4) non sembra inesatto affermare, dunque, che l'«embrione umano» debba qualificarsi alla luce dell'intervenuta decisione europea come «essere» provvisto di una autonoma soggettivita' giuridica della cui tutela l'ordinamento deve farsi carico anche (e soprattutto) a cagione della mancanza di qualsivoglia capacita' di auto-tutela da parte del diretto interessato; mutatis mutandis, sembra potersi richiamare in via analogica quella tutela che l'Ordinamento appresta in favore della persona umana anche allorche' sia colpita da casi gravissimi di inabilita' assoluta determinanti la perdita totale ed irreversibile delle funzioni primarie di comunicazione e locomozione proprie dell'individuo il quale, pero', conservando integri i processi vitali primari e la propria sensibilita', proprio per questo non potra' mai esser retrocesso al rango di «cosa inanimata»;Il resto è qui.
venerdì 8 giugno 2012
La Corte sulla 194
Postato da Chiara Lalli alle 15:47
Etichette: Abortion, Aborto, Corte Costituzionale, Legge 194/1978
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3 commenti:
hehehe, si procede spediti verso la Repubblica Cattolica Teocratica Italiana... Sapete una cosa? più di tanto non me ne importa, ormai ho una certa età, non ho figli/e di cui preoccuparmi... certo mi dispiace per chi avrà la vita rovinata da questi talebani de noantri... però mi diverte vedere la gente che si rovina con le proprie mani... tutti pronti a dichiararsi CREDENTI (certo, credere è meno faticoso che pensare, vero?), tutti lì imbambolati a sentire i racconti su Padre Pio (beh anche gli oroscopi se è per questo... quante ore di oroscopi al GIORNO passano sui canali Rai?), tutti a inchinarsi davanti ai preti perchè "la fede va rispettata senza se e senza ma", e poi ecco come ci si riduce: volete rispettare la fede? il risultato è che ora comandano i preti, peraltro senza che nessuno li abbia eletti, e guai a dire qualcosa contro, perchè sono diventati troppo forti. Il popolino non ha il coraggio di mandare a quel paese i venditori di fumo religioso? Bene, il popolino ora ne paga le conseguenze. Buon divertimento.
Io non ho capito una cosa: la ragazza ha abortito, come voleva, oppure glielo hanno vietato? Cioè il dubbio (illegittimo secondo me) del Giudice Tutelare ha innescato una procedura parallela o ha bloccato l'autorizzazione a procedere?
Giardia
uMa di che vi state a preoccupare? La ragazza che aveva chiesto l’autorizzazione per l’aborto al Giudice Tutelare che ha sollevato l’eccezione ha poi coinvolto i genitori e l’aborto è stato fatto (“Il Foglio”, 09/06/2012, pag. 3). Sicuramente la Corte Costituzionale, perciò, dichiarerà irrilevante la questione, in quanto da essa non dipenderà più l’esito del giudizio in corso, che, anzi, è ormai estinto. Se ciò non bastasse, la Corte richiamerà la propria sentenza n. 108/1981 (riguardante diverse eccezioni, relative, in particolare, all’art. 4 della legge 194/1978), di cui riporto la parte conclusiva:
“in ogni caso la Corte non può pronunziare alcuna decisione, dalla quale derivi la creazione - esclusivamente riservata al legislatore (cfr. sentenza 42/77) - di una nuova fattispecie penale.
Ad imporre la suddetta conclusione è, dunque, il precetto dell'art. 25, secondo comma, Cost. La questione è inammissibile, perché ne preclude l'esame il principio di legalità, sancito nel codice e consacrato nella Carta repubblicana, come fondamentale valore dello stato di diritto, ancor prima del principio di irretroattività della legge penale.
per questi motivi LA CORTE COSTITUZIONALE
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale della legge 22 maggio 1978, n. 194 ("Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza") sollevate con le ordinanze in epigrafe in riferimento agli artt. 2, 3, 25, secondo comma, 29, secondo comma, 30, primo e secondo comma, 31 e 32 Cost.
Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 7 maggio 1981.”,
per cui l’eccezione del Giudice di Spoleto sarà rispedita comunque al mittente.
Piuttosto è triste constare come, da parte di molti (mi riferisco, ad esempio, al commento del sig. Fetente), non si ammetta nemmeno per ipotesi l’eventualità che si possa essere contro l’aborto indipendentemente dalle posizioni del Vaticano e della Chiesa cattolica, dando invece per scontata l’equazione: abortista = laico, antiabortista = baciapile. Tali atteggiamenti sono lontani anni luce da una vera cultura laica. Ma i pregiudizi, si sa, sono duri a morire!
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