lunedì 31 dicembre 2012

Roberto Volpi e le nozze civili

Ha destato una certa sensazione, qualche giorno fa, la notizia che, secondo gli ultimi dati Istat, le nozze civili avrebbero per la prima volta superato nell’Italia del Nord quelle religiose; molti commentatori hanno salutato l’evento come un segno della progressiva secolarizzazione della società italiana. Di diverso avviso è invece il demografo Roberto Volpi, che sul Foglio ha così commentato («L’Italia che non si sposa più dal parroco (ma nemmeno in municipio)», 28 dicembre 2012):

Nei giorni scorsi, l’Istat ha annunciato che i matrimoni civili, al nord, hanno superato quelli religiosi nella proporzione di 51,7 contro 48,3 ogni cento matrimoni. Ne sposa più il sindaco che il parroco, è stato detto. Risultato che allinea l’Italia agli altri paesi dell’Europa continentale e del nord, è stato aggiunto. E giù considerazioni sulle magnifiche sorti e progressive del matrimonio in municipio invece che in chiesa. Naturalmente la notizia è vera: l’Istat l’ha diffusa in occasione dell’uscita dell’edizione 2012 dell’“Annuario statistico italiano”. Ma è, al tempo stesso, ingannevole come poche altre, e sarebbe bastato consultare l’“Annuario” stesso, senza fermarsi alla nota diramata dal nostro Istituto di statistica, per capire in che senso.
Scopriamo così che i “trionfanti” matrimoni civili hanno perso in un anno oltre seimila unità, pari al 7,3 per cento del loro totale. Una perdita assai superiore a quella dei matrimoni religiosi, che sono scesi in percentuale del 4,6. Non basta. Dopo un lungo periodo di crescita ininterrotta, tra il 2008 e il 2010 (ultimo anno di disponibilità dei dati) i matrimoni civili sono arretrati di 11.100 unità e del 12,2 per cento. Una débâcle, altro che trionfo. Se poi si pensa che tra i matrimoni civili cresce la quota dei secondi matrimoni – quelli di quanti, per essere divorziati, non possono sposarsi in chiesa – si capisce bene come tra quanti si sposano per la prima volta il tonfo sia ancora più forte.
Che al nord i matrimoni civili abbiano superato quelli religiosi significa dunque assai poco, in questo quadro. La verità è che in Italia non ci si sposa più: né in chiesa né in comune. […]
Il lettore non può non notare un dato curioso: se nel Nord Italia i matrimoni civili hanno superato per la prima volta quelli religiosi e se allo stesso tempo, come dice Volpi, complessivamente in Italia i primi sono calati molto più dei secondi, sembra doversene dedurre che nel Centro e nel Sud le nozze civili abbiano subito un vero e proprio tracollo, per compensare la performance relativamente positiva del Nord. A cosa si dovrà questa disparità regionale? La prima cosa da fare è andare a controllare l’Annuario Statistico Italiano 2012, così come ha fatto Volpi. Quello che ci interessa è il capitolo 2 [pdf, 150 Kb], dedicato alla popolazione, e più precisamente la tavola 2.5, «Matrimoni della popolazione presente per rito e regione - Anno 2011». Qui ci attende una sorpresa. Nel 2011, infatti, i matrimoni celebrati in Comune sono stati in tutta Italia 83.088, pari al 39,8% del totale; nel 2010 erano stati 79.501, cioè il 36,5%. Le nozze civili, insomma, non sono affatto catastroficamente diminuite in Italia, come sostiene Volpi; al contrario, sono aumentate rispetto all’ultimo anno in termini sia assoluti sia relativi, invertendo parzialmente la discesa che si era verificata nel 2009 e nel 2010. I matrimoni religiosi, invece, sono stati nel 2011 125.614 (60,2%), contro i 138.199 (63,5%) dell’anno precedente; si conferma poi nell’Italia del Nord il sorpasso da parte delle nozzi civili.
Com’è possibile che Volpi parli allora di «débâcle» e di «tonfo» dei matrimoni civili? Il fatto è che per qualche motivo il demografo considera il 2010 l’«ultimo anno di disponibilità dei dati», ignorando i dati del 2011, che pure sono presenti in tabella – come del resto è detto chiaramente nell’intestazione della tabella stessa. Forse la struttura della tabella, con i dati del 2011 separati da quelli degli anni precedenti, avrà ingannato l’autore.

Non mi sento di trarre conclusioni particolari dai dati: nel mezzo di una crisi economica grave come l’attuale le tendenze sociali possono risultare alterate; quel che è certo è che le considerazioni di Volpi risultano come minimo un po’ dubbie. L’incidente in cui è incorso può naturalmente capitare a chiunque; meno giustificabile è che un giornale non effettui uno straccio di controllo sulle storie che pubblica. Ma quante volte lo abbiamo detto a proposito del Foglio?
Leggermente comica, infine, è la foga con cui i vari blog integralisti si sono buttati sull’articolo di Volpi: da Sandro Magister («Bilancio di un anno. E previsioni», www.chiesa, 30 dicembre) fino a Claudio LXXXI (Poscritto a «Vasi vuoti», De libero arbitrio, 31 dicembre), che chiosa così:
Un articolo del Foglio commenta la notizia con toni diversi dal trionfalismo laic(istic)o che ha imperversato altrove.
A differenza di molti suoi colleghi, l’autore ha spulciato l’Annuario ISTAT senza fermarsi ai dati superficiali buoni solo a tirate ideologiche (un buon esempio di giornalismo, bravo Roberto Volpi) e ne trae empiricamente la conclusione che i matrimoni civili in realtà soffrono ancor più di quelli religiosi.
La notizia ghiotta, che sembra smentire i «laicisti», viene accettata a scatola chiusa, senza compiere quel minimo controllo empirico per cui – ed è qui l’ironia – allo stesso tempo ne viene lodato l’autore.

Buon anno a tutti i lettori di Bioetica!

Aggiornamento 2/1/2013: Prontissima la correzione da parte di Claudio LXXXI, in calce all’articolo precedente. Aspettiamo adesso Roberto Volpi.

14 commenti:

luigi castaldi ha detto...

Vabbe', scrive per Il Foglio, no?

Anonimo ha detto...

PErò Giuseppe, mai che qualcuno di questi Magister e Claudio LXXXI (e chi è, lo stesso che scrive metà dei commenti ai post di Berlicche?) si fermi a fare i complimenti a TE perché "non ti fermi ai dati superficiali buoni solo a tirate ideologiche"...

Buon Anno a Bioetica e ai suoi lettori!

alf

Giuseppe Regalzi ha detto...

Il fatto è che, tra le altre cose, io leggo loro, ma loro non leggono me. E anche questo, in qualche modo, è forse significativo.

Buon anno!

shostakovich ha detto...

Ottimo debunking.

Felice anno nuovo!

Giuseppe Regalzi ha detto...

Grazie, Sho, auguri anche a te (ti seguo sempre con attenzione in partibus fidelium...).

ClaudioLXXXI ha detto...

Ringrazio Giuseppe Regalzi per la correzione. Ho aggiunto un ulteriore poscritto al mio post, è vero, ho controllato i dati: Volpi ha cannato di brutto, parla del 2010 come se fosse il 2011. Quello che non dice è che dal 2010 al 2011 su scala nazionale i matrimoni religiosi sono scesi del 9,1%, mentre i civili sono saliti del 4,5%. Mi sono preso anche la briga di calcolare la variazione totale nell’arco del quinquennio, e il risultato è impietoso: per i matrimoni religiosi diminuzione di 38.107 (-23,3%), per i matrimoni civili -3.551 ovvero – 4,1%.
Questi dati di per sé dicono ancora poco, perché andrebbero incrociati con molti altri (primo o secondo matrimonio, età dei nubendi, etc.). Ma d’altra parte, come dicevo originariamente nel post, è viziato alla radice il numero di quei matrimoni religiosi perché “dopato” con le coppie che si sposano in chiesa per motivi poco o niente religiosi.
La conclusione generale dell’articolo di Volpi è complessivamente vera, perché i matrimoni in ogni caso stanno calando; e io sono d’accordo con lui sulla critica alla natura “marsupiale” delle famiglie italiane che mandano i figli fuori casa troppo poco e troppo tardi; ma sulle percentuali, non c’è storia, il demografo è inattendibile (e il Foglio ha omesso il fact checking).
E io ho commesso il primo errore del credulone: ho frettolosamente creduto a qualcuno perché mi piaceva crederci, senza chiedermi se fosse ragionevole e affidabile. Un errore che correggo volentieri, e grazie ancora.

Buon anno

P.S. non passo da qui tutti i giorni, ma controllo periodicamente questo blog, e ogni tanto vado anche su Estropico ;-)

Anonimo ha detto...

"Claudio LXXXI (e chi è, lo stesso che scrive metà dei commenti ai post di Berlicche?)"

No, quello è shostakovich che fa continuamente la spola tra i due blog. Ne ha di tempo libero il nostro studente siciliano... Beato lui!

bet

shostakovich ha detto...

No, quello è shostakovich che fa continuamente la spola tra i due blog. Ne ha di tempo libero il nostro studente siciliano... Beato lui!

Oh, adesso c'è pure il servizio raccolta informazioni... Però non fa bene il suo lavoro o non sa farsi due conti, perché "fa continuamente la spola" è un tantino azzardato.

Steve ha detto...

Matrimoni religiosi e civili. Le menzogne statistiche di Sandro Magister e Roberto Volpi

http://laici.forumcommunity.net/?t=53413213

Anonimo ha detto...

""fa continuamente la spola" è un tantino azzardato"

LOL! Adoro l'umorismo catanese.

fine OT/

shostakovich ha detto...

Ah, ma allora è un gioco di allusioni intimidatorie, del tipo so chi sei e anche dove abiti. Escludo sia qualcuno che mi conosce dal vivo; probabilmente si tratta di uno dei già menzionati bloggher, che ha avrà localizzato l'IP con uno dei tanti servizi online (invero poco precisi).

Anonimo ha detto...

Mi dispiace ma i blogger suddetti sono completamente estranei al psico-complotto e al delirio di persecuzione che ne potrebbe conseguire. Qui semplicemente si è fatto uno più uno (magari anche sbagliando) con le informazioni rilasciate nelle sue generiche disquisizioni avvenute in altri blog. Mi sembrava comunque un modo alternativo e simpatico di dire che non solo Giuseppe ti segue in partibus fidelium. Se serve ad alimentare il suo ego le posso dire nero su bianco che sono un suo interessato lettore.

Saluti.

bet

PS: poi il gioco dell'allusione del "so chi sei" l'ha fatto anche lei una volta. :)

shostakovich ha detto...

Qui semplicemente si è fatto uno più uno (magari anche sbagliando) con le informazioni rilasciate nelle sue generiche disquisizioni avvenute in altri blog.

E' una cosa che posso escludere con una certa sicurezza.

PS: poi il gioco dell'allusione del "so chi sei" l'ha fatto anche lei una volta. :)

Non la conosco. Se parla a nome di altri, in questo caso si smaschera da solo. Capisce cosa intendo.

Mi dispiace ma i blogger suddetti sono completamente estranei al psico-complotto e al delirio di persecuzione che ne potrebbe conseguire.

Lei dice? Ma l'idea dello psico-complotto la trovo molto interessante e cade a fagiuolo, perché potrei coinvolgerla in una simpaticissima vicenda e le cose che scrive possono essere intese in un certo qual modo (ah, la paranoia e l'eccesso di zelo di certi pubblici uffici!). Sarà divertente, vedrà.

A presto.

Anonimo ha detto...

i dati sono sbagliati, e soprattutto è sbagliata la tesi di questo articolo, persino ridicolo nella sua foga ideologica