domenica 9 maggio 2010

Su darwin Slow Food e RU-486

È da pochi giorni in edicola il n. 37 (maggio-giugno 2010) di Darwin, in cui a p. 72 potete trovare una mia recensione del libro di Luca Simonetti, Mangi chi può. L’ideologia di Slow Food (Pagliai, 2010, pp. 119, Euro 8). Questo è l’incipit:

«Il fatto che un movimento come Slow Food – ideologicamente antiprogressista, antiscientifico, idolatra delle società tradizionali, delle piccole comunità stratificate e perenni, dedite a riti e festività atavici, in cui il posto di ognuno è eternamente fisso […] – possa essere oggi considerato, in Italia, di sinistra, è cosa che ci sembra debba generare più di qualche preoccupazione in chiunque abbia a cuore le sorti del nostro paese». È questa preoccupazione che ha spinto Luca Simonetti, avvocato esperto di diritto commerciale, a dedicare la sua prima, brillante «sortita fuori dalle materie giuridiche» all’associazione fondata da Carlo Petrini nel 1986, che oggi conta circa 100.000 iscritti e sedi in sette paesi diversi.
(Il libro è la versione aggiornata e ampliata di un articolo che avevo segnalato qualche tempo fa.)

Di interesse per i lettori di Bioetica anche il pezzo di Anna Meldolesi, «Le pillole della politica» (pp. 68-69), sulla pillola abortiva RU-486:
La pillola abortiva Ru486 (mifepristone) ha iniziato a essere somministrata per via ordinaria anche in Italia. Ventidue anni dopo l’approvazione in Francia. Dieci anni dopo il via libera negli Stati Uniti. Ma il divario con gli altri paesi occidentali è tutt’altro che colmato. Quello che sta accadendo, infatti, è che una volta conclusa la battaglia sul divieto, il fronte si è spostato sul terreno dei protocolli, che rischiano di essere piegati all’obiettivo politico di complicare la vita alle donne in cerca di un’alternativa all’aborto chirurgico.
Che la politica si spinga fin dentro questioni tecniche come le modalità di somministrazione di un farmaco è una degenerazione tutta italiana, resa possibile dalla politicizzazione dei nostri organismi tecnico-scientifici. Solo così si spiega che il Consiglio superiore di sanità possa raccomandare il ricovero in ospedale fino all’espulsione del prodotto del concepimento, a differenza di quanto accade negli altri paesi, e nonostante la sperimentazione del farmaco sia già avvenuta in regime di day hospital senza problemi di sicurezza anche in qualche ospedale italiano. […]

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non ce la faccio più a leggere il vostro (eccellente) blog. Mi intristisce troppo vedere come un paese quasi-moderno si sta trasformando in una specie di feudo medievale catto-talebano.

Anonimo ha detto...

Ragazzi, che mi dite di questo?
"I tagli di Brunetta mettono ko la biotetica"
http://www.corriere.it/salute/10_maggio_10/comitato-nazionale-bioetica-tagli-brunetta_a35173e8-5c5d-11df-92dd-00144f02aabe.shtml
Errore voluto o distrazione? che ne pensate?
Elena