venerdì 15 maggio 2009

Caramelle dal Foglio /2

Nell’articolo che citavamo ieri nella prima parte del post, Nicoletta Tiliacos tenta anche un’altra linea di attacco (ne ha parlato già Malvino, in «Puttanate propinateci», 13 maggio 2009). Fa infatti riferimento a uno studio del 2004 (A. Glasier et al., «Advanced provision of emergency contraception does not reduce abortion rates», Contraception 69, pp. 361-66), in cui si mostra che l’accresciuta disponibilità della contraccezione di emergenza in una contea scozzese (il farmaco era stato distribuito in anticipo alle donne) non aveva portato all’attesa diminuzione degli aborti. La Tiliacos tenta di insinuare più o meno direttamente che l’accesso facilitato, «addirittura preventivo» alla contraccezione d’emergenza abbia fatto persino alzare i tassi di abortività fra le minorenni, ma questo lo studio non lo dice. Come interpretare comunque il dato? La giornalista del Foglio chiede e ottiene lumi:

Un effetto paradossale? La risposta, dice al Foglio l’esperto di statistiche sanitarie Roberto Volpi, “sta nel fatto che disposizioni come quella ora adottata in Spagna incentìvano gli atteggiamenti a rischio, ed è una logica abbastanza ovvia”. La logica che dice: comunque vada, c’è un rimedio semplice come una pasticca da mandar giù, e di semplicissimo accesso, se non si deve nemmeno passare per una ricetta del medico […].
Se Volpi e la Tiliacos avessero letto l’articolo in questione invece di affidarsi alla «logica», il Foglio si sarebbe risparmiata l’ennesima pessima figura. Ecco cosa dicono Glasier e colleghi a p. 364 del loro studio:
Perhaps, having a supply of E[mergency] C[ontraception] so easily available encouraged women to take more risks with unprotected intercourse. As with our pilot study, however, women tended to move from less effective methods of contraception (mainly condoms) to more effective methods (hormonal) during the period of follow-up (Table 3). Moreover, we asked women in the questionnaire surveys whether they felt that they were less likely to fully comply with their contraceptive method and the vast majority said they were not. It seems unlikely then that pregnancies prevented by EC among women who used it were matched by pregnancies arising from increased risky sexual behavior.
Le donne in questione, dopo aver ricevuto la pillola del giorno dopo, tendevano a passare da mezzi meno efficaci di contraccezione a quelli più efficaci! Studi più specifici hanno escluso che la disponibilità della contraccezione d’emergenza aumenti i comportamenti a rischio delle adolescenti (per una rassegna si veda D.C. Weiss et al., «Should Teens Be Denied Equal Access to Emergency Contraception?», Bixby Center for Global Reproductive Health, University of California, San Francisco, aprile 2008, che fa parte di una serie di brevi monografie sulla contraccezione d’emergenza accessibili, aggiornate e scientificamente accurate: un vero balsamo, dopo la lettura del Foglio...).
Come spiegare, allora, il fallimento della contraccezione d’emergenza nel ridurre i tassi di aborto? L’articolo della Glasier propone come spiegazione più probabile quella che è anche la più semplice: il mancato uso del farmaco. Il 74% delle 36 donne coinvolte nello studio che hanno avuto una gravidanza indesiderata nonostante la disponibilità preventiva della pillola del giorno dopo, non l’aveva assunta. Molte donne, a quanto sembra, non percepiscono appieno il pericolo di poter rimanere incinte, anche dopo aver tenuto comportamenti a rischio; l’incapacità di riconoscere il rischio di una gravidanza è uno dei motivi più diffusi di mancato uso dei contraccettivi, compresi quelli di emergenza. A cosa si riduce allora l’argomento della Tiliacos? Che non si deve assumere mai la pillola del giorno dopo perché chi la dovrebbe assumere spesso non lo fa?
Uno studio recentissimo, infine (D.K. Turok, S.E. Simonsen e N. Marshall, «Trends in Levonorgestrel Emergency Contraception Use, Births, and Abortions: The Utah Experience», Medscape Journal of Medicine 11, 2009, p. 30), individua per la prima volta una correlazione statisticamente significativa tra il tasso in ascesa del ricorso alla contraccezione d’emergenza e quello in discesa delle interruzioni di gravidanza.

Ci chiedevamo all’inizio: dov’è finito il Foglio? Che ne è delle regole del giornalismo, della verifica dei fatti, dell’opinione informata? Il problema, probabilmente, è che quelli del Foglio non sono giornalisti; sono propagandisti. Non tanto nel senso di cinici falsificatori (anche se immagino che nella redazione del Lungotevere Sanzio, come del resto altrove, si trovino anche quelli): il buon propagandista è la prima vittima di se stesso, e crede quasi sempre a quel che scrive. Questa è gente che considera autorevole solo ciò che si conforma alla propria visione del mondo – e conforma la propria visione del mondo a ciò che crede autorevole. È impossibile spezzare questo circolo vizioso, e sarebbe anche inutile, se le caramelle velenose che costoro spacciano non fossero, almeno in potenza, più pericolose di qualsiasi pillola.
Rimane solo da sperare che la proprietà del giornale, che si sa essere non insensibile a certi argomenti e che si ritroverà presto libera dagli attuali condizionamenti, voglia mettere finalmente un punto a questo esperimento ormai da tempo degenerato.

(2 - fine)

1 commento:

Anonimo ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=jn11bUa0YoA

Guardare da 3:21

:-D