Era il 2008 quando Marianna Madia fu intervistata da Piero Vietti su aborto, eutanasia e famiglia. Madia era allora capolista PD e rilasciò alcune dichiarazioni che in questi giorni, com’era facilmente prevedibile, stanno tornando in superficie.
“L’aborto è il fallimento della politica […] un fallimento etico, economico, sociale e culturale”. Madia è per la libera scelta della donna, “ma sono certa che se si offrisse loro il giusto sostegno, le donne sceglierebbero tutte per la vita”. Dice che ogni vita umana che non nasce è un fallimento, per questo la politica deve fare in modo che la scelta per la vita sia sempre possibile.”
Un fallimento totale, dunque. In nome di tutte le donne al mondo che hanno abortito e che abortiranno. Deve essere un peso enorme essere portavoce di così tanti esseri umani con cui non ci si è mai intrattenuti e dei quali si ignora tutto. Si decide, nonostante questo, di metter loro addosso risoluzioni e scelte che sono le proprie. Questa è la radice più primitiva e genuina del paternalismo, quell’istinto primordiale che ci fa sentire non solo al centro dell’universo, ma unità di misura unica e assoluta. “Io farei così” diventa “tutti farebbero così”, e poi “tutti devono fare così”.
Inutile perdere tempo a elencare dati e ricerche sulle motivazioni – eterogenee e irriducibili alla visione compatta che emerge dalle parole di Madia e di molti che la pensano come lei (qui per esempio) – che spingono le donne a interrompere una gravidanza. Perché sprecare tempo quando si è certi di come stiano le cose? È un peccato ignorare perfino quell’ingenuità induttiva di cui dovremmo essere consapevoli più o meno dagli anni del liceo.
Un fallimento che sarebbe evitabile se le donne – meschine – fossero aiutate.
È troppo impopolare dire esplicitamente di essere contro la libera scelta e a favore della coercizione, ma ci sono molti modi per dirlo implicitamente. Uno di questi è ridurre la decisione di interrompere una gravidanza a “impedimenti” esterni. Ovvero, nessuna donna può scegliere di abortire. Nessuna donna abortisce se non per difficoltà economiche, lavorative, familiari. Nessuna donna può decidere che non vuole portare avanti la gravidanza, non vuole un figlio o non ne vuole un altro (lo si ricorda di rado, ma molte donne che abortiscono hanno già uno o più figli).
Continua.
mercoledì 26 febbraio 2014
La vita secondo il ministro Madia (Pd): “La dà e la toglie Dio, noi non abbiamo diritto di farlo”
Postato da Chiara Lalli alle 12:47
Etichette: Autodeterminazione, Eutanasia, Famiglia, Fine vita, Interruzione volontaria di gravidanza
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