la constatazione di questa netta autocritica della Roccella, ancorché non ancora consapevole al livello alto dello stato di coscienza.

Purtroppo la strada che si sta delineando porterà ancora una volta ad uno sbocco inevitabile: dopo una gran perdita di tempo, la legge finirà un giorno sul tavolo dei giudici costituzionali che, quando leggeranno che essa prevede che ciò che si dichiara e vuole può (e talvolta deve) essere sconfessato da un estraneo, ne dichiareranno l'illegittimità manifesta.