venerdì 28 agosto 2009

Il caso Boffo e la forza della Chiesa

La vicenda di Dino Boffo, direttore del quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, che il Giornale di Vittorio Feltri sostiene oggi essere stato condannato nel 2004 per molestie a una donna (Gabriele Villa, «Boffo, il supercensore condannato per molestie», 28 agosto 2009, p. 3; la notizia era già apparsa in forma parziale tempo fa su Panorama, come si legge in un post di Malvino dell’epoca), in una palese ritorsione per i giudizi negativi espressi da Boffo sulle propensioni sessuali del Presidente del Consiglio, si presta a molteplici riflessioni (ammesso naturalmente che la notizia si riveli fondata: in un comunicato di pochi minuti fa Boffo accusa il Giornale di avere montato «una vicenda inverosimile, capziosa, assurda», e annuncia velatamente querela). Una riflessione, in primo luogo, sull’involuzione sempre più smaccatamente autoritaria di un capo del governo che risponde con l’intimidazione e il dossieraggio alle critiche della stampa – non sembra una coincidenza che la vicenda coincida con la querela di Berlusconi a Repubblica; sulla miseria del Giornale, che tiene a rivelarci la presunta omosessualità di Dino Boffo (la fonte che Villa cita riporterebbe che «il Boffo è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione»), ben sapendo che per una larga fetta del suo pubblico è questa – e non tanto la persecuzione di una donna – la ‘colpa’ vera; sulla perdurante propensione della Polizia alla schedatura degli omosessuali in quanto omosessuali, come sembra emergere dal passo citato (l’«attenzionamento» precede chiaramente i fatti di rilevanza penale imputati a Boffo); sull’ipocrisia del direttore di Avvenire – se davvero fosse omosessuale – che dirige un giornale che non è mai stato noto per la sua indulgenza nei confronti degli omosessuali che praticano la propria sessualità.

Due riflessioni meritano un po’ più di spazio. La prima è sulla fonte del Giornale: all’inizio dell’articolo si cita «la nota informativa che accompagna e spiega il rinvio a giudizio del grande moralizzatore, alias il direttore del quotidiano Avvenire, disposto dal Gip del Tribunale di Terni il 9 agosto del 2004», e si aggiunge subito dopo che «Copia di questi documenti da ieri è al sicuro in uno dei nostri cassetti». La prima impressione è che la fonte sia un atto giudiziario di qualche tipo, appena precedente il rinvio a giudizio o contemporaneo ad esso; ma più avanti nell’articolo la fonte citata, sempre tra virgolette, ci informa dell’esito del processo, e deve essere quindi posteriore al rinvio al giudizio. Capiamo infine di che genere di informativa si tratti alla fine del pezzo: «Nell’informativa, si legge ancora che della vicenda, o meglio del reato che ha commesso e delle debolezze ricorrenti di cui soffre e ha sofferto il direttore Boffo, “sono indubbiamente a conoscenza il cardinale Camillo Ruini, il cardinale Dionigi Tettamanzi e monsignor Giuseppe Betori”». Questo genere di deduzioni sembra tipico di un’informativa dei servizi segreti; se questo è vero, vuol dire che la situazione è arrivata a un punto grave; si noti come il Giornale non tenti di mascherare più di tanto la natura della fonte, in un gesto dal valore intimidatorio – pour encourager les autres, diciamo. A meno che – ipotesi meno probabile ma da non scartare – non si sia voluta dare l’apparenza di una fonte proveniente dai servizi segreti a un documento costruito in casa...
L’ultima riflessione è su come reagiranno le gerarchie ecclesiastiche a questa sfida. Non leggeremo mai più sulla stampa controllata dalle gerarchie una critica alle imprese di «Papi», e la pace riconquistata tra esecutivo e Vaticano verrà magari celebrata sulla pelle dei malati in stato vegetativo? O assisteremo al contrario a un’escalation, con una rottura totale fra Vaticano e governo di centrodestra? La risposta, credo, dipenderà in massima parte dalla percezione che la Chiesa ha del proprio potere nella politica e, soprattutto, nella società. Il Vaticano può scegliere la via più semplice e chinare la testa; ma in questo modo avrà mostrato a tutti di essere ormai soltanto una tigre di carta.

16 commenti:

emma ha detto...

Il fatto che gli organi d'informazione non reagiscano a questa propaganda da basso regime la dice lunga. E' grave, molto grave, tutto quello che sta succedendo: l'intimidazione col dossieraggio e la richiesta di risarcimenti da capogiro tramite querela dovrebbe toglierci il sonno, eppure gli italiani continuano in stragrande maggioranza a fregarsene, dormendo sonni tranquilli. Ma sarà per effetto della censura, oppure perché la mentalità mafiosa e illiberale è una parte imprescindibile della "cultura" nazionale?

Barbara ha detto...

Le reazioni politiche che ho letto sono tutte in difesa di Boffo. In questo paese non c'è rispetto per la verità. Si dà per scontato che tutti facciano il male (anzi devono farlo, se no sono considerati strani) e quindi non vogliano far sapere a nessuno quello che fanno. O meglio, in realtà lo sanno tutti ma l'importante è che non venga detto. Ciò che si valuta e a cui si dà valore sono le bugie: vengono simbolicamente premiate quelle più efficaci, più simpatiche, più divertenti.

paolo de gregorio ha detto...

Questa inedita battaglia mi sta intrigando: nella prospettiva che potrebbero finire per annullarsi a vicenda. In realtà, a giudicare di come si ammortizzano questi scontri sugli organi di informazione telvisivi, la maggior parte deegli italiani nel frattempo nemmeno si accorgerà di niente.

Anellidifumo ha detto...

A me l'idea di assistere a uno scontro al fulmicotone tra Boffo direttore di Avvenire e Feltri direttore del giornale mette talmente allegria che vado a cucinarmi i pop-corn e poi mi piazzo sulla poltrona più comoda. A quanto pare, sono ammessi solo i colpi sotto la cintura, e gli schizzi di fango saranno pari agli schizzi di sangue. Vai così.

Paolo C ha detto...

Se questa roba e' vera, polizia e servizi segreti attenzionano (scusate il verbo) e schedano omosessuali.
Non hanno proprio niente di meglio da fare? E' cosi' che passano il tempo le forze dell'ordine?

Giuseppe Garibaldi ha detto...

È vero, la pubblicazione delle vicende giudiziari di Boffo non era molto elegante. Veramente un secchio di fango, ma neanche di più. Erano peggio, molto peggio le pubblicazioni su Berlusca. Non si sono pubblicati i nastri registrati nei tete a tete del direttore dell'Avvenire. Non è arrivato a tanto nemmeno Feltri. Per arrivare a questo livello di infamia si vogliono anni e anni in un qualsiasi quotidiano o settimanale di de Benedetti o Murdoch.

Poi la "colpa" di Boffo non è oggettiva ma soggettiva. Se Berlusca sià o meno un putanaro sono più o meno cavoli suoi. Alla sua età e dopo diec'anni di effetiva separazione dalla moglie e figli tutti alduti, ormai non più neanche tanto quelli della famiglia. Berlusca è capo del governo, non organo di un istituzione etica.

Se omosessualità e questa specie di "molestie" siano reato, "colpa" o come lo ha definito Butiglione in altra sede "peccato" o meno è lasciato al gusto del pubblico. Ormai maggior parte degli italiano non si porrebbe il problema se non tocca il proprio figlio, marito o cognato.

Il problema è che l'istituzione per la quale Boffo lavora da molto tempo in posizione anche prominente ne ha un'opinione pure forte. La chiesa può cambiare opinione o direttore del giornale per ristabilire la sembianza di coerenza. Non c'è dubbio cosa accadrà, come la chiesa si deciderà. Faranno passare qualche tempo - settimane o mesi certo non anni - per far finta di non aver reagito a cosiddette "volgarità"

Fa pena il povero Boffo, il suo destino ormai e segnato. Ma non completamente senza colpa. Chi non regge il caldo non salti in padella. Anche le accuse a Berlusca non erano tenere. Certo lo stile di Boffo nella forma e sulla superficie era più sobrio di quello di Feltri e di Repubblica, ma poi il Giornale e la Repubblica non sono ne un convento ne l'Avvenire.

In ogni caso ha perso più la chiesa che non i giornali al vento. Nessuno averebbe avuto il minimo sospetto che Feltri e Berlusca e ancora meno Ezio Mauro e de Benedetti sarebbero stinchi di santi. La chiesa italiana aveva una reputazione da perdere, e l'ha se non persa almeno danneggiata.

È tempo che Ratzinger o chi per lui prenda in mano le redini dei vescovi italiani nel loro zelo esagerato.

Probabilmente con le buone intenzione, uscendo dal loro ruolo e la loro competenza hanno comunque provocato un danno più che sostanziale all'immagine della chiesa.

Giuseppe Mazzini ha detto...

Scusate se rispondo al probabile troll ma questa storia secondo cui quelle di Berlusconi sarebbero "vicende private" sta prendendo piede sempre di più.

Abbiamo un capo dello Stato che perde tempo a fare festini, è forse coinvolto in un giro di prostituzione (reato), usa gli aerei di stato per i cavoli suoi (ma come, non era il ricco che in quanto tale non rubava allo stato?), forse adesca anche le minorenni, il tutto di fronte a un divorzio che sarà anche di fatto ma non de iure... non mi paiono proprio "fatti suoi", specie per uno che poi partecipa ai family day e vuole fare le leggi contro la prostituzione. Aggiungici pure che poi le grandame di cui sopra le candida pure in parlamento e hai uno scandalo coi fiocchi, altro che "fatti suoi".

Feltri non è nuovo a questo tipo di attacchi... fanno una critica al capo? Si risponde tirando fuori cose più o meno vere sul passato degli accusatori... L'hanno fatto con Veronica Lario, l'hanno fatto con l'ex fidanzato di Noemi, lo fanno in continuazione. E quindi? Sono risposte? Rendono automaticamente meno vere le critiche? Sono vendette o intimidazioni belle e buone. Non so come facciano i (pochi) giornalisti validi del Giornale a dormire con la coscienza pulita la notte.

gemma ha detto...

ma quali vicende private....alle prostitute preferite gli dobbiamo pagare NOI il volo di stato, il seggio in parlamento, lo stipendio da consigliere comunale e su su fino a quello ministeriale....ALLORA CHE SE LE PAGASSE LUI, LE SUE PROSTITUTe, visto che tra l'altro può pure permetterselo.

paolo de gregorio ha detto...

Garibaldi, ricapitolando: se un giornale (organo di informazione) pubblica delle notizie gravi su una persona senza indicare in modo verificabile la fonte fa il proprio lavoro meglio di uno che pubblica direttamente i fatti (che so, i dialoghi tra le persone cinvolte)?

Andiamo avanti: un capo di governo e capo di uno schieramento dedito a spiegare agli elettori che la coscienza cristiana di un tot numero di parlamenntari è valido motivo per imporre a tutti i cittadini leggi di ispirazione morale, di poter imporre la propria morale e la propria personale coscienza a milioni di cittadini, deve essere considerato libero di perseguire la propria personale morale epurata da qualunque vincolo di cristianità, nel rigoroso silenzio e autocensura volontaria degli organi di informazione. Lo stesso capo che, per giustificare il rifiuto di riconoscere determinati diritti a cittadini non sposati (anche a quelli che non possono farlo), è andato in piazza in difesa dei valori della famiglia tradizionle deve essere lasciato libero di farsi beffe del concetto di famiglia tradizionale, nel silenzio autocensorio.

Interessante.

Io teoricamente sarei tra quelli che darebbero il giusto peso alle vicende private di un capo di governo (un po' meno se viene definito malato dalla propria moglie o se si accompagna spesso con giovanissime). Ma questo non è un capo di governo qualunque: è il capo di uno schieramento che impone la coscienza religiosa o morale ai cittadini in base al principio che essa è di sipirazione religiosa o morale.

Barbara ha detto...

Spero che da questa vicenda Berlusconi capisca quanto collaborare con la CCAR non paghi politicamente, sia per la questione che se gli dai un dito si prendono tutto il braccio, e sia perché (come sembra stia pensando) il voto cattolico è ormai sopravvalutato. Lo stanno capendo anche Fini e qualche leghista.

Quanto agli italiani moralisti, spero che questa geometria di ipocrisie incrociate li faccia schifare un po' più di se stessi e che magari cresca il contingente laico.

Nel senso, è chiara la contraddizione tra il comportamento privato di Berlusconi e le sue posizioni politiche; ma vogliamo parlare di quella tra l'omosessualità di Boffo e l'omofobia del suo giornale? Boffo è più in diritto di Berlusconi di essere ipocrita solo perché non è il presidente del Consiglio? Probabilmente ha l'attenuante di non essere pedofilo, forse una rarità nei suoi ambienti...

Anonimo ha detto...

Mi pare che la vicenda di Boffo costituisca l'ennesimo esempio di grave intolleranza omofoba, e in questo periodo di aggressioni fisiche in mezzo alla strada mi ha suscitato due riflessioni.

La prima sui nefasti effetti dell'ignoranza (per cui si citano tra virgolette frasi vergognose degne di un questurino ignorante degli anni '50)

http://presenteduepuntozero.wordpress.com/2009/08/29/apologia-del-bacio-non-farmi-male/

E la seconda, più ottimista, sulla speranza che questo outing - in Italia possibile solo in quanto arma nello scontro titanico tra due poteri che ambiscono a essere assoluti - abbia almeno l'effetto collaterale di far filtrare l'idea negli italiani che un omosessuale (purché dotato di una sufficiente dote di ipocrisia) possa essere talmente apprezzato professionalmente dai vescovi italiani da restare a lungo alla direzione dell'organo ufficiale della CEI.

"I vescovi e l’Avvenire dell’omosessualità contro natura"

http://presenteduepuntozero.wordpress.com/2009/08/29/i-vescovi-e-lavvenire-dellomosessualita-contro-natura/

Fabio Turone

Barbara ha detto...

Ho appena letto l'editoriale di Feltri: insiste sulla questione delle molestie alla moglie dell'ex, mentre dice "il fatto che è omosessuale è affar suo".

Ma come? Il fatto che il direttore di un giornale omofobo sia omosessuale è un fatto da sorvolare? Ipocrisia minima per tutti?

Anellidifumo ha detto...

Barbara dice benissimo: a me invece interessa proprio che Boffo è un omosessuale praticante! Dal momento che ha speso la sua poca attività intellettuale nel sostenere che i gay sono inferiori agli etero e che le loro unioni non sono coppie, non sono famiglia, secondo me è rilevantissimo che lui sia a) omosessuale b) non casto. Solo per questi due fatti uniti insieme, dovrebbe dimettersi da direttore dell'Avvenire. Lo toglieranno di mezzo comunque, farebbe molto più rumore se si dimettesse lui oggi. Toglierebbe un'arma a Feltri e darebbe una lezione morale (perfino uno come lui ha una chance di dare lezioni morali a Berlusconi!) a Berlusconi e ai berlusconidi.

Barbara ha detto...

Dimettersi? Lui, quando il suo capo (più o meno diretto) è eletto dittatore a vita? Non succederà mai. Se uscissero foto porno di cui lui e il suo amante sono protagonisti, direbbero che è un fotomontaggio.

Dovrebbe dimettersi se fosse circondato di persone (a livello istituzionale e civile) a cui interessa la verità, ma così non è. In Italia non ci si dimette quando si viene smascherati o colti in qualche scandalo; ma quando si percepisce odio nei propri confronti. Le dimissioni non sono un'ammissione di colpa, un riconoscimento dei propri errori; quello non lo fa mai nessuno, se no viene considerato debole e non abbastanza macho. Le dimissioni in Italia sono una reazione permalosa, un modo di dire che ci si è offesi; un atto che si compie per raccogliere l'affetto di tutti coloro che diranno "speriamo che ci ripensi".

E lui altro che offendersi, altro che sentirsi odiato: hai letto gli editoriali di Corriere e Repubblica? Ha l'amore incondizionato del 90% dei dirigenti politici. Oltre a quello cruciale dei suoi datori di lavoro.

Anellidifumo ha detto...

Barbara, so bene che non si dimette. Per questo avevo usato un esortativo. Cmqe, i pop corn non sono finiti.

Anonimo ha detto...

E' giusto informare la gente di queste cose, è giusto violare la privacy in questi casi (anche se qui non si può nemmeno parlare di privacy), perché una persona che non ha nulla da nascondere non si farebbe certo problema a lasciare che la gente indaghi nei suoi fatti privati. Che sia per questo che il cavaliere difende tanto la segretezza della vita privata? In ogni caso Feltri ha agito come si doveva agire.