lunedì 9 aprile 2012

Greenpeace, imprecisioni e dubbi marchi di qualità

Ora, se nemmeno sanno di che si tratta, di che parliamo? Là dove non ci sono competenza e analisi vince la retorica, ecco perché ti mostrano un attivista con la tuta antiradiazione che distrugge un campo di piante ogm. Di cosa si può discutere? Ci sono i buoni e puri in tuta che ci proteggono dai cattivi. Detta in breve, le campagne di Greenpeace tendono a estorcere un’emozione. Emozionatevi pure, ma non pensate.
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Insomma, senza un metodo d’analisi scientifico e condiviso, non abbiamo la possibilità di distinguere la dose che ci salva la vita da quella che inquina il mondo. La preoccupazione dunque è che Greenpeace esageri nelle sue battaglie: solo se spaventi bene i cittadini puoi sperare di mantenere la leadership del settore. I problemi ci sono, ma i rimedi proposti? Sono realistici?
L’ecologismo che si incarta, Antonio Pascale, la Lettura di ieri.

2 commenti:

imosene ha detto...

Quando inizi a diventare potente circolano i soldi, e quando circolano i soldi tutti i principi di base prima o poi vanno a farsi benedire. Cosa dire di tutti gli attuali colossi di internet: nati come "buoni", perché tutti i contrasto con i grandi colossi di allora, oggi tacciati quasi tutti di essere diventati "malvagi"?

CosmicMummy ha detto...

Greenpeace fa disinformazione da sempre. fa solo propaganda, ideologia, ma sono degli incompetenti. riguardo agli OGM poi, ci vorrebbero spacciare per "attivismo" quelli che sono solo atti vandalistici.