giovedì 24 novembre 2011

Il riparatore



Il 23 dicembre 2007 Davide Varì pubblica su “Liberazione” una inchiesta su Tonino Cantelmi e le terapie riparative - ovvero quelle terapie che vogliono aggiustare gli orientamenti omosessuali. Cantelmi querela Varì. Non perché gli ha dato del riparatore, ma perché ha definito il suo studio “un porto di mare”.
Il processo s’è concluso da poche settimane con l’assoluzione di Varì: la sua inchiesta non ha varcato i confini del legittimo esercizio del diritto di critica e di cronaca e il fatto non sussiste, non è reato. Anzi, il giudice ha ritenuto che il pezzo avesse un interesse pubblico incontestabile. Le espressioni che hanno offeso Cantelmi non possono considerarsi diffamatorie. Inoltre - e questo è l’aspetto preoccupante - “non è apparso del tutto estraneo il Cantelmi alla cura dell’orientamento sessuale dei propri pazienti”.
Ma andiamo per ordine. La vicenda inizia nel 2007 con Varì che finge di cercare aiuto perché è a disagio con la sua omosessualità. Il sospetto è che ci siano alcuni terapeuti convinti che l’omosessualità possa essere curata, anzi debba essere curata. Ricordiamo che considerare di per sé patologico un determinato orientamento sessuale è insensato e scorretto e che per fortuna l’omosessualità non è più considerata una malattia. Ciò non significa che la propria sessualità non possa sollevare conflitti o disagi, ma che il malessere va cercato altrove e che l’omosessualità non è un errore da correggere. Eppure alcuni si ostinano nel considerarla un difetto, una deviazione o qualcosa che non va e che, dunque, deve essere riparata. Alcune associazioni sono esplicitamente a favore della riparazione, come Obiettivo Chaire, Living Waters, il Gruppo Lot o il Narth (National Association for Research & Therapy of Homosexuality) - ma molti altri preferiscono essere meno espliciti: come Scienza e Vita o Agapo, Associazione di genitori e amici di persone omosessuali (da non confondere con l’Agedo, Associazione di genitori di omosessuali). Il dominio dei riparatori ha confini nebbiosi e può includere tutti quelli che credono che l’omosessualità sia intrinsecamente sbagliata - questa premessa è la condizione sufficiente per sentire puzza di riparazione.

Su Il Mucchio Selvaggio di dicembre.

3 commenti:

Filo ha detto...

Buon Giorno,
volevo ringraziarti perché non conoscevo l'Agapo e sono rimasto estasiato dal loro sito, un vero manuale per la costruzione del pregiudizio. I consigli per i genitori sono spaventosi. Un po' mi hai rovinato la mattinata, ma questa gente bisogna conoscerla. La più bella è che su "una trentina" di omosessuali con cui hanno parlato, nessuno aveva relazioni a lungo termine: ergo, è impossibile per un omosessuale avere relazioni stabili! E io che pensavo di conoscere il metodo scientifico...

Anonimo ha detto...

" Ricordiamo che considerare di per sé patologico un determinato orientamento sessuale è insensato e scorretto "

ma allora neanche la pedofilia è una patologia no? c'è qualcosa che non quadra

Giuseppe Regalzi ha detto...

La pedofilia non è un orientamento sessuale. L'orientamento sessuale indica da quale sesso è attratto un individuo: dallo stesso sesso (omosessuale), dal sesso opposto (eterosessuale), da entrambi i sessi (bisessuale).