«Niente mi diverte come la disperazione amorosa e la parola perfida mi ha sempre fatto piacere». «Non c’è dunque donna che non abusi del potere che è riuscita ad ottenere!». Così conversano la marchesa di Marteuil e il visconte di Valmont nel romanzo Le relazioni pericolose. Nel XVIII secolo nessuno avrebbe usato il termine bullismo, ma Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos delinea un carattere prepotente e spietato che nulla avrebbe da invidiare ai moderni bulli. Anzi, alle moderne bulle che a scuola o in ufficio tormentano sottoposti o persone più deboli e incapaci di difendersi (sul lavoro si parla di mobbing). E a volte nemmeno se ne rendono conto. È possibile essere aggressivi senza esserne consapevoli? Parte proprio da questa domanda la riflessione di Meghan Casserly su Forbes Women di alcuni giorni fa. Casserly ricorda alcuni episodi della sua infanzia e adolescenza: com’è oggi la ragazzina un po’ bulla di allora?
Su la Lettura #22, 15 aprile 2012.
domenica 15 aprile 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Non credo che il bullismo sia un meccanismo solo dei ragazzini! Infatti come fai notare tu lo stesso meccanismo si manifesta anche in una donna che ha il potere sui sentimenti di un uomo. Ma tra gli adulti non è meno normale in generale!
Posta un commento