Uno degli aspetti più divertenti della gazzarra inscenata da integralisti, clericali e neofascisti intorno alla vicenda del romanzo Sei come sei di Melania Mazzucco, proposto (assieme a diversi altri) agli studenti di alcune classi del Liceo Giulio Cesare di Roma, è l’insistenza con cui il brano «pornografico» viene riproposto proprio da chi più se ne dice scandalizzato. Eccolo dunque ripetuto da Marcello Veneziani sul Giornale, da Mario Giordano su Libero (un articolo da leggere, questo, se si vuole capire cosa sia e dove stia veramente l’oscenità), da Giuliano Guzzo sul suo blog, sul sito di Libertà e persona, sul sito Notizie ProVita, e altri ancora.
La domanda che sorge subito alla mente è: ma se si è convinti davvero che il brano sia così pericoloso per le giovani menti, perché ripeterlo allora in bella evidenza in luoghi facilmente accessibili da più minorenni di quanti ne siano passati per le aule del Giulio Cesare dal giorno della sua fondazione? Dovere di cronaca, si potrebbe rispondere; e magari il motivo sarà davvero questo, soprattutto per i giornali, che nelle edizioni a stampa non possono ovviamente linkare un contenuto esterno.
Poi però ti imbatti nel sito dell’UCCR, Unione Cristiani Cattolici Razionali («Pornografia gay al liceo “Giulio Cesare”: ecco il brano», 30 aprile 2014), e la domanda ritorna: come mai, subito dopo aver proposto il collegamento a due versioni integrali del brano e a una parziale, questi signori hanno sentito comunque il bisogno di riportarlo a loro volta, e con le frasi più significative («ficcò la testa fra le gambe», «un odore penetrante di urina», «il suo sapore in gola per giorni») evidenziate in un turgido grassetto, quasi a scongiurare il rischio che i lettori potessero perderne per disattenzione anche solo una goccia? Cerchi di ricacciare indietro il vago sospetto che sorge inevitabilmente in casi come questo, e prosegui nella lettura – durante la quale apprendi che gli «insegnanti, sempre senza avvertire le famiglie, hanno anche strumentalizzato Papa Francesco» (per l’UCCR evidentemente ci vuole il permesso delle famiglie anche per strumentalizzare il papa), e che «“Tutto normale” è il leit-movie [sic] del libro»; quand’ecco che verso la fine dell’articolo trovi questo:
Anche “Il Giornale” ha pubblicato il brano, e dopo le frasi in cui si cita “l’odore penetrante di urina, e un sapore dolce [...] lo inghiottì fino all’ultima goccia e sentì il suo sapore in gola per giorni”, Marcello Veneziani ha domandato […].La ripetizione del brano a una trentina di righe di distanza è talmente pleonastica e talmente gratuita che, sconfitto, cedi di botto, e lasci che l’oscuro sospetto si trasformi senza più freni in solare certezza.
10 commenti:
Mi piacerebbe che la Mazzucco denunciasse tutti quelli se sinora hanno definito pornografico il suo romanzo, chiedendo un lauto risarcimento.
Sembra sempre più di stare vicino all'Uganda che non in Europa.
Bisogna capirli, sono stati educati a pane vino e adorazione del corpo di Cristo, nudo dagli addominali scolpiti, in posa vagamente sadomaso. Certi pruriti finiscono per emergere.
E se per una volta provassimo a chiedere un passo avanti al paese? Ad esempio, davvero crediamo che un accenno in un romanzo o qualche verso di qualche poeta greco e romano bastino ad affrontare il tema della sessualità a scuola, a fronte di ore e ore di YouPorn consumate nelle camerette della maggioranza dei ragazzini e poi emulate sui loro lettini o nei bagni della scuola? Servirebbe un dibattito soprattutto su questo, magari smascherando questi perbenisti, ossessionati dal sesso in modo morboso, che stanno affidando alla pornografia il monopolio assoluto sul rapporto tra giovani e sessualità…
(Adulti sulle spine, ragazzi su YouPorn)
La lettura di un brano di quel genere lascia indifferenti e disinteressate le persone che hanno una vita eterosessuale sana, equilibrata, e soddisfacente.
Quindi, per esclusione...
Sono perplesso. Ritengo questo caso un'ulteriore dimostrazione della pochezza del paese che non riesce ad affrontare il problema della diversità, del rispetto, della violenza e della sopraffazione se non declinandolo in alcune forme specifiche (omofobia, razzismo, femminicidio) cercando aggravanti ad atti sbagliati in quanto tali e non in funzione della categoria specifica a cui vengono rivolti. In altre parole, preferirei degli educatori che parlano ai ragazzi dei meccanismi per cui si scatena la violenza verso chi é diverso e le strategie sociali e personali per attenuare il problema. Un approccio pragmatico al tema della violenza convogliata verso i diversi da sè non ha molto a che vedere con pompini ingoiati o urina, io credo, ma forse mi sbaglio.
Voglio dire che l'attuazione del documento dell'Ufficio Nazionale antidiscriminazione razziale, che va sotto il nome di "Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere" non necessariamente (ma ovviamente non sembra escluderlo) deve trattare con le intimità pornografiche (sensu stricto) e comunque, a mio parere, quello di trattare l'argomento con i suoi risvolti pornografici non è il più efficiente dei modi per risolvere il problema. La categoria più importante da raggiungere con la sensibilizzazione é quella da cui possono sorgere reazioni violente, cioé i potenzialmente violenti a prescindere coi diversi, siano essi di un altro genere, con una preferenza sessuale di orientamento diverso dal proprio, sostenitori di una diversa squadra di calcio, abitanti di un diverso quartiere, studenti di un'altra classe, persone di diverso colore, età, di diversa etnia, di diversa lingua, di altra religione, ceto sociale etc. etc. Se questo è vero (e lo è) allora bisogna porsi il problema di come raggiungerli per migliorare la loro reazione, e non per provocarli per poi dire "che stupidi fascisti". Loro saranno stupidi fascisti (e lo sono) ma noi siamo stupidi idioti e le differenze così si radicalizzano. Bisognerebbe invece agire sul poco senso di empatia che hanno e che è ingigantito su pochi elementi (patria? lingua? genere?) e farli ragionare su quali sono i propri meriti nell'appartenere a tali categorie: scandalizzarli non aiuta.
Sagredo:
mi sembra che tu stia commettendo l'errore di ingigantire quelle che sono poche righe in un libro di più di 200 pagine - libro che non è stato affatto proposto agli studenti per quella decina di righe, ma perché parlava di una famiglia omogenitoriale.
Tutta l'attenzione si è concentrata lì solo perché gli integralisti hanno un ovvio interesse a evidenziare questo singolo aspetto (o forse un doppio interesse, come suggerisco nel post ;-).
Il punto, Giuseppe, è che gli insegnanti coinvolti nella faccenda dovrebbero saperlo che certi dettagli si prestano anche a "ingigantimenti" strumentali.
Tu mi potresti dire che la faccio facile, col senno di poi, e forse avresti ragione, ma credo che adottare un poco di prudenza sia facoltà alla portata delle persone dotate di buon senso, dato che si sa di camminare in un terreno minato.
Questo non significa che il libro avrebbe dovuto essere scartato esclusivamente per quelle dieci righe; ma, considerato il soggetto valido sotto tutti gli aspetti ai fini dell'insegnamento (quindi soprattutto sotto il profilo letterario, perché non bastano le buone intenzioni) sarebbe stato opportuno cautelarsi, che so, conferendo facoltà ai ragazzi di saltare "pagina tot", con la motivazione verosimile di voler rispettare le singole sensibilità (giustificarsi poi col fatto che tanto i ragazzi sono già "sgamati" lascia veramente a desiderare). È possibile che ciò sia stato fatto, ma non ho letto nulla di simile al proposito; anzi, ho letto difese discutibili, come "[il romanzo] credo sia adatto all'età degli alunni visto che la protagonista ha appena 11 anni" (la Preside). E meno male che la protagonista non ne aveva 7, di anni.
Naturalmente, anche facendo ciò che suggerisco io, le proteste ci sarebbero state comunque; però avrebbero avuto un appiglio senz'altro più scivoloso.
E non penso alle obiezioni - per così dire - di dichiarato stampo fascista.
Marcoz:
«sarebbe stato opportuno cautelarsi, che so, conferendo facoltà ai ragazzi di saltare "pagina tot"».
Questo, per ragazzi di quell'età, sarebbe equivalso a dire «leggete pagina tot»...
Senza alcun dubbio, Giuseppe. Infatti, quando ho espresso lo stesso parere altrove, tra le varie conseguenze di un diverso atteggiamento da parte degli insegnanti ho elencato pure questa.
E sarebbe stato il "crimine" perfetto, a mio avviso.
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