venerdì 2 luglio 2010

Epurati gli obiettori di coscienza!

Il miglior commento alla vicenda della delibera della Regione Puglia sulla riorganizzazione dei consultori lo vince Mario Mauro (la concorrenza è spietata) con un editoriale di oggi su Il Sussidiario: L’aborto pugliese. Una delle parti più meritevoli è questa:

Insieme ad alcuni miei colleghi ho presentato un’interrogazione scritta alla Commissione europea nella quale si chiede se essa non ritiene che il provvedimento della Regione Puglia costituisca violazione dell’articolo 9 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali sulla Libertà di pensiero, di coscienza e di religione, e dell’articolo 10 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea sulla Libertà di pensiero, di coscienza e di religione che garantisce inoltre il diritto all’obiezione di coscienza.

E’ sconcertante quanto appena raccontato. Soprattutto per l’incredibile metodo utilizzato. Il metodo dell’ambiguità e della menzogna. Lo stravolgimento della realtà, in questo caso specifico, è arrivato all’apice. Nel motivare il provvedimento, la Giunta regionale pugliese, per bocca degli assessori Fiore e Gentile è riuscita addirittura a dire che c’è “la ferma volontà di garantire la piena applicazione della legge 194 e la tutela dei diritti delle donne”. Siamo tutti curiosi di sapere di quali diritti parlano.

E vogliamo anche comprendere se l’obiettivo di questa gente sia quello di evitare che le donne ricorrano all’interruzione di gravidanza oppure, al contrario, quello di rendere i consultori delle vere e proprie fabbriche di aborti. Vista la criminalizzazione e il conseguente tentativo di epurazione degli obiettori di coscienza non sembrano esserci dubbi.
Si potrebbe commentare a lungo ogni parola del nostro. Per ora mi limito a riportare alcuni numeri sui quali ognuno farà le proprie riflessioni.
Dalla Relazione del Ministro della Salute sulla attuazione della legge contenente norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza (legge 194/78, qui i documenti per intero) si evince che in Puglia la percentuale dei medici obiettori è del 79,9% e quella degli anestesisti del 63,5% (Tabella 282 - Obiezione per categoria professionale nel servizio in cui si effettua l’IVG, 2007). Questo significa che varcando la soglia di un ospedale 8 medici su 10 sono obiettori di coscienza.
I consultori attivi sono 162, cioè 1,6 per 10.000 donne in età tra i 15 e i 49 anni e lo 0,8 per 20.000 abitanti (Tabella 17 - N. Consultori Familiari funzionanti, 2007).
Quale soluzione proponete?

10 commenti:

@__skunk ha detto...

Di veri obiettori in ospedale ce sono pochi. Il motivo è antico, la carriera. Se pratichi l'aborto alla tua candidatura si opporrà la suora di reparto, il cappellano, il consigliere di scienza e vita, il vescovo, la curia, il farmacista e il maresciallo dei carabinieri.

Anonimo ha detto...

Ru486

carlo ha detto...

In Italia la soluzione del problema della cosiddetta "obiezione di coscienza" troverà difficile soluzione perché va contro l'interesse di due gruppi distinti, ma a volte sovrapposti, di categorie capaci di fare azione di lobby: i cattolici e gli obiettori (tra cui vi sono anche gli "abortisti di frodo").
I primi agiscono affinché il loro dettato morale diventi se non per legge, nei fatti vincolante per tutti; i secondi per questioni ora di ritorno economico, ora di casta: se gli obiettori fanno corporazione tenendo così in scacco i reparti di ginecologia possono star certi che almeno in quel frangente saranno loro a dettare legge e a far passare di grado solo chi vogliono loro.

annarosa ha detto...

Una collaborazione con chi si occupa di prevenzione dell'aborto (in gravidanza già instaurata) ? L'aborto non sempre è una scelta felice e molte donne ignorano la possibilità di essere aiutate psicologicamente ed economicamente. Vietare la presenza di personale obiettore ovviamente mortificherebbe più di quanto comunque non succeda già la possibilità di un vero tentativo di "rimozione delle cause anche in collaborazione di associazioni di volontariato" (come previsto dalla 194).

Barbara ha detto...

"Vietare la presenza di personale obiettore ovviamente mortificherebbe più di quanto comunque non succeda già la possibilità di un vero tentativo di "rimozione delle cause anche in collaborazione di associazioni di volontariato" (come previsto dalla 194)."

Perché? Attraverso quale meccanismo di sostituzione? Perché i medici ex obiettori prima lavoravano per associazioni di volontariato prevenendo aborti ma ora non hanno più tempo di farlo perché devono praticare gli aborti? C'è qualcosa che mi sfugge, puoi essere un po' chiara?

Barbara ha detto...

"la ferma volontà di garantire la piena applicazione della legge 194 e la tutela dei diritti delle donne. Siamo tutti curiosi di sapere di quali diritti parlano."

Mah, forse quelli garantiti dalla legge? E' una legge sull'aborto, giusto?

Magar ha detto...

Anche a me piacerebbe sapere che c'entra la prevenzione dell'aborto (fatta in collaborazione con le associazioni di volontariato) con il rifiuto ideologico di praticare aborti. Solo chi ha pregiudizi antiabortisti è in grado di presentare correttamente tutte le alternative alle donne incinte che ricorrono al consultorio? Strana situazione...

Chiara Lalli ha detto...

Sono molti a coccolare il malinteso che chi non è obiettore sia un esaltato abortista. Comunque il problema più grave è un altro: come si fa a garantire un servizio che una legge sancisce?
Seguono poi molti altri: formare il personale, garantire il buon funzionamento dei consultori, informare, facilitare l'accesso alla contraccezione (compresa quella d'emergenza).

Non esiste alcuna contraddizione tra il non essere obiettore e l'informare correttamente ogni donna delle possibili alternative o degli aiuti economici (quasi inesistenti peraltro - e su questo sono altrettanto schifata seppure assolutamente a favore del diritto di ricorrere a una interruzione volontaria di gravidanza).
Esiste invece tra l'essere obiettore e il garantire un servizio pubblico - situazione su cui la 194 si esprime in modo migliore di come viene applicata.

Anonimo ha detto...

Sono convinto che anche il piu' esaltato obiettore di coscienza tra i medici, non esiterebbe un secondo ad intervenire, uccidendo il concepito, con il consenso della madre, quando la vita stessa della genitrice ne fosse gravemente compromessa. Altro' e' dire voglio abortire perche' questo figlio non lo voglio.... gia' 'questo figlio' uccisione del proprio figlio....altro che 'asettica' interruzione della gravidanza!.... Negazione unilaterale del diritto alla vita del concepito: questo e' l'aborto. Chi mi conosce, sa' gia' che preferisco sempre essere esplicito circa l'argomento della discussione. La legge 194... dura lex sed lex, iniqua lex sed lex... quando finalmente si uscira' dalla barbaria medioevale dell'attuale diritto, sara' la prima legge ad essere cancellata. Se il figlio non lo vuoi... NON LO DEVI CONCEPIRE... tutto qua'. L'italia ripudia la pena di morte, per tutti....
Nel caso puglia... Ho letto molto velocemente il provvedimento. Mi sembra di capire che sia stato adotatto nell'ottica della par condicio (!?) affiancando al personale gia' esistente anche quello non obiettore doc. Puo' un obiettore di coscienza, cioe' chi decide di ripudiare la violenza, lo sporcarsi di mani di sangue su commissione del piu' forte, contro l'indifeso, lavorare in un pubblico ufficio. In parte ho risposto all'inizio, aggiungo solo che sarebbe una garanzia del rispetto della 194 nella sua logica, la sua opera... non una limitazione.
francesco sirio

Barbara ha detto...

Francesco Sirio, come facciamo nel caso in cui il figlio non sia voluto da nessuno dei due genitori e però viene concepito? In questo caso le responsabilità sono condivise e allora perché si dà la colpa dell'aborto solo alla donna?

Inoltre, perché mai se il diritto alla vita è così centrale e importante (cosa sulla quale sono d'accordo) la realizzazione di questo diritto viene fatta ricadere sulle spalle della famiglia, degli individui (o più praticamente sulla ragazza madre)? Se è la società a beneficiare della presenza di un essere umano in più (nonostante i problemi demografici e il sovrapopolamento del pianeta etc. esprimano esigenze diverse dall'espansione quantitativa), perché non è la società a farsi carico della crescita dell'essere umano fino all'età dell'autonomia?

In Italia e in altri paesi del Sud Europa si tende a scaricare tutte le responsabilità sui genitori (biologici), mentre le istituzioni che dovrebbero rappresentare i valori collettivi hanno un ruolo estremamente marginale. Sembrerebbe una contraddizione ma forse non lo è; e tutto questo chiasso in realtà viene fatto da persone che considerano i figli una proprietà privata, forme di vita deboli che è facile e comodo plagiare / sfruttare (e che crescendo diventano tutti versioni junior dei genitori, che vivono coi genitori fino a 35 anni e fanno lo stesso lavoro del padre - dinamiche che emergono come tipicamente italiane dagli studi comparati).

Perché non si fa lo stesso chiasso per un individuo che non riesce a realizzare le sue potenzialità e a far fruttare il suo talento e in tal modo "si spreca", mancando di contribuire alla società? Non è anche quello un aborto, lo sviluppo mancato di una risorsa, di una potenziale ricchezza? Ma forse no, perché seguire autonomamente la propria strada è meno apprezzabile che rispettare l'autorità paterna e ripagare con l'imitazione e l'annullamento delle proprie inclinazioni tanti investimenti privatissimi e faticosi, i famosi "sacrifici", fatti dalla famiglia nel crescere il figlio.

Se vengono utilizzati due pesi e due misure si vede che si considerano gli esseri umani come macchine per fare figil, da educare al perseguimento di un'ideologia (la tradizione, in questo caso di famiglia) che non ha nulla anche vedere con le caratteristiche individuali; come se quello fosse l'unico contributo che possono dare alla società. Insomma, è proprio vero che la famiglia è la formazione sociale primaria e più importante, specchio di tutte le altre: negli altri casi le tradizioni e le ideologie da rispettare però saranno altre (la patria, l'immobilità sociale e le rigidità di classe, l'ideologia politica, il crocifisso, etc.... c'è sempre qualcosa a cui attaccarsi irrazionalmente)